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Spazio, Gigantesca Macchia Solare punta verso la Terra: AR 4079 è metà di quella di Carrington

Una gigantesca macchia solare denominata AR 4079, con un diametro di circa 140.000 chilometri, è comparsa sulla superficie del Sole e sta puntando direttamente verso la Terra. Gli astronomi monitorano con attenzione questa formazione, che ha dimensioni pari a circa la metà di quella che causò il famoso Evento di Carrington del 1859.
Credit © Eduardo Schaberger Poupeau

Una gigantesca macchia solare denominata AR 4079, con un diametro di circa 140.000 chilometri, è comparsa sulla superficie del Sole e sta destando preoccupazione tra gli astronomi. La struttura, attualmente posizionata appena sopra la zona equatoriale del disco solare e sempre più vicina al suo centro, è rivolta direttamente verso la Terra, rappresentando un potenziale rischio per il nostro pianeta. Questa formazione, caratterizzata da due enormi nuclei scuri sufficientemente grandi da poter contenere completamente il nostro pianeta, è una regione della fotosfera magneticamente molto attiva da cui sono già scaturiti diversi brillamenti solari.

La macchia solare AR 4079 si estende per più di 140.000 km da un estremo all’altro e presenta due nuclei oscuri di dimensioni tali da poter inghiottire ognuno la Terra, che ha un diametro di poco inferiore ai 13.000 chilometri. Non solo è di gran lunga la più grande del 2025, ma risulta visibile anche ad occhio nudo con adeguate protezioni solari, come confermato da numerosi osservatori che hanno potuto vederla utilizzando semplici occhiali per eclissi solari. Gli esperti di Spaceweather.com riferiscono che questi nuclei sono irti di fibrille solari simili a capelli, lunghe fino a 20.000 km, che sono essenzialmente tubi magnetici che guidano il plasma caldo dentro e fuori dalla macchia solare.

Un aspetto particolarmente interessante è che recentemente è apparso un ponte di luce tra i due nuclei scuri della macchia. Secondo l’Associazione delle Università per la Ricerca in Astronomia (AURA), “si ritiene che i ponti di luce siano il segno dell’inizio della disgregazione di una macchia solare, che alla fine si romperà”. Tuttavia, la natura di questi ponti non è del tutto compresa: alcuni ricercatori suggeriscono che i campi magnetici alla base di un ponte di luce siano impegnati ad attraversarsi e riconnettersi, lo stesso processo esplosivo che innesca le potenti esplosioni solari.

La macchia solare AR 4079 risulta anomala proprio perché, nonostante le sue dimensioni colossali, ha prodotto finora solo brillamenti relativamente deboli, principalmente di classe C. I brillamenti solari sono classificati in cinque classi di potenza a seconda della loro luminosità nei raggi X: A, B, C, M e X, in ordine crescente di potenza, dove ogni classe è dieci volte più potente della precedente. All’interno di ogni classe, la potenza del brillamento viene ulteriormente classificata associandole un numero da 1 a 9, in modo tale che un brillamento C4 ha una potenza pari alla metà di quella di un brillamento C8.

L’attività della macchia AR 4079 ha fatto registrare un significativo aumento nella giornata del 29 aprile 2025 con tre brillamenti di classe M registrati nella prima metà della giornata. I brillamenti provenienti da questa regione hanno avuto inizio con un brillamento di magnitudo C3.2 alle 21:52 UTC del 28 aprile, seguito da altri di magnitudo variabile nei giorni successivi. Le previsioni suggeriscono che questa regione potrebbe essere il fulcro dell’incremento dell’attività solare nei prossimi giorni.

Un dettaglio particolarmente rilevante della macchia solare AR 4079 è la sua dimensione comparata a quella che nel 1859 provocò il famigerato Evento di Carrington, la più forte tempesta geomagnetica mai registrata direttamente dagli scienziati. Secondo gli esperti, la macchia attuale ha dimensioni pari a circa la metà di quella che causò quell’evento storico. L’Evento di Carrington fu causato da un violentissimo brillamento osservato il 1° settembre 1859 dagli scienziati britannici Richard Carrington e Richard Hodgson e fu classificato retrospettivamente come X45.

L’Evento di Carrington produsse effetti straordinari su tutta la Terra dal 28 agosto al 2 settembre 1859. La tempesta provocò notevoli disturbi all’allora recente tecnologia del telegrafo, causando l’interruzione delle linee telegrafiche per 14 ore, e produsse un’aurora boreale visibile anche a latitudini inusuali, come Roma, Giamaica, Hawaii e Cuba. I telegrafi, in alcuni casi, presero fuoco o produssero pericolosissime scintille, e molti operatori ricevettero forti scosse elettriche. Nonostante la rimozione delle batterie che li alimentavano, i telegrafi non distrutti continuarono a funzionare per ore grazie alle “correnti parassite” introdotte negli impianti dalla tempesta geomagnetica.

Le tempeste geomagnetiche vengono classificate su una scala da G1 a G5, dove G5 rappresenta il livello massimo di intensità. Gli effetti di una tempesta geomagnetica di classe G4 o G5 nel mondo tecnologico attuale potrebbero essere devastanti: problemi diffusi di controllo della tensione elettrica, blackout delle reti di distribuzione, danni ai trasformatori, degrado o inutilizzabilità dei sistemi GPS per ore o giorni, e interruzione delle comunicazioni radio ad alta frequenza. Un evento simile a quello di Carrington nel mondo ipertecnologico e iperconnesso come il nostro causerebbe danni estremi a impianti elettrici, connessioni e sistemi di navigazione, con blackout che gli esperti stimano possano durare settimane o addirittura mesi.

La quiete apparente della macchia AR 4079, nonostante le sue dimensioni impressionanti, è stata descritta da alcuni esperti come “la quiete prima della tempesta” oppure “semplicemente la quiete”. Ciò che è certo è che sulla gigantesca struttura sta per accadere qualcosa, e gli astronomi continueranno a monitorarla attentamente nei prossimi giorni, nella speranza che non inneschi eruzioni solari troppo violente mentre è rivolta direttamente verso il nostro pianeta.

Le macchie solari esistono in varie dimensioni e forme, e alcuni gruppi hanno una struttura magnetica più complessa di altri, tendendo maggiormente a produrre brillamenti solari intensi. Le macchie solari di tipo delta, in particolare, possono essere molto attive e produrre i brillamenti solari più intensi. La AR 4079, data la sua complessità e dimensione, richiede un’attenzione particolare, e gli scienziati continueranno a monitorarne l’evoluzione per prevedere possibili eruzioni solari significative che potrebbero influenzare il nostro pianeta.