Cos’è “Danzopoli” e cosa sta succedendo ora

A quattordici anni dallo scandalo “Danzopoli”, l’inchiesta di Salvo Sottile riaccende i riflettori su un sistema di presunti favoritismi e classifiche preordinate nella danza sportiva italiana, con il ritorno di Ferruccio Galvagno nella FIDESM.
Credit © Unsplash

Il mondo della danza sportiva italiana è nuovamente sotto i riflettori per uno scandalo che richiama alla memoria quanto già accaduto nel 2011, quando emersero sistematiche alterazioni dei risultati delle competizioni. Oggi, a distanza di quattordici anni, la trasmissione FarWest di Salvo Sottile su Rai 3 ha riacceso i riflettori su quella che venne denominata Danzopoli, un sistema di presunti favoritismi, classifiche preordinate e conflitti d’interesse che continuerebbe a influenzare l’esito delle gare nazionali. Le nuove rivelazioni gettano un’ombra sulla trasparenza della Federazione Italiana della Danza Sportiva (FIDESM) e sollevano interrogativi sull’integrità di un settore che coinvolge oltre un milione di ballerini in Italia, con migliaia di scuole diffuse su tutto il territorio nazionale.

Lo scandalo Danzopoli esplose nel 2011, quando un’operazione coordinata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Rimini portò alla denuncia di ventuno persone, tra cui il presidente federale della FIDS, un consigliere federale, giudici e tecnici di gara. Le indagini partirono da una denuncia presentata nel gennaio dello stesso anno, a seguito di irregolarità riscontrate durante una manifestazione nazionale tenutasi a Rimini tra maggio e giugno 2010. Il sistema fraudolento prevedeva l’utilizzo dei numeri di gara assegnati ai concorrenti come codice per indicare ai giudici quali atleti dovessero essere favoriti rispetto agli altri. La predeterminazione dei risultati non serviva solo ad alterare l’esito di singole competizioni, ma a modificare sistematicamente la ranking list nazionale, consolidando l’egemonia di un gruppo di potere all’interno della danza sportiva italiana.

Una delle figure centrali di quello scandalo fu Ferruccio Galvagno, all’epoca presidente federale della FIDS, che venne radiato nel 2011 per il suo coinvolgimento nella vicenda. La Procura Federale gli contestò gravi violazioni disciplinari, tra cui “la preordinazione dei risultati delle gare”, “la censura” di giudici che non si erano attenuti alle indicazioni ricevute, “indebite pressioni” su tecnici e atleti affinché cambiassero maestro o scuola, prospettando in caso contrario conseguenze negative per la loro carriera. Queste accuse portarono alla radiazione di Galvagno e di altri dirigenti, con il conseguente commissariamento della Federazione.

Il nuovo capitolo dell’inchiesta di FarWest, andato in onda il 30 maggio 2025, ha rivelato come, nonostante le sanzioni comminate nel 2011, pratiche simili continuerebbero a influenzare il mondo della danza sportiva italiana. L’aspetto più sorprendente emerso dall’inchiesta riguarda il ritorno sulla scena di Ferruccio Galvagno, radiato per lo scandalo Danzopoli, ora con un ruolo ufficiale nella FIDESM, la Federazione Italiana della Danza. La presidente della FIDESM, Laura Lunetta, ha difeso questa scelta affermando che “Galvagno ha esperienza e competenze riconosciute”, ma il suo ritorno continua ad alimentare dubbi sulla governance federale e sulla trasparenza delle pratiche interne.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta di Salvo Sottile, basata su documenti riservati e testimonianze esclusive, i problemi strutturali che affliggevano la danza sportiva italiana nel 2011 non sarebbero stati risolti. In particolare, l’inchiesta ha evidenziato come persisterebbe il fenomeno delle classifiche preordinate: “Le classifiche si sanno mesi prima. Anche in gare recenti si sapeva già chi avrebbe vinto”, hanno affermato due tecnici intervistati nel programma. Di fronte a queste accuse, Ferruccio Galvagno ha risposto: “Chi conosce davvero la danza, può prevedere chi vince. È come sapere chi vince a Blackpool”, una frase che ha generato diverse interpretazioni nel contesto dell’inchiesta.

Una delle criticità principali segnalate riguarda il conflitto d’interesse legato al doppio ruolo dei giudici, alcuni dei quali risultano essere contemporaneamente tecnici o istruttori degli atleti che si trovano a valutare. Questo problema è stato più volte sollevato nel corso del programma, con il SAF (l’organismo federale preposto al controllo) indicato da alcuni come poco incisivo nel contrastare queste dinamiche. Uno degli episodi citati riguarda una classifica dei campionati italiani: secondo due fonti, sarebbe circolato un file con i risultati già la sera prima della gara, poi confermati il giorno successivo, a dimostrazione di come i verdetti fossero già decisi in anticipo.

Un’altra pratica controversa emersa dall’inchiesta è quella delle cosiddette “Chids Academy”, corsi a pagamento che secondo alcune testimonianze favorirebbero i partecipanti nelle competizioni successive. “Dieci anni fa è capitato, hanno raccontato che gli è stato proprio suggerito di partecipare a questi Chiz Academy per avere poi un risultato in gara e che chi non avesse partecipato a questi chids Academy non avrebbe poi ottenuto il risultato che voleva in gara”, si afferma nel reportage. Quando interrogato su questa pratica, un responsabile del progetto CIDS ha risposto che se qualcuno ha “millantato per vedere di spronare e arricchire questo evento”, non lo si può impedire, definendola una “vanteria” e non un “sistema”.

Lo scandalo Danzopoli, secondo l’inchiesta di FarWest, riguarderebbe interamente la FIDESM, con il supporto presunto del CIDS. Tuttavia, il ballerino italiano Matteo Cossu, intervistato a Blackpool durante gli Open Worlds, ha descritto la Federazione Italiana come “peggiorata sempre di più”, spiegando che lui partecipa alla competizione “da autonomo” e che i colleghi ballerini italiani presenti “non rappresentano la Federazione Italiana”. Queste dichiarazioni suggeriscono un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni federali da parte di alcuni professionisti del settore.

Nonostante la gravità delle accuse emerse nel 2011 e le nuove rivelazioni, è importante sottolineare che il “grande scandalo della danza sportiva” originale si è risolto in maniera controversa dal punto di vista giudiziario. Come riportato dal Fatto Quotidiano, i dirigenti accusati sono stati alla fine prosciolti perché il processo “non avrebbe mai dovuto neanche avere luogo”, essendo viziato da irregolarità procedurali da parte della Procura generale e del Collegio di garanzia del CONI. Questa conclusione ha sollevato interrogativi sull’efficacia della giustizia sportiva nel contrastare fenomeni di corruzione e malaffare all’interno delle federazioni.

Nel 2019, un’altra indagine ha portato alla luce un presunto sistema di frode nelle competizioni di danza sportiva. I Carabinieri del comando provinciale di Rimini hanno scoperto un sistema di gare truccate che andava avanti da anni, con otto persone indagate tra giudici federali, direttori di gara e istruttori della FIDS. Secondo la ricostruzione, le scuole di danza “amiche” di un istruttore in grado di influenzare i giudici segnalavano gli atleti da far arrivare tra le prime quattro posizioni. In questo caso, tuttavia, non è stato riscontrato un passaggio di denaro, ma l’ipotesi è che i risultati favorevoli permettessero alle scuole di accrescere la propria visibilità nel settore.

Il mondo della danza sportiva italiana, con i suoi oltre centomila iscritti che si allenano con passione e dedizione, continua quindi a essere segnato da ombre e sospetti che ne minano la credibilità. Come sottolineato dal Corriere della Sera già nel 2017, dietro all’immagine delle coppie di leggiadri ballerini che incantano giurie e telespettatori si nasconde una realtà ben diversa, fatta di “scandali a ripetizione, ‘corvi’, pentiti, complotti e minacce”. Nonostante gli interventi della magistratura e degli organi di controllo sportivo, le dinamiche di potere e gli interessi economici legati alla designazione dei maestri e dei giudici delle gare nazionali sembrano continuare a influenzare un settore che dovrebbe essere basato esclusivamente sul merito e sulla competenza.

L’inchiesta di FarWest si inserisce in questo contesto, cercando di far luce su un sistema che, secondo le testimonianze raccolte, continuerebbe a condizionare il percorso di migliaia di ballerini italiani. Le accuse di gare truccate, favoritismi, ricatti e vessazioni, supportate da documenti riservati e testimonianze esclusive, pongono interrogativi seri sulla governance della danza sportiva italiana e sulla capacità delle istituzioni di garantire la regolarità delle competizioni. Il quadro che emerge è quello di un settore ancora troppo opaco, dove il talento e l’impegno rischiano di essere messi in secondo piano rispetto a logiche di potere e interessi personali.

Restano ora da vedere quali saranno le conseguenze di queste nuove rivelazioni e se porteranno a un effettivo cambiamento nel sistema della danza sportiva italiana. La speranza per i tanti appassionati e professionisti del settore è che si possa finalmente voltare pagina, garantendo trasparenza, meritocrazia e rispetto delle regole in un’arte che dovrebbe esprimere, prima di tutto, bellezza, armonia e libertà di espressione. Nel frattempo, l’ombra di Danzopoli continua a aleggiare, ricordando come anche il mondo apparentemente limpido della danza possa nascondere zone d’ombra difficili da dissipare.