Meteo, arriva la Tempesta del Giovedì Santo: raffiche di vento oltre i 100 km/h

Un potente ciclone mediterraneo colpirà l’Italia tra mercoledì 16 e giovedì 17 aprile, portando venti di Scirocco fino a 120 km/h sulla Sicilia e oltre 70-80 km/h su altre regioni. Previsti nubifragi con accumuli fino a 300 mm e onde alte 3-4 metri, mentre le temperature al Centro-Sud raggiungeranno valori estivi.

Le condizioni meteorologiche sull’intero territorio italiano stanno per subire un rapido e drastico peggioramento nelle prossime ore, con l’arrivo di quello che i meteorologi hanno già definito come il “Ciclone del Giovedì Santo”. Il quadro previsionale delinea una situazione di estrema criticità, caratterizzata dalla formazione di un profondo sistema depressionario sul Mediterraneo che porterà con sé non solo violente raffiche di vento, ma anche nubifragi, mareggiate e un temporaneo quanto anomalo innalzamento delle temperature in alcune aree del Paese. La perturbazione, già in fase di sviluppo, è il risultato dell’irruzione di masse d’aria fredda e fortemente instabile in discesa dal Nord Europa, che a contatto con le acque insolitamente calde del Mediterraneo (circa +1,5°C oltre la media stagionale) sta innescando una vera e propria macchina atmosferica potenzialmente devastante.

Secondo gli ultimi aggiornamenti dei modelli meteorologici, il minimo depressionario potrebbe raggiungere valori di pressione eccezionalmente bassi, scendendo ben al di sotto dei 1000 hPa, e seguire una traiettoria piuttosto inusuale che lo porterà a stazionare inizialmente sul Mar Ligure per poi spostarsi verso la Val Padana orientale. La profondità di questo ciclone e il suo movimento anomalo rappresentano fattori di particolare preoccupazione per gli esperti, che prevedono un severo peggioramento delle condizioni atmosferiche già a partire dal pomeriggio di oggi, mercoledì 16 aprile, con precipitazioni che aumenteranno rapidamente d’intensità per poi estendersi a gran parte del Nord e del Centro Italia nella notte tra mercoledì e giovedì.

L’elemento più impressionante di questa configurazione meteorologica estrema sarà rappresentato dall’intensità dei venti di Scirocco che, attorno al minimo depressionario, soffieranno con potenza devastante soprattutto tra la giornata di oggi e domani, giovedì 17 aprile. Sulle coste della Sicilia tirrenica le raffiche potrebbero raggiungere e superare i 120 km/h, creando condizioni paragonabili a quelle di un uragano di categoria 1 della scala Saffir-Simpson. Non meno preoccupante appare la situazione prevista su Calabria, Campania, Lazio e lungo i settori adriatici, dove i venti potrebbero comunque sfiorare e superare gli 80 km/h, con conseguenti danni a strutture vulnerabili, vegetazione e potenziali interruzioni della rete elettrica.

I venti di Scirocco, per loro natura caldi e carichi di umidità, rappresentano un ulteriore fattore di rischio in questo contesto: alimenteranno infatti il ciclone, intensificandone la forza e provocando precipitazioni abbondanti, se non addirittura eccezionali. Il vastissimo fronte temporalesco che si svilupperà dal Canale di Sardegna fino al Nord-Ovest d’Italia avvolgerà Sardegna, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia, con una preoccupante possibilità di fenomeni stazionari. Le stime più recenti indicano accumuli pluviometrici che potrebbero superare i 200 millimetri in alcune aree del Piemonte, della Valle d’Aosta, della Liguria centrale e dell’alta Lombardia, con il concreto rischio di eventi alluvionali lampo, particolarmente insidiosi nelle zone urbane e nei territori già fragili dal punto di vista idrogeologico.

Altre zone particolarmente vulnerabili al rischio di nubifragi e allagamenti includono il Friuli Venezia Giulia e la Toscana, dove il pericolo di inondazioni cresce esponenzialmente, anche in considerazione dei bacini idrografici secondari che potrebbero andare rapidamente in piena. Si stima che in poche ore, nelle aree più colpite, potrebbero cadere fino a 300 millimetri di precipitazioni, un quantitativo equivalente a tutta la pioggia che normalmente si registra nell’arco di tre mesi interi. Questa concentrazione di eventi estremi rappresenta una seria minaccia per la popolazione, le infrastrutture e il territorio, con potenziali ripercussioni sulla viabilità e sui servizi essenziali.

Al paradosso meteorologico contribuirà anche l’impennata delle temperature che si registrerà, in particolare al Centro-Sud e sulle Isole Maggiori. Mentre il Nord sarà flagellato da piogge torrenziali, le correnti sciroccali spingeranno i termometri su valori tipici dell’inizio dell’estate in diverse località: a Roma e Napoli, durante le ore più calde, si potrebbero toccare i 25 gradi, con un’anomalia termica positiva di diversi gradi rispetto alle medie stagionali. Questa impennata termica, tuttavia, sarà di breve durata e verrà seguita da un probabile brusco calo delle temperature con il passaggio del fronte perturbato, creando ulteriori condizioni di stress per l’organismo umano e per l’ecosistema.

Particolarmente critica appare anche la situazione prevista sui mari italiani, con il vento di Scirocco che solleverà onde imponenti soprattutto lungo le coste esposte. Si prevedono mari molto mossi o agitati, con onde che potranno raggiungere i 3-4 metri di altezza, paragonabili al primo piano di un edificio. Questa violenta mareggiata metterà a dura prova le strutture costiere, con il rischio concreto di erosione degli arenili e danni significativi alle infrastrutture situate in prossimità del litorale. Le zone più esposte a questo fenomeno saranno le coste tirreniche e quelle adriatiche, dove non sono da escludere ingressioni marine anche in aree urbane, come già avvenuto in passato durante eventi meteorologici estremi simili.

Secondo la scala Douglas, utilizzata per classificare lo stato del mare in base all’altezza delle onde, le condizioni previste per giovedì 17 aprile corrispondono a uno stato tra “agitato” (grado 5, con onde tra 2,5 e 4 metri) e “molto agitato” (grado 6, con onde tra 4 e 6 metri) in diverse aree marittime italiane. Questa situazione meteo-marina rappresenta un pericolo considerevole non solo per la navigazione, ma anche per le attività costiere e per l’incolumità delle persone che dovrebbero assolutamente evitare di avvicinarsi alle scogliere o ai moli durante la fase più intensa della perturbazione.

La conformazione particolare di questo sistema ciclonico, che secondo le previsioni più aggiornate potrebbe stazionare sul Mediterraneo per buona parte della prossima settimana, rischia di compromettere anche le festività pasquali. Sebbene le proiezioni a medio termine siano ancora caratterizzate da un certo grado di incertezza, appare probabile che le condizioni di instabilità atmosferica possano protrarsi fino a domenica 20 aprile, giorno di Pasqua, con una possibile, seppur parziale, attenuazione dei fenomeni più intensi a partire da lunedì 21, giorno di Pasquetta.

Gli esperti meteorologi sottolineano come questo tipo di eventi estremi stia diventando sempre più frequente nel bacino del Mediterraneo, configurandosi come una delle conseguenze più evidenti dei cambiamenti climatici in atto. L’innalzamento della temperatura superficiale del mare, in particolare, fornisce energia supplementare ai sistemi ciclonici, aumentandone la violenza e la persistenza. Fenomeni come quello atteso nelle prossime ore, che fino a qualche decennio fa rappresentavano eventi eccezionali, stanno progressivamente diventando più comuni, ponendo sfide sempre più complesse in termini di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico.

La Protezione Civile ha già emesso avvisi di allerta per diverse regioni italiane, raccomandando alla popolazione di limitare gli spostamenti non necessari durante le fasi più intense della perturbazione e di prestare la massima attenzione alle comunicazioni ufficiali delle autorità locali. Particolare cautela viene consigliata a chi vive in aree notoriamente soggette a frane o allagamenti, mentre ai diportisti e ai pescatori si raccomanda di evitare di prendere il mare nei prossimi giorni, considerata la pericolosità delle condizioni previste.