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Milano, il sindaco Giuseppe Sala indagato nell’inchiesta sull’urbanistica

Il sindaco Giuseppe Sala indagato per false dichiarazioni e induzione indebita nell’inchiesta urbanistica milanese che coinvolge assessore Tancredi e immobiliarista Catella.
Facebook - Giuseppe Sala

Un nuovo terremoto giudiziario scuote Milano e tocca i massimi vertici dell’amministrazione comunale. Giuseppe Sala, sindaco della città meneghina, risulta indagato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sull’urbanistica che ha portato alla richiesta di arresto per sei persone, tra cui l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi e l’immobiliarista Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima.

Le ipotesi di reato contestate al primo cittadino sono due distinte accuse che delineano un quadro di presunti illeciti legati alla gestione urbanistica della metropoli lombarda. La prima riguarda false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone, specificamente riferita alla riconferma di Giuseppe Marinoni alla presidenza della Commissione Paesaggio del Comune. Secondo i pubblici ministeri Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, Sala avrebbe attestato l’assenza di conflitti di interesse di Marinoni con costruttori e progettisti di lavori esaminati dalla Commissione, nonostante tali conflitti fossero noti al sindaco quando, nel dicembre 2024, Marinoni venne riconfermato presidente dell’organismo per il periodo 2025-2029.

La seconda ipotesi di reato coinvolge Sala in un episodio di concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità, legato al progetto di riqualificazione dell’ex grattacielo Pirellino, noto anche come Torre Botanica, elaborato dall’architetto Stefano Boeri e dall’imprenditore Catella. Secondo l’accusa, l’assessore Tancredi, pressato da Boeri e Catella che minacciavano una rottura delle relazioni con il Comune in caso di mancata approvazione del progetto, avrebbe insistito con Marinoni riferendogli che il sindaco aveva ricevuto le rimostranze degli interessati affinché si esprimesse favorevolmente sul progetto.

L’inchiesta ha rivelato l’esistenza di un complesso sistema di comunicazioni tra i protagonisti della vicenda, emerso attraverso l’analisi delle conversazioni WhatsApp sequestrate dalla Guardia di Finanza. In particolare, risulta agli atti un messaggio che Boeri avrebbe inviato a Sala il 22 giugno 2023, il giorno prima di una seduta della Commissione Paesaggio chiamata a pronunciarsi sul progetto del Pirellino. I pubblici ministeri definiscono i toni del messaggio molto risoluti e di comando, con Boeri che concludeva il suo intervento scrivendo al sindaco di prendere le sue parole come un warning per l’indomani. La risposta di Sala, sempre secondo gli atti, fu prudente ma non definitivamente contraria: il sindaco riferì di conoscere la situazione attraverso i suoi collaboratori e di dover fidarsi del giudizio di Tancredi, promettendo di rivedere la questione con calma il mattino seguente.

Il progetto del Pirellino ottenne effettivamente, per la prima volta, un parere favorevole condizionato dalla Commissione Paesaggio il 22 giugno 2023, dopo essere stato inizialmente giudicato inammissibile. Questo cambio di prospettiva, secondo l’accusa, sarebbe stato il risultato delle pressioni esercitate attraverso i canali informali che collegavano i vertici dell’amministrazione comunale con gli interessi privati del settore immobiliare. L’inchiesta descrive un meccanismo nel quale le decisioni urbanistiche venivano influenzate attraverso interferenze politiche e interessi privati, con Marinoni che, secondo i pm, avrebbe indotto la Commissione a esprimere il parere favorevole desiderato da Boeri, Catella e Tancredi.

Il sistema deviato ricostruito dalla Procura si sarebbe basato su varianti ai piani regolatori, camuffate con richiami all’interesse pubblico e all’edilizia residenziale sociale, ma in realtà finalizzate ad aumentare volumetrie e altezze a vantaggio delle imprese coinvolte. Al centro di questo meccanismo vi sarebbe stata la creazione di quello che i magistrati definiscono un Piano di Governo del Territorio ombra, un sistema parallelo di gestione urbanistica che aggirava le procedure ufficiali. In una conversazione intercettata il 23 maggio 2023, Marinoni scriveva: Stiamo attuando un PGT ombra e con alte parcelle, mentre Tancredi confermava l’esistenza di lavori programmati per il prossimo lustro.

La reazione del sindaco Sala alla notizia dell’indagine a suo carico è stata di ferma contestazione delle modalità attraverso cui ne ha avuto conoscenza. Trovo allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura, ha dichiarato al Corriere della Sera, definendo questo metodo inaccettabile. Nel merito delle accuse, Sala ha respinto categoricamente ogni addebito, sostenendo che sul caso Pirellino l’amministrazione ha venduto l’immobile nel 2019 e dopo sei anni i lavori non sono ancora partiti, caratterizzando la vicenda come una continua discussione senza accordi definitivi. Riguardo alla questione della Commissione Paesaggio, il sindaco ha chiarito che la composizione viene gestita da un’apposita struttura comunale che seleziona i profili e decide i componenti, sottolineando che il rapporto tra sindaco e commissione è praticamente nullo e che non ha mai avuto il numero di telefono di Marinoni.

L’inchiesta coinvolge complessivamente ventuno indagati e si inserisce in un filone investigativo più ampio che da anni sta scrutinando la gestione urbanistica milanese. Tra gli indagati figurano nomi di primo piano del panorama edilizio e architettonico della città, tra cui lo stesso Stefano Boeri, già interdetto nei mesi scorsi da incarichi nella pubblica amministrazione, l’architetto Alessandro Scandurra, che avrebbe ricevuto parcelle per oltre 138mila euro da Coima, e l’immobiliarista Andrea Bezziccheri. Il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini dovrà decidere sulle sei richieste di custodia cautelare presentate dalla Procura, dopo gli interrogatori preventivi fissati per il 23 luglio, introdotti dalla riforma Nordio per consentire agli indagati di fornire la propria versione dei fatti prima dell’eventuale applicazione delle misure cautelari.

La figura di Manfredi Catella emerge come centrale nell’inchiesta, essendo il presidente e amministratore delegato di Coima, società che gestisce oltre dieci miliardi di euro attraverso trentatré fondi di investimento immobiliare e che ha avuto un ruolo determinante nella trasformazione urbanistica di Milano negli ultimi decenni. Catella è l’artefice del progetto Porta Nuova, che ha ridisegnato lo skyline milanese con investimenti superiori ai due miliardi di euro e realizzazioni iconiche come la Torre UniCredit e il Bosco Verticale. La sua società gestisce attualmente la riqualificazione dell’ex Pirellino e la realizzazione del Villaggio Olimpico a Scalo Romana per i giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026, che dopo l’evento diventerà il più grande studentato convenzionato d’Italia con millesettecento posti letto.

L’assessore Giancarlo Tancredi, sessantaquattrenne architetto milanese, rappresenta un altro tassello fondamentale del sistema sotto inchiesta. Entrato giovane negli uffici comunali, ha costruito l’intera carriera nel settore della progettazione e pianificazione urbana, seguendo come dirigente apicale tutti i progetti strategici della città: da Porta Nuova a CityLife, dall’Expo 2015 alla riqualificazione degli scali ferroviari, fino alla complessa vicenda dello stadio di San Siro. La sua nomina ad assessore nel 2021, voluta dal sindaco Sala come successore di Pierfrancesco Maran, aveva suscitato interrogativi sull’opportunità di trasformare un dirigente in politico, generando anche una segnalazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione per potenziale incompatibilità, poi archiviata.

L’inchiesta delinea un quadro nel quale gli interessi personali di guadagno di Giuseppe Marinoni si sarebbero intrecciati con quelli di Catella in una spirale corruttiva, secondo gli inquirenti, alimentata da un contesto ambientale che favoriva tali dinamiche. Marinoni, riconfermato alla presidenza della Commissione Paesaggio nonostante fosse già indagato in altro procedimento, avrebbe ricevuto incarichi privati e parcelle elevate da operatori della finanza immobiliare coinvolti nei maggiori progetti edilizi milanesi. Questi stessi progetti venivano poi sottoposti alla valutazione della Commissione di cui faceva parte, configurando un conflitto di interessi sistemico che, secondo la Procura, ha distorto gravemente il processo decisionale urbanistico della città.

Le indagini hanno portato alla luce un presunto meccanismo attraverso il quale le società edilizie utilizzavano licenze per ristrutturazioni come autorizzazioni per costruire nuovi edifici, eludendo le normali procedure di controllo. Questo sistema avrebbe permesso una espansione edilizia incontrollata che per mesi ha comportato il blocco della costruzione di nuovi edifici a Milano, mentre la magistratura approfondiva le irregolarità riscontrate. Il fenomeno indagato, secondo la Procura, è legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia che hanno assunto dimensioni di rilievo notevolissimo, tanto da portare già nei mesi scorsi al sequestro preventivo di diversi cantieri e all’adozione di misure cautelari personali in filoni investigativi collegati.

Il caso ha sollevato interrogativi sul modello di sviluppo urbano milanese, che negli ultimi anni ha attirato investimenti miliardari trasformando radicalmente il volto della città. Secondo alcuni osservatori, lo sbandierato successo di Milano non sarebbe il prodotto di una sana sinergia tra pubblico e privato, ma il risultato di un asservimento delle istituzioni agli interessi finanziari, con una ricchezza che non è stata redistribuita tra la popolazione ma concentrata nelle mani degli investitori e degli intermediari. Le disuguaglianze sarebbero aumentate e le classi meno agiate espulse, mentre servizi e spazi pubblici sono stati privatizzati piuttosto che migliorati.

L’inchiesta pone anche sotto osservazione il futuro di importanti progetti urbanistici, a partire dalla vendita dello stadio di San Siro a Inter e Milan, pratica che dovrebbe andare in giunta già lunedì prossimo ma che appare ora compromessa dalla situazione giudiziaria che coinvolge proprio l’assessore e il sindaco che stanno gestendo la procedura in prima persona. Dal punto di vista politico, il centrodestra ha immediatamente chiesto le dimissioni del sindaco, definendo la situazione inaccettabile e parlando di credibilità istituzionale compromessa, mentre il centrosinistra e il Partito Democratico, fino ad ora rimasti in silenzio, dovranno decidere quale posizione assumere nei confronti del primo cittadino indagato.

La Procura nell’ordinanza ha utilizzato espressioni particolarmente severe, parlando di eversive degenerazioni dell’assessore Tancredi in sintonia con Sala, riferendosi al funzionamento della Commissione Paesaggio dove sarebbe stato attuato il Piano di Governo del Territorio ombra. L’inchiesta rappresenta un momento di svolta per Milano, città che ha costruito la propria immagine internazionale su un modello di rigenerazione urbana presentato come virtuoso ed esemplare. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere gli sviluppi giudiziari della vicenda e le conseguenze politiche per un’amministrazione che si trova a dover gestire una crisi senza precedenti proprio mentre si avvicina la scadenza olimpica del 2026, evento per il quale molti dei progetti sotto inchiesta rivestono un ruolo strategico fondamentale. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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