L’amministrazione Trump ha messo fine all’esenzione doganale “de minimis” che per anni ha permesso ai prodotti cinesi a basso costo di entrare negli Stati Uniti senza pagare dazi. La misura, entrata in vigore il 2 maggio 2025, rappresenta un duro colpo per i giganti dell’e-commerce asiatico come Temu e Shein, che hanno costruito il loro successo commerciale proprio grazie a questa scappatoia normativa che consentiva l’importazione senza imposte di pacchi di valore inferiore agli 800 dollari.
Il provvedimento si inserisce in un quadro di crescente tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina, che ha visto un’escalation di dazi reciproci senza precedenti. L’amministrazione americana ha portato le tariffe sui prodotti cinesi al 145%, sommando diversi provvedimenti successivi, mentre Pechino ha risposto aumentando i propri dazi sulle merci statunitensi fino al 125%, in una spirale protezionistica che rischia di compromettere definitivamente le relazioni commerciali tra le due superpotenze economiche.
La chiusura dell’esenzione “de minimis” era stata inizialmente annunciata da Trump a febbraio, ma l’implementazione era stata rinviata a causa delle difficoltà logistiche riscontrate dalle autorità doganali, dalle aziende di consegna e dai rivenditori nell’adattarsi al cambiamento con breve preavviso. Durante quel periodo, il Servizio Postale degli Stati Uniti aveva temporaneamente sospeso l’accettazione dei pacchi provenienti dalla Cina continentale e da Hong Kong, evidenziando l’impatto significativo della misura sull’intero sistema di importazione.
Secondo i dati della dogana statunitense, oltre il 90% di tutte le merci che entrano negli USA rientravano nell’esenzione de minimis, con circa il 60% di queste spedizioni provenienti dalla Cina, principalmente da marchi direct-to-consumer come Temu e Shein. Con le nuove disposizioni, questi pacchi sono ora soggetti a dazi pari al 120% del loro valore o a una tariffa minima di 100 dollari per articolo, destinata ad aumentare a 200 dollari all’inizio di giugno, rendendo di fatto antieconomica l’importazione di prodotti a basso costo.
La Casa Bianca ha giustificato la misura descrivendola come “un passo fondamentale per contrastare l’emergenza sanitaria in corso causata dal flusso illecito di oppioidi sintetici negli Stati Uniti”. L’ordine esecutivo sottolinea come molti spedizionieri cinesi utilizzino pratiche di spedizione ingannevoli per nascondere sostanze illecite, compresi gli oppioidi sintetici, in pacchi di basso valore per sfruttare l’esenzione de minimis. Secondo il documento, queste droghe sono responsabili di decine di migliaia di morti americane ogni anno, con 75.000 decessi attribuiti al solo fentanyl.
Le piattaforme di e-commerce cinesi hanno già iniziato a reagire a questi cambiamenti drastici. Temu ha annunciato che interromperà la vendita diretta di prodotti importati dalla Cina agli Stati Uniti, passando a un “modello di evasione ordini locale” in cui “tutte le vendite negli Stati Uniti sono ora gestite da venditori con sede nel paese”. La piattaforma ha inoltre assicurato che i prezzi per i consumatori americani rimarranno invariati, ma gli analisti restano scettici sulla sostenibilità di tale strategia.
Shein, dal canto suo, ha annunciato aumenti di prezzo a partire dal 25 aprile, citando un incremento dei costi operativi “a causa di recenti modifiche nelle normative commerciali globali e nelle tariffe”. Numerosi esempi documentati mostrano come i prezzi di alcuni prodotti siano più che raddoppiati: una ciabatta elettrica precedentemente venduta a 19 dollari ora costa 47 dollari con le nuove tasse, rappresentando un aumento significativo per i consumatori americani abituati a prezzi estremamente competitivi.
L’American Action Forum, un’organizzazione politica conservatrice, aveva stimato lo scorso anno che l’eliminazione dell’esenzione avrebbe potuto comportare un costo annuale aggiuntivo compreso tra 8 e 30 miliardi di dollari, che sarebbe stato inevitabilmente trasferito sui consumatori. Gli esperti prevedono inoltre tempi di spedizione più lunghi, poiché i vettori responsabili del trasporto di questi articoli, tra cui UPS e FedEx, dovranno ora fornire i dettagli delle spedizioni alla dogana statunitense, con conseguenti ritardi nella consegna dei prodotti.
La fine dell’esenzione de minimis rappresenta solo l’ultimo capitolo della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, iniziata nel 2018 e intensificatasi con il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Le tariffe medie statunitensi sulle esportazioni cinesi sono ora al 124,1%, più di 40 volte superiori rispetto a prima dell’inizio della guerra tariffaria. La Cina, dal canto suo, ha dichiarato che “con i tassi tariffari ai livelli attuali, non c’è più un mercato per le merci statunitensi importate in Cina”, aggiungendo che “se il governo statunitense continuerà ad aumentare i dazi sulla Cina, Pechino li ignorerà”.
La situazione sta avendo ripercussioni anche sui trasporti internazionali. United Parcel Service (UPS) ha annunciato piani per tagliare circa 20.000 posti di lavoro nel 2025, citando “aumenti dei costi operativi” e “cambiamenti nelle condizioni economiche sia a livello nazionale che internazionale”. Inoltre, UPS intende chiudere circa 164 strutture entro la fine dell’anno. Il servizio postale di Hong Kong ha già sospeso la consegna dei pacchi negli Stati Uniti in risposta alle nuove misure.
Questa stretta protezionistica non riguarda solo gli Stati Uniti. Il Regno Unito ha annunciato una revisione delle importazioni di basso valore che entrano nel paese, mentre l’Unione Europea ha proposto piani per eliminare le esenzioni dai dazi per i pacchi di valore inferiore a 150 euro. Questa tendenza globale suggerisce che i consumatori in tutto l’Occidente potrebbero presto affrontare prezzi più elevati per i prodotti a basso costo provenienti dall’Asia, segnando potenzialmente la fine di un’era caratterizzata dalla facilità di accesso a merci economiche importate.