Cosa sono i Labubu, la nuova ossessione del momento

Dall’Asia all’Italia, i pupazzetti pelosi dal sorriso inquietante sono diventati l’ossessione del momento: tra blind box, social media e celebrità, ecco perché tutti vogliono un Labubu sulla propria borsa.

File interminabili davanti all’unico negozio ufficiale di Milano, accessori attaccati alle borse più esclusive e centinaia di video su TikTok che mostrano l’apertura delle misteriose “scatole cieche”: sono i segnali inequivocabili dell’arrivo in Italia della Labubu-mania, il fenomeno dei pupazzetti pelosi dal ghigno inquietante che sta conquistando collezionisti di tutte le età. Queste creature dall’aspetto distintivo – orecchie da coniglio, occhi furbi e sorriso con denti aguzzi – sono diventate in pochi mesi l’accessorio must-have del 2025, trasformandosi da semplici giocattoli a veri e propri status symbol del mondo fashion.

In Italia la tendenza è esplosa solo questa primavera, ma il fenomeno Labubu ha origini più lontane e una storia che racconta molto dell’intersezione tra cultura pop asiatica, collezionismo e moda contemporanea. La loro estetica unica, a metà tra il kawaii giapponese e un’innocenza disturbante, ha saputo catturare l’immaginario collettivo creando un desiderio irrefrenabile tra giovani e adulti, alimentato da una strategia commerciale basata sulla rarità e sull’effetto sorpresa.

Origini e creazione, dalla fantasia di Kasing Lung al successo globale

I Labubu sono stati creati dall’artista di Hong Kong Kasing Lung, cresciuto nei Paesi Bassi e fortemente influenzato dal folklore nordico. Inizialmente Labubu era solo uno dei personaggi della serie “The Monsters”, un universo narrativo popolato da creature fantastiche disegnate dall’artista a partire dal 2015. La svolta commerciale è arrivata nel 2019, quando Lung ha stretto un accordo con Pop Mart, colosso cinese dei giocattoli da collezione, che ha trasformato i suoi disegni in oggetti tridimensionali di successo

Nonostante il nome possa trarre in inganno, i Labubu non sono semplici coniglietti. Sebbene le orecchie lunghe e ovali possano ricordare quelle dei conigli, sono in realtà creature fantastiche ispirate agli elfi delle fiabe nordiche. L’elemento più riconoscibile è certamente il loro volto: una faccia in gomma con un’espressione furba e un sorriso dai denti aguzzi, che conferisce loro un aspetto contemporaneamente buffo e mostruoso. Completano il look un corpo e orecchie pelose disponibili in una miriade di varianti e colorazioni.

Il segreto del successo, blind box e collezionismo

Uno degli elementi chiave che ha decretato il successo dei Labubu è il formato di vendita: le blind box. Si tratta di scatole sigillate il cui contenuto è ignoto fino all’apertura, una modalità che trasforma ogni acquisto in un’esperienza emozionante, un vero e proprio rituale. Non sai quale Labubu ti capiterà finché non apri la scatola, e questo innesca un meccanismo di desiderio e curiosità che spinge all’acquisto ripetuto nella speranza di trovare i modelli più rari o completare una collezione.

Questa strategia commerciale stimola esattamente quelle dinamiche psicologiche che rendono così avvincente il collezionismo: l’attesa, la sorpresa e la rarità. Alcuni modelli sono infatti prodotti in tiratura limitata o come secret editions, provocando vere e proprie corse all’acquisto durante i lanci. Non è raro che i pezzi più esclusivi vengano poi rivenduti a prezzi dieci volte superiori rispetto al costo originale (che varia dai 20 ai 50 euro) sui mercati secondari e piattaforme di rivendita.

Dalla K-pop alle passerelle, l’effetto celebrità

Il salto dal mondo del collezionismo a quello della moda mainstream è avvenuto grazie a influencer e celebrità internazionali che hanno iniziato a sfoggiare i Labubu come accessori delle loro borse di lusso. La popolarità di questi pupazzetti è letteralmente esplosa quando Lisa delle Blackpink, superstar del K-pop, è stata vista con un Labubu attaccato alla sua borsa. A seguire, personalità del calibro di Rihanna, Dua Lipa e in Italia Chiara Ferragni hanno contribuito a trasformare questi giocattoli in veri oggetti di culto della moda.

L’aspetto più interessante di questa tendenza è il contrasto che si viene a creare: borse di lusso dal valore di migliaia di euro vengono personalizzate con pupazzetti dall’aspetto volutamente infantile e un po’ inquietante. È un gioco di contraddizioni che ben rappresenta la moda contemporanea, sempre più orientata verso l’ironia e il mescolamento di alto e basso. Questo nuovo assioma della moda stabilisce che il valore di una borsa non viene affatto diminuito dalla presenza di charm giocosi; al contrario, più è preziosa la borsa, più risulta cool abbinarla a un accessorio apparentemente infantile.

Il fenomeno social, da TikTok al mondo reale

Il successo dei Labubu è intrinsecamente legato ai social media, in particolare a TikTok e Instagram. I video di unboxing delle blind box raccolgono milioni di visualizzazioni, trasformando l’apertura della scatola in un evento collettivo capace di generare emozioni forti. Gli hashtag dedicati ai Labubu contano migliaia di contenuti, e l’algoritmo ha fatto il resto, amplificando il fenomeno fino a renderlo virale a livello globale.

Questo trend ha molte caratteristiche tipiche delle ossessioni social: la combinazione di esclusività, casualità (non sai cosa troverai nella scatola) e la possibilità di condivisione. Ciò che rende particolare il fenomeno Labubu rispetto ad altre mode passeggere è che ha saputo oltrepassare la soglia del puramente digitale, creando occasioni di incontro reale tra appassionati. Come riportano diverse fonti, infatti, molti collezionisti si incontrano di persona per scambiarsi i Labubu doppioni, trasformando quella che potrebbe essere una semplice mania consumistica in un’esperienza sociale.

Il ritorno dell’infanzia, nostalgia e kawaii

Il successo dei Labubu si inserisce in un più ampio ritorno di tendenze legate all’estetica kawaii e alla nostalgia dell’infanzia. Dopo il boom dei Sonny Angel (le bamboline alate con copricapi stravaganti) e delle figure Sanrio come Hello Kitty, questi mostriciattoli rappresentano l’ultima incarnazione di un’estetica che fonde tenerezza e inquietudine, tipica della sensibilità contemporanea.

Il fenomeno ricorda da vicino le mode degli anni Duemila, quando portachiavi con le scimmiette Kipling o i Cucciolotti spopolavano tra i giovani. Oggi però il meccanismo è amplificato dai social media e da una strategia commerciale più sofisticata, basata su edizioni limitate e un sistema di vendita che stimola il desiderio di collezionare. Non è un caso che i Labubu abbiano trovato terreno fertile in un momento storico in cui la moda riscopre una componente ludica, quasi infantile, contrapponendola consapevolmente al minimalismo degli anni passati.

L’impatto economico, il business dei mostriciattoli

Il successo commerciale dei Labubu è impressionante. Pop Mart, l’azienda che li produce, ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni. Secondo quanto riportato, i ricavi della prima metà del 2024 hanno toccato quota 642 milioni di dollari, con un aumento di quasi due terzi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Solo la linea “The Monsters” ha generato vendite di 6,3 miliardi di yuan cinesi (circa 87 milioni di dollari) nella prima metà del 2024.

In Italia, l’unico negozio ufficiale Pop Mart si trova a Milano in Corso Buenos Aires, aperto a luglio 2024, e viene preso d’assalto durante ogni lancio di nuove collezioni. Non è raro vedere file che si formano fin dalle prime ore del mattino, con appassionati disposti ad attendere anche sette ore per accaparrarsi i pezzi più ricercati. Questo ha generato anche un florido mercato secondario, con rivenditori non ufficiali che offrono i modelli più rari a prezzi maggiorati, e persino un mercato artigianale dedicato agli accessori per personalizzare i propri Labubu.

Una mania destinata a durare?

I Labubu rappresentano molto più di una semplice moda passeggera: incarnano perfettamente l’intersezione tra collezionismo, cultura pop e moda contemporanea. Sono oggetti che sanno parlare simultaneamente a diverse generazioni, mescolando il fascino dell’infanzia con un’estetica leggermente perturbante che solletica l’immaginario adulto. Il loro successo si basa su dinamiche psicologiche profonde: il desiderio di possedere qualcosa di esclusivo, il brivido della sorpresa, e il piacere di far parte di una comunità di appassionati.

Mentre molte tendenze fashion si esauriscono nello spazio di una stagione, il fenomeno Labubu potrebbe avere maggiore longevità grazie al suo radicamento nel mondo del collezionismo e alla continua creazione di nuove serie ed edizioni limitate. È un esempio perfetto di come un semplice giocattolo possa trascendere la sua natura originaria per diventare un simbolo culturale e un oggetto di desiderio trasversale. Che siano appesi a una Birkin di Hermès o a uno zaino scolastico, i Labubu hanno saputo conquistare un posto speciale nell’immaginario collettivo contemporaneo, trasformando un mostriciattolo dai denti aguzzi in una vera e propria icona di stile.