Fedez contro Papa Leone XIV, “Coinvolto in vicende di pedofilia”: Ma è falso

Il rapper pubblica sui social accuse contro il neoeletto Papa Leone XIV per presunte connessioni con casi di abusi sessuali, ma le verifiche evidenziano l’infondatezza delle insinuazioni e possibili motivazioni personali.

A poche ore dalla fumata bianca che ha annunciato l’elezione di Robert Francis Prevost come nuovo Pontefice con il nome di Leone XIV, si è rapidamente accesa una controversia mediatica che coinvolge il rapper italiano Fedez, il quale ha pubblicato sui propri canali social alcune affermazioni riguardanti presunte responsabilità del nuovo Papa in relazione a casi di abusi sessuali nella Chiesa, generando un dibattito sulla veridicità di tali accuse e sulle possibili motivazioni alla base di questo intervento.

Il cantante milanese ha condiviso nelle sue storie Instagram un testo accompagnato da un laconico “Amen” in cui vengono menzionate due specifiche vicende che avrebbero coinvolto Prevost in passato: “Due vicende legate agli abusi sessuali del clero hanno toccato la figura di Prevost”, ha scritto Federico Lucia sul proprio profilo social, entrando poi nei dettagli di quelli che sarebbero stati episodi controversi nella carriera ecclesiastica dell’attuale Pontefice. La prima accusazione risalirebbe ai primi anni Duemila quando, in qualità di provinciale agostiniano a Chicago, Prevost sarebbe stato “coinvolto in un caso di ospitalità a un sacerdote già condannato per pedofilia”, mentre la seconda, più recente, riguarderebbe il suo episcopato in Perù, dove avrebbe “gestito con scarsa trasparenza un’indagine su due sacerdoti accusati di molestie”.

L’intervento di Fedez non è passato inosservato, tanto che numerose testate giornalistiche hanno immediatamente riportato la notizia, analizzando sia il contenuto delle accuse sia l’inusuale tempistica con cui sono state diffuse, proprio nelle ore immediatamente successive all’elezione del nuovo Pontefice, quando Robert Francis Prevost non aveva ancora tenuto il suo primo discorso ufficiale dalla loggia della Basilica di San Pietro. La questione ha assunto rapidamente contorni più complessi quando alcune fonti hanno suggerito che le accuse sarebbero prive di fondamento, evidenziando come il Vaticano avrebbe già fornito in passato “le più ampie e trasparenti spiegazioni che scagionavano il Santo Padre” dalle accuse relative agli episodi citati dal rapper.

Approfondendo i dettagli delle vicende citate nell’intervento social, emerge che la prima accusazione farebbe riferimento ai casi dei sacerdoti Richard McGrath e James Ray, entrambi appartenenti all’Ordine degli Agostiniani e accusati di abusi su minori negli anni ’90, quando Prevost era alla guida della Provincia agostiniana di Chicago. Secondo queste accuse, l’attuale Papa avrebbe mostrato eccessiva tolleranza nei confronti di figure già colpite da condanne o sospetti, ospitandole in strutture sotto la sua giurisdizione, nonostante i precedenti problematici legati ad accuse di pedofilia.

La seconda vicenda si collocherebbe invece in Perù, dove Prevost ha ricoperto il ruolo di vescovo di Chiclayo. Nel 2020, tre sorelle – identificate come Ana Maria Quispe Diaz, Aura Teresa e Juana Mercedes – avrebbero denunciato pubblicamente abusi sessuali subiti da due sacerdoti tra il 2006 e il 2010, sostenendo che la diocesi guidata da Prevost non avesse avviato alcuna indagine canonica interna, limitandosi a suggerire alle vittime di rivolgersi alle autorità civili. La diocesi di Chiclayo, tuttavia, aveva replicato all’epoca affermando che il vescovo aveva seguito correttamente le procedure canoniche, ascoltando le vittime e trasmettendo i dossier al Dicastero per la Dottrina della Fede.

Un ulteriore elemento che ha alimentato il dibattito è emerso il 25 marzo 2025, quando il gruppo SNAP (Survivors Network of Those Abused by Priests), la più grande organizzazione americana di supporto alle vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti, aveva presentato una denuncia formale in Vaticano contro l’allora cardinale Prevost, accusandolo di aver insabbiato gli abusi sessuali di alcuni sacerdoti. In una lettera di cinque pagine indirizzata ad alti funzionari vaticani, l’organizzazione aveva sostenuto che Prevost avrebbe permesso a sacerdoti accusati di violenza sessuale su minori di continuare a predicare, senza indagare adeguatamente sulle accuse né allertare le autorità civili.

Papa Leone XIV, dal canto suo, ha sempre respinto con fermezza qualsiasi accusa di insabbiamento, rivendicando invece un impegno costante nella protezione dei minori. Durante il suo episcopato in Perù, ha fondato il primo centro di ascolto per vittime di abusi nel paese sudamericano e, successivamente, da cardinale, ha presieduto la Commissione Episcopale per la Protezione dei Minori, uno degli organismi più importanti della Chiesa in questa delicata materia, dimostrando un’attenzione concreta verso la questione degli abusi.

L’interesse mediatico suscitato dalle dichiarazioni di Fedez è stato ulteriormente amplificato dalla curiosa coincidenza onomastica: il figlio del rapper, avuto dall’ex compagna Chiara Ferragni, si chiama infatti Leone, proprio come il nome scelto dal nuovo Pontefice per il suo pontificato. Questa circostanza ha spinto alcuni commentatori a interrogarsi sulle reali motivazioni alla base dell’intervento del cantante, ipotizzando che possa esserci anche un elemento di risentimento personale legato alla scelta del nome papale.

Non è la prima volta che Fedez si esprime criticamente nei confronti della Chiesa cattolica: già nel 2016, con la canzone “Cardinal Chic”, aveva apertamente criticato la figura dei cardinali e le disuguaglianze sociali, dipingendo un quadro di presunta ipocrisia e disconnessione tra la Chiesa e i fedeli. La recente presa di posizione si inserisce quindi in un percorso di critiche già manifestate in passato dall’artista milanese nei confronti dell’istituzione ecclesiastica.

In un momento particolarmente significativo per la Chiesa cattolica, con l’elezione di Robert Francis Prevost come 267° Pontefice della storia, primo Papa statunitense e con trascorsi missionari in Perù, la controversia sollevata dall’intervento di Fedez ricorda quanto sia complesso e delicato il tema degli abusi sessuali all’interno della Chiesa, una questione che continua a rappresentare una sfida cruciale anche per il nuovo pontificato, come lo era stato per il predecessore, Papa Francesco, che ha combattuto con determinazione contro quella che ha definito “la piaga della pedofilia nella Chiesa”.

Nonostante la rapida circolazione delle accuse sui social media, diversi esperti di fact-checking hanno iniziato a esaminare criticamente le affermazioni diffuse da Fedez, sottolineando l’importanza di verificare l’attendibilità delle fonti e di contestualizzare correttamente le informazioni prima di trarre conclusioni affrettate su vicende complesse che richiedono approfondimenti accurati e rigorosi. La questione evidenzia ancora una volta il ruolo cruciale che i social media hanno assunto nella diffusione di notizie e opinioni, con la capacità di influenzare rapidamente la percezione pubblica su temi di rilevanza internazionale.