Conclave, il Grave Pasticcio di Francesco: Ecco Perché il Prossimo Papa Potrebbe Essere Illegittimo

La Congregazione dei Cardinali ha risolto due questioni procedurali per il prossimo Conclave: il superamento del limite di 120 elettori e la posizione del cardinale Becciu, che non parteciperà all’elezione.

La Congregazione dei Cardinali ha chiuso ieri mattina due gravi questioni di rilevanza che avrebbero potuto creare difficoltà durante il prossimo Conclave riuscendo anche a minarne la legittimità. La decisione, comunicata attraverso una nota ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede, risolve le questioni riguardanti la legittimità di un conclave con un numero di elettori superiore a quello stabilito dalla normativa vigente, problema sorto a causa delle numerose creazioni cardinalizie operate da Papa Francesco negli ultimi anni del suo pontificato.

Il primo nodo risolto riguarda il superamento del limite di 120 cardinali elettori fissato dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da Giovanni Paolo II nel febbraio 1996. Gli attuali cardinali con diritto di voto sono infatti 135, ben quindici in più rispetto alla soglia indicata dalla normativa. Tale situazione aveva generato discussioni tra esperti di diritto canonico, poiché, diversamente dai suoi predecessori, Papa Francesco non aveva mai dichiarato esplicitamente di agire in deroga alle norme quando creava nuovi porporati. La Congregazione ha risolto la questione stabilendo che il Pontefice, nell’esercizio della sua suprema potestà, aveva implicitamente dispensato da tale disposizione legislativa, conferendo automaticamente a tutti i cardinali creati il diritto di partecipare all’elezione del nuovo Papa.

La decisione si fonda sull’articolo 36 della stessa Costituzione, secondo cui un cardinale di Santa Romana Chiesa, per il fatto stesso di essere stato creato e pubblicato in Concistoro, acquisisce il diritto di eleggere il Romano Pontefice. Tale interpretazione si pone in continuità con la prassi ecclesiale, considerando che anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI avevano in diverse occasioni superato il tetto dei 120 elettori, sebbene in quei casi il numero fosse rientrato nei limiti prima dello svolgimento del Conclave. Secondo quanto riportato dalla documentazione vaticana, Giovanni Paolo II arrivò ad avere 136 cardinali elettori nel 2001, mentre Benedetto XVI raggiunse quota 125 nel 2012, ma al momento dei rispettivi conclavi del 2005 e 2013 il numero era sceso sotto la soglia, attestandosi a 115 e 117.

La vera novità dell’attuale situazione consiste nel fatto che, per la prima volta nella storia recente, il Conclave si svolgerà effettivamente con un numero di partecipanti superiore al limite stabilito dalla normativa, creando anche non trascurabili difficoltà logistiche. La Casa Santa Marta, edificio costruito durante il pontificato di Giovanni Paolo II proprio per ospitare i cardinali durante il periodo conclaviale, dispone infatti di spazi sufficienti per un massimo di 134 persone, rendendo necessarie soluzioni improvvisate per adattare ulteriori ambienti.

Il secondo tema affrontato dalla Congregazione riguarda la posizione del cardinale Giovanni Angelo Becciu, che ha comunicato la sua decisione di non partecipare al Conclave “avendo a cuore il bene della Chiesa, nonché per contribuire alla comunione e alla serenità” dell’assemblea elettiva. Significativa l’assenza, nella dichiarazione ufficiale, del termine “rinuncia”, omissione che sottolinea come il passo indietro del porporato sardo non costituisca un atto spontaneo, bensì l’obbedienza a una disposizione di Papa Francesco, che nel settembre 2020 aveva privato Becciu delle prerogative connesse al cardinalato, pur mantenendone il titolo.

Sulla vicenda pesa la sentenza di condanna in primo grado emessa dal Tribunale vaticano nell’ambito del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, procedimento giudiziario che ha visto il cardinale imputato per peculato, abuso d’ufficio e subornazione di testimone. Gli stessi cardinali, nella loro dichiarazione, hanno espresso l’auspicio che “gli organi di giustizia competenti possano accertare definitivamente i fatti”, confermando implicitamente come la questione rimanga tuttora controversa e aperta a differenti interpretazioni giuridiche.

Le soluzioni adottate dalla Congregazione cardinalizia riflettono la complessità della transizione tra pontificati, soprattutto quando il predecessore ha operato secondo uno stile personale che talvolta ha messo in secondo piano le procedure formali consolidate. L’elasticità mostrata nell’interpretare la normativa vigente rappresenta un esempio di come la Chiesa sappia conciliare il rispetto del diritto con le esigenze pratiche della sua missione, sempre mantenendo saldo il principio fondamentale che spetta al Romano Pontefice la prerogativa di modificare, anche implicitamente attraverso i propri atti, le norme che regolano la vita ecclesiale, incluse quelle relative alla propria successione.

La questione del numero dei cardinali elettori si inserisce in un disegno più ampio di rinnovamento del Collegio cardinalizio perseguito da Papa Francesco, che ha costantemente cercato di ampliare la rappresentanza geografica dei porporati, includendo Chiese di territori periferici precedentemente non rappresentati. A conferma di questa tendenza, nell’ultimo Concistoro del dicembre 2024, ben dodici dei venti nuovi cardinali provenivano da nazioni che non avevano mai avuto un proprio rappresentante nel Collegio, portando il numero totale dei Paesi rappresentati a novantasette.

Restano tuttavia aperte alcune questioni pratiche, tra cui la difficoltà di garantire la segretezza delle operazioni di voto in un’assemblea così numerosa e le possibili ripercussioni sui tempi necessari per raggiungere il quorum dei due terzi richiesto per l’elezione del nuovo Pontefice, che con 135 votanti comporterà la necessità di ottenere almeno 90 preferenze. Nei prossimi giorni i cardinali dovranno definire ulteriori aspetti organizzativi del Conclave, il cui inizio è previsto per la prossima settimana, dopo la conclusione delle nove giornate di esequie solenni per Papa Francesco.