Dopo giorni di caldo estremo che ha interessato gran parte della penisola italiana, l’Italia si prepara ad affrontare una nuova fase di instabilità atmosferica che coinvolgerà principalmente le regioni settentrionali a partire dalla giornata odierna, mercoledì 23 luglio. L’arrivo di un fronte instabile in quota, pilotato da un sistema ciclonico posizionato tra Germania e Scandinavia, determinerà condizioni meteorologiche avverse con temporali violenti, nubifragi e possibili grandinate di dimensioni significative su vaste aree del Nord Italia.
Secondo le analisi meteorologiche più recenti , l’intensificarsi dell’instabilità atmosferica rappresenta la conseguenza diretta del contrasto termico tra l’aria calda e umida accumulata nei bassi strati dell’atmosfera durante l’ondata di calore degli ultimi giorni e l’ingresso di correnti più fresche provenienti dal Nord Europa. Questo “carburante” atmosferico, costituito dall’elevata energia potenziale presente nella Pianura Padana, creerà le condizioni ideali per lo sviluppo di sistemi temporaleschi particolarmente intensi e duraturi.
Le zone più esposte ai fenomeni estremi
Il bollettino di allerta meteorologica diramato dalla Protezione Civile ha identificato Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia come le regioni che dovranno fronteggiare i fenomeni più severi. La Lombardia risulta essere la regione maggiormente esposta, con previsioni che indicano accumuli pluviometrici superiori ai 100 millimetri di pioggia in alcune aree, mentre per Milano si prevedono precipitazioni che potrebbero superare i 60 millimetri tra la sera di mercoledì e la giornata di giovedì.

Il Centro Funzionale Monitoraggio Rischi Naturali della Regione Lombardia ha conseguentemente emanato un’allerta meteorologica gialla per rischio temporali in vigore dalle ore 12:00 di mercoledì 23 luglio. L’allerta riguarda in particolare le zone della pianura centrale, i laghi e le Prealpi varesine, i laghi e le Prealpi orientali, il Lario e le Prealpi occidentali, le Orobie bergamasche e il nodo idraulico di Milano.
La situazione risulta particolarmente critica per quanto riguarda il rischio di formazione delle cosiddette supercelle temporalesche, fenomeni meteorologici di eccezionale intensità che negli ultimi anni si sono manifestati con crescente frequenza anche sul territorio italiano. Questi sistemi temporaleschi, caratterizzati da imponenti sviluppi verticali che possono raggiungere i 10-12 chilometri di altezza, presentano al loro interno una zona di bassa pressione denominata mesociclone che imprime una rotazione all’intero corpo nuvoloso.
La fase di maltempo che interesserà il Nord Italia avrà inizio nel pomeriggio di mercoledì 23 luglio, quando le prime celle temporalesche inizieranno a svilupparsi sui settori alpini e prealpini per poi estendersi gradualmente verso le pianure. Durante le ore serali e nella notte su giovedì 24 luglio, l’intensità dei fenomeni è destinata ad aumentare ulteriormente, con la possibilità che si verifichino i nubifragi più violenti proprio in questo arco temporale.

I meteorologi prevedono che alcuni settori del Nord Italia possano ricevere accumuli pluviometrici eccezionali, con quantitativi superiori ai 90-100 millimetri di pioggia in poche ore. Questi valori, se confermati, potrebbero rappresentare una frazione significativa della precipitazione media annuale concentrata in un intervallo temporale estremamente ridotto, con conseguenze potenzialmente drammatiche per quanto riguarda il deflusso superficiale e il rischio idrogeologico.
L’Emilia-Romagna, pur essendo coinvolta marginalmente dalla fase di maltempo più intensa, non sarà completamente esente da fenomeni temporaleschi. Il bollettino di vigilanza regionale indica infatti la possibilità di temporali sparsi e di breve durata nella seconda parte della giornata di mercoledì, localmente anche di forte intensità, con maggiore probabilità di manifestazione sul settore occidentale della regione.
Mentre le regioni settentrionali si preparano ad affrontare condizioni di marcata instabilità atmosferica, il Centro-Sud dell’Italia continuerà a essere dominato dall’anticiclone nordafricano, che manterrà condizioni di tempo stabile e temperature elevate. Questa dicotomia meteorologica, sempre più frequente durante la stagione estiva, rappresenta una delle manifestazioni più evidenti dei cambiamenti in atto nel sistema climatico del bacino del Mediterraneo.
Le regioni meridionali e le isole maggiori continueranno infatti a registrare temperature particolarmente elevate, con valori massimi che in Sicilia potranno raggiungere e superare i 42 gradi centigradi nelle zone interne. In particolare, i settori centro-orientali dell’isola potrebbero toccare picchi compresi tra 43 e 45 gradi, mentre non si escludono localmente punte ancora superiori nelle aree più interne e riparate dai venti.
La Protezione Civile della Sicilia ha conseguentemente emanato avvisi specifici per le ondate di calore, con livelli di allerta differenziati per le principali città dell’isola. Palermo e Catania sono state inserite in allerta di livello 3, il massimo della scala, indicativo di condizioni meteorologiche a rischio che persistono per tre o più giorni consecutivi. Messina si trova invece in allerta di livello 2, caratterizzata da temperature elevate che possono avere effetti negativi sulla salute della popolazione più vulnerabile.
L’episodio di maltempo previsto per oggi, mercoledì 23 luglio, rappresenta soltanto l’inizio di una fase più prolungata di instabilità atmosferica che interesserà le regioni settentrionali. Gli aggiornamenti modellistici indicano infatti la possibilità di nuovi peggioramenti nelle giornate successive, con un monitoraggio particolare rivolto all’evoluzione dei fenomeni tra giovedì e venerdì.
La perturbazione numero 9 di luglio, secondo la classificazione utilizzata dai servizi meteorologici, dovrebbe mantenere la sua influenza sul Nord Italia almeno fino a giovedì, quando il calo termico risulterà particolarmente marcato al Nord-Ovest, con temperature massime pomeridiane che potranno scendere anche sotto i 25 gradi. Questo brusco cambiamento termico rappresenta la conseguenza dell’ingresso dell’aria più fresca di origine atlantica che sostituirà gradualmente la massa d’aria calda e umida preesistente.

Venerdì anche l’Emilia-Romagna, la Sardegna e la Toscana potrebbero essere raggiunte dalle precipitazioni, segnando un’estensione geografica del maltempo verso regioni attualmente risparmiate dai fenomeni più intensi. Entro la domenica successiva, secondo le proiezioni attuali, la massa d’aria più fresca dovrebbe invadere tutto il territorio nazionale, raggiungendo anche le regioni meridionali e ponendo definitivamente fine all’intensa ondata di calore che ha caratterizzato gli ultimi giorni.
I meccanismi fisici alla base dei nubifragi
Per comprendere appieno la portata dei fenomeni previsti, è necessario analizzare i meccanismi fisici che determinano la formazione dei nubifragi. Un nubifragio viene definito come una precipitazione molto intensa e violenta, spesso associata a un temporale, che può causare danni significativi come allagamenti, frane lungo i versanti delle montagne e danni alle infrastrutture. La caratteristica distintiva di questi eventi non risiede tanto nell’accumulo complessivo di pioggia, quanto piuttosto nell’intensità della precipitazione.
Una precipitazione di 10 millimetri caduta in pochi minuti può risultare più dannosa di una pioggia da 100 millimetri distribuita nell’arco di 24 ore. Questo principio evidenzia l’importanza dell’intensità pluviometrica nella valutazione del rischio meteorologico. I pluviometri moderni misurano proprio questo parametro, fornendo indicazioni precise sulla velocità di accumulo della precipitazione al suolo.
Il termine “cloudburst”, utilizzato nella terminologia meteorologica internazionale, definisce un evento in cui più di 100 millimetri di pioggia cadono in meno di un’ora, spesso concentrati su un’area geografica molto ristretta. L’etimologia del termine, che combina “cloud” (nuvola) e “burst” (scoppio), coincide perfettamente con il composto latino “nubifragio”, che unisce “nubes” (nuvola) e “fragium” (rottura). Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!