Dietrofront Mediaset, Striscia La Notizia tornerà a settembre: ma sarà vero?

La decisione di Mediaset di confermare Striscia La Notizia nonostante gli ascolti in calo solleva polemiche, con critiche sui social e interrogativi sul potere di Antonio Ricci nell’azienda.

Il dietrofront di Mediaset sulla sorte di Striscia La Notizia ha scatenato numerose polemiche nel panorama televisivo italiano. Dopo mesi di indiscrezioni riguardanti una possibile cancellazione del programma, Antonio Ricci ha ufficialmente smentito tali voci in un’intervista al settimanale Di Più Tv, annunciando che il tg satirico tornerà regolarmente in onda a settembre con la storica coppia composta da Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti.

La dichiarazione di Ricci secondo cui “Striscia è il programma più visto di Mediaset, tranne il sabato quando in prima serata c’è Maria De Filippi” appare tuttavia in netto contrasto con i dati di ascolto registrati negli ultimi mesi. Un’analisi più approfondita delle performance del programma mostra infatti numeri ben diversi da quelli sbandierati dal suo creatore. I dati Auditel disponibili rivelano che il tg satirico raccoglie mediamente tra i 2,5 e i 2,7 milioni di spettatori, con uno share che oscilla tra il 12,5% e il 13,5%, ben lontano dai fasti di un tempo.

Particolarmente significativo il confronto con la serata del 10 maggio 2025, quando Striscia ha registrato appena 2.347.000 spettatori con il 13,45% di share, numeri che difficilmente giustificherebbero l’enfasi con cui Ricci ha respinto le critiche sugli ascolti. Una tendenza al ribasso che solleva interrogativi sulla decisione di Mediaset di confermare il programma nella prossima stagione televisiva, soprattutto considerando le recenti e drastiche scelte aziendali nei confronti di altre produzioni.

Il caso più eclatante è certamente quello di “The Couple”, condotto da Ilary Blasi, cancellato improvvisamente da Pier Silvio Berlusconi proprio a causa di ascolti ritenuti insufficienti. Una decisione che ha colto di sorpresa molti addetti ai lavori, considerando che il reality era stato presentato come uno dei programmi di punta della stagione. La chiusura anticipata, con l’ultima puntata fissata per l’11 maggio, ha mostrato come l’azienda non esiti a intervenire drasticamente quando i numeri non soddisfano le aspettative.

Il contrasto tra queste due differenti linee editoriali ha scatenato un acceso dibattito nel settore e tra il pubblico. Mentre un programma con ascolti inferiori al 10% viene chiuso con effetto immediato, Striscia La Notizia, con performance non particolarmente brillanti, viene confermata senza apparenti esitazioni. Una disparità di trattamento che alimenta interrogativi sul peso specifico di Antonio Ricci all’interno dell’azienda di Cologno Monzese.

Il potere di Ricci in Mediaset non è certo un mistero. Come rivelato in diverse interviste, il contratto che lega il creatore di Striscia all’azienda gli garantisce una “libertà totale” che pochi altri possono vantare. Un privilegio che gli ha permesso, nel corso degli anni, di mandare in onda servizi controversi senza dover rendere conto ai vertici, come nel caso dei famosi fuorionda di Andrea Giambruno, ex compagno della Premier Giorgia Meloni, trasmessi senza previa autorizzazione della direzione.

La posizione di Ricci all’interno dell’azienda appare dunque anomala nel panorama televisivo italiano, caratterizzata da un’autonomia decisionale che raramente viene concessa ad altri autori o produttori. Lui stesso, in un’intervista rilasciata a marzo, si era definito un “battitore libero”, dichiarando provocatoriamente che se gli venisse affidata la gestione delle tre reti Mediaset per sei mesi, farebbe “una rivoluzione, con programmi completamente diversi”, pur ammettendo che probabilmente “manderebbe in rovina” l’azienda.

Sui social network, la notizia della conferma di Striscia La Notizia ha scatenato una valanga di commenti critici. Molti utenti si chiedono apertamente come sia possibile che un programma con ascolti in calo venga confermato, mentre produzioni con risultati analoghi o addirittura migliori vengono cancellate senza appello. “Come mai Ricci ha così potere in Mediaset?” è la domanda che rimbalza con maggiore frequenza, insieme a considerazioni sulla presunta obsolescenza del format, che molti ritengono non più in sintonia con i gusti del pubblico contemporaneo.

L’impatto di Striscia La Notizia sul pubblico italiano resta comunque innegabile. Il programma, in onda dal lontano 1988, ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel panorama televisivo nazionale, introducendo un modello di informazione satirica prima inesistente e diventando, come sottolineato da Carlo Freccero, “l’antenato dei social network”, un luogo dove la gente poteva sentirsi direttamente rappresentata nelle proprie denunce contro disfunzioni, truffe e illegalità.

Questa tradizione di impegno civile e sociale, certificata dai numerosi risultati ottenuti attraverso le inchieste del programma, potrebbe essere uno dei fattori che hanno convinto Mediaset a confermare la produzione nonostante gli ascolti non più esaltanti. Eppure, la sensazione diffusa tra gli addetti ai lavori è che la decisione sia più legata al peso specifico del suo creatore che non a effettive considerazioni di mercato.

In un panorama televisivo in continua evoluzione, con i canali tradizionali sempre più sfidati dalle piattaforme di streaming e dai nuovi media digitali, la strategia di Mediaset di puntare ancora su formule consolidate come quella di Striscia La Notizia appare quantomeno conservativa. Resta da vedere se la scommessa di Pier Silvio Berlusconi su Antonio Ricci si rivelerà vincente o se, al contrario, la conferma del programma rappresenterà un ulteriore passo verso il declino della televisione generalista tradizionale.