Il virus West Nile è tornato a far parlare di sé, complici le temperature elevate di queste settimane e l’aumento della presenza di zanzare, soprattutto nel Nord Italia. I titoli dei giornali e dei notiziari hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica, ma i dati ufficiali raccontano una realtà che non giustifica alcun allarmismo. Da inizio estate sono stati registrati 10 decessi correlati all’infezione, tutti riguardanti persone di età superiore ai 70 anni e già affette da patologie croniche. Nel 2024, nello stesso periodo, i decessi erano stati 20, il doppio di quest’anno. Un dato che conferma come la situazione sia in linea con la media degli ultimi anni e non indichi alcuna impennata o anomalia preoccupante.
Il virus West Nile è presente in Italia da oltre un decennio ed è ormai considerato endemico. Si trasmette attraverso la puntura delle zanzare del genere Culex, che proliferano nei mesi caldi. La maggior parte delle persone infettate non sviluppa alcun sintomo, oppure manifesta una sintomatologia lieve simile a un’influenza: febbre, dolori muscolari, malessere diffuso. Solo in una minima percentuale dei casi, meno dell’1%, si verificano complicazioni neurologiche come meningiti ed encefaliti, e queste colpiscono soprattutto anziani e persone fragili. È importante sottolineare che il virus non si trasmette da persona a persona: non ci sono rischi di contagio diretto come avveniva con il Covid-19, un aspetto che di per sé riduce enormemente le possibilità di diffusione incontrollata.
La grande attenzione mediatica è comprensibile: da un lato, il cambiamento climatico sta portando estati sempre più calde e umide, condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare; dall’altro, l’esperienza del Covid ha reso la società molto più sensibile a tutto ciò che riguarda virus ed epidemie. Ma il messaggio degli esperti è chiaro: il West Nile è monitorato costantemente attraverso la sorveglianza su animali, zanzare e casi umani, e l’andamento attuale non è motivo di allarme.
Cosa possiamo fare come cittadini? Le regole sono semplici e ormai note: utilizzare repellenti quando si trascorre del tempo all’aperto, soprattutto di sera e di notte; proteggere le abitazioni con zanzariere; evitare ristagni d’acqua nei giardini, nei sottovasi e nelle grondaie, che rappresentano i principali focolai di riproduzione delle zanzare. Le autorità locali, inoltre, intervengono con trattamenti mirati nelle aree dove viene segnalata una presenza maggiore di zanzare infette.
“Il virus non va sottovalutato, ma è importante evitare panico e disinformazione” spiegano dall’Istituto Superiore di Sanità. “Le persone anziane e fragili devono prestare particolare attenzione, ma la probabilità di forme gravi resta molto bassa e la sorveglianza è capillare”.
In sintesi, la presenza del West Nile in Italia non è una novità e non rappresenta un’emergenza sanitaria. Dieci decessi in tutta Italia, tutti in pazienti molto anziani, non devono essere ignorati, ma vanno letti nel contesto giusto: rispetto ai venti decessi dello scorso anno, la situazione attuale è del tutto sotto controllo. La miglior arma resta la prevenzione e l’informazione equilibrata, senza cedere alla tentazione dell’allarmismo.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!