La figura di Rocco Siffredi, icona dell’industria pornografica italiana, è al centro di una controversia mediatica di proporzioni considerevoli che sta assumendo contorni sempre più complessi con l’emergere di nuovi elementi potenzialmente decisivi per la comprensione dei fatti contestati, mentre il programma televisivo Le Iene continua a raccogliere e diffondere testimonianze di presunte vittime che accusano il pornodivo di comportamenti violenti e abusivi durante le riprese cinematografiche.
L’inchiesta condotta dalla giornalista Roberta Rei ha portato in prima serata le dichiarazioni di tre attrici, di cui soltanto una, Marika Milani, ha scelto di rivelare la propria identità, mentre le altre due hanno preferito mantenere l’anonimato per ragioni presumibilmente legate ai timori di ritorsioni o conseguenze professionali in un settore notoriamente caratterizzato da dinamiche di potere spesso sbilanciate.
Particolarmente inquietanti risultano le testimonianze dell’attrice italiana rimasta anonima, la quale ha descritto situazioni a dir poco allarmanti caratterizzate dalla presenza di “decine di ragazzi non professionisti” che avrebbero partecipato alle scene dietro pagamento di somme considerevoli, dell’ordine di 2000 euro, senza alcuna verifica preliminare delle loro condizioni sanitarie né tantomeno della loro preparazione professionale per affrontare riprese di natura così delicata.
“Arrivavano decine di ragazzi non professionisti, li avevamo tutti ovunque, erano cattivi, ci hanno fatto male, ero distrutta, morta”, ha dichiarato l’attrice nel servizio televisivo, aggiungendo con tono deciso che “quella è violenza, non è una scena”, evidenziando inoltre l’assenza di controlli sanitari adeguati: “Non ho visto le analisi di questi ragazzi, anche le altre ragazze non hanno visto nulla”.
Marika Milani, l’unica ad aver messo pubblicamente il proprio volto alle accuse, ha raccontato nel dettaglio episodi che, se confermati, risulterebbero profondamente disturbanti, descrivendo non solo violenze fisiche perpetrate durante le riprese ma anche situazioni verificatesi lontano dalle telecamere, come un episodio avvenuto in un bagno dell’accademia di Siffredi a Budapest, dove l’attore l’avrebbe costretta a pratiche non consensuali.
Particolarmente grave l’accusa riguardante problematiche sanitarie, con la Milani che ha dichiarato di aver contratto la sifilide in seguito a una scena girata per l’accademia di Rocco, affermando con amarezza che in quel contesto “dovrebbero girare un film horror, non un documentario su Netflix”.
Un’altra interprete, identificata nei servizi televisivi come Gloria, ha raccontato di aver esplicitamente negato il proprio consenso a determinate pratiche, ma di essere stata comunque costretta a subirle: “Dicevo: ‘Io non lo voglio fare’. Continuava a sputarmi addosso”, mentre un’altra testimonianza anonima ha descritto un episodio avvenuto lontano dalle telecamere con parole che lasciano poco spazio all’interpretazione: “In quel momento ho sentito di essermi dissociata dalla realtà”.
A fronte di queste pesanti accuse, Rocco Siffredi ha risposto con veemenza, respingendo categoricamente ogni addebito e delineando uno scenario ben diverso che coinvolgerebbe addirittura un presunto complotto ordito ai suoi danni da personaggi influenti del settore, tra cui il milionario Stephane Pacaud, secondo una dinamica che l’attore sostiene proseguire ormai da cinque anni.
Nei confronti dell’attrice italiana rimasta anonima, Siffredi ha utilizzato parole particolarmente dure: “Ecco, proprio lei, racconta lo stesso giochino a tutti per infangarmi. Lei è la più terribile donna”, aggiungendo con tono perentorio che si tratterebbe di “una ragazza che non auguro a nessuno di incontrare. Vende la madre pur di avere i soldi”.
Nella replica alle accuse di Marika Milani riguardanti la sifilide, Siffredi ha categoricamente smentito ogni responsabilità, sostenendo che la giovane avrebbe contratto l’infezione durante riprese effettuate a Praga con altri interpreti, precisando: “Un mese dopo una mia scena Marika Milani è andata a Praga a fare scene con ragazzi neri, poi è venuta da me a Budapest e lì abbiamo scoperto che era positiva, ma non c’entriamo nulla noi”.
In questo contesto di accuse e smentite, irrompe un elemento potenzialmente dirimente che potrebbe modificare sostanzialmente la percezione dell’intera vicenda: secondo quanto riportato dal portale Mow Mag, una fonte anonima vicina a Siffredi sarebbe in possesso di un filmato in grado di smentire categoricamente la versione fornita da una delle accusatrici, proprio quella che ha scelto di mantenere l’anonimato.
Il materiale video in questione risalirebbe al 2022 e mostrerebbe Siffredi durante un evento pubblico mentre presenta sul palco proprio l’attrice che oggi lo accusa, accompagnata addirittura dalla madre, un elemento che secondo la fonte rappresenterebbe una palese contraddizione rispetto alla narrazione delle violenze, considerando che l’evento si sarebbe svolto cronologicamente dopo i presunti abusi denunciati nel servizio televisivo.
“Ho il video sul palco con la smentita ufficiale”, ha dichiarato la fonte al portale, spiegando che nel filmato si vedrebbero chiaramente “mamma e figlia sul palco della manifestazione” e che Siffredi “le presenta, insieme, dicendo proprio che lei era andata a fare un casting, per poi proporre a Siffredi stesso di portare anche sua madre, come ha realmente fatto”.
Da notare che, secondo quanto riportato sempre da Mow Mag, Marika Milani avrebbe partecipato nel 2022 alla Academy di Siffredi in veste di coach, dichiarando pubblicamente: “Vedrai che bell’esperienza. L’anno scorso è stata per me un’avventura indimenticabile e potrai anche testimoniare che, nel ruolo di coach sul set, sono contenta dell’opportunità di girare con Rocco”, aggiungendo una frase che oggi suona particolarmente contradditoria alla luce delle accuse: “Ma lui è davvero un maestro nel far sentire l’attrice a proprio agio sul set”.
L’intera vicenda assume contorni ancora più controversi considerando l’intervento di altre personalità del settore, come Valentina Nappi, che ha difeso Siffredi affermando senza mezzi termini che “queste ragazze, secondo me, semplicemente non dovrebbero fare le attrici porno”, aggiungendo che “Rocco fa lo stesso tipo di scene da quando ha iniziato la sua carriera, che si aspettavano?”.
Il caso, lungi dall’essere risolto, è destinato a protrarsi ulteriormente considerando che Le Iene hanno già annunciato la messa in onda di un nuovo servizio nelle prossime settimane, che presumibilmente approfondirà ulteriormente questi aspetti controversi, possibilmente introducendo nuove testimonianze o elementi di analisi che potrebbero far pendere l’ago della bilancia in una direzione o nell’altra.
Mentre il dibattito pubblico continua a dividersi tra sostenitori dell’una o dell’altra versione, emergono questioni di fondo relative alle dinamiche di potere nell’industria pornografica, alla validità dei consensi espressi in contesti professionali fortemente asimmetrici, e alla difficoltà oggettiva di accertare la verità in situazioni che, per loro natura, si svolgono in contesti privati e spesso privi della documentazione necessaria a ricostruire con precisione gli eventi contestati.