Un nuovo allarme ambientale scuote le acque cristalline del Salento: un esemplare di pesce scorpione (Pterois miles), specie esotica velenosa che in alcuni casi può essere anche letale, è stato avvistato nei fondali rocciosi al largo di Torre Pali, frazione di Salve, in provincia di Lecce.
L’episodio, confermato dalle autorità locali, segna l’ennesima conferma dell’espansione di questa specie aliena nelle acque italiane, un fenomeno in crescita che desta preoccupazione tra biologi marini e istituzioni. Il Comune di Salve ha diffuso un avviso ufficiale invitando residenti, bagnanti e pescatori alla massima prudenza: il pesce scorpione si mimetizza perfettamente tra rocce e scogli, e le sue spine velenose possono provocare punture dolorose e pericolose, sebbene non mortali. La raccomandazione è categorica: evitare qualsiasi contatto, anche con esemplari apparentemente inerti.
L’arrivo del pesce scorpione si inserisce in un contesto più ampio e preoccupante: l’incremento di specie aliene nei mari italiani, un processo favorito dai cambiamenti climatici e dai “corridoi” che collegano ecosistemi diversi, come il Canale di Suez per le specie provenienti dal Mar Rosso. Questi organismi, introdotti accidentalmente o favoriti dalle mutate condizioni ambientali, possono alterare gli equilibri ecologici locali, mettendo a rischio la biodiversità autoctona e, in alcuni casi, la sicurezza delle persone.
Se alcune specie, come le alghe tropicali, risultano innocue, altre – tra cui meduse urticanti e pesci velenosi – rappresentano una minaccia concreta per la fauna marina e per le attività economiche legate al turismo e alla pesca. La comunità scientifica invita a monitorare costantemente il fenomeno e a sensibilizzare cittadini e turisti sui rischi legati alla presenza di queste specie.