L’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia negli ultimi giorni ha messo in evidenza una grave carenza del sistema nazionale: la mancanza di una vera cultura della prevenzione e l’incapacità di utilizzare correttamente gli strumenti tecnologici disponibili per proteggere la popolazione. Mentre temporali violenti, grandinate, trombe d’aria e alluvioni lampo hanno provocato danni a infrastrutture, abitazioni e attività economiche dal Nord al Sud, il nostro Paese continua a navigare a vista.
Il sistema di allerta mento è anacronistico e uno strumento potenzialmente rivoluzionario come IT-Alert è relegato a un ruolo marginale. L’estate italiana è stata segnata da fenomeni estremi che, in un contesto di prevenzione adeguata, non dovrebbero trasformarsi in catastrofi: trombe d’aria hanno causando danni agli stabilimenti balneari e mettendo in fuga i turisti. Regioni come il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna sono stati colpiti da innumerevoli temporali con grandinate intense, violenti downburst e alluvioni lampo. Questi episodi dimostrano come l’Italia sia impreparata di fronte a fenomeni meteorologici che ormai fanno parte della normalità climatica di un Paese mediterraneo soggetto ai cambiamenti climatici. Il sistema IT-Alert è progettato per inviare messaggi di emergenza direttamente ai telefoni cellulari, ma viene utilizzato solo per eventi eccezionali come incidenti nucleari, industriali, collasso di dighe e attività vulcanica e non per le allerte meteo, che rappresentano la minaccia più frequente e concreta per la popolazione.
Il primo utilizzo reale, avvenuto il 10 dicembre 2024 per l’esplosione al deposito Eni di Calenzano, ha mostrato tutti i limiti del sistema: l’allerta è arrivata con 65 minuti di ritardo, rendendola inutile in caso di emergenze improvvise come nubifragi o trombe d’aria. In altri Paesi, come gli Stati Uniti con il sistema Wireless Emergency Alerts, le allerte meteorologiche vengono inviate quotidianamente con precisione geografica di 160 metri e hanno salvato migliaia di vite, mentre in Giappone il sistema nazionale è in grado di ordinare evacuazioni di massa in tempi record, come dimostrato il 30 luglio 2025 dopo un terremoto di magnitudo 8.8 al largo della Kamchatka che ha portato all’evacuazione di 2 milioni di persone senza vittime.
Anche in Europa sistemi come Meteoalarm, EFAS, EFFIS ed EDO garantiscono allerte tempestive ed efficaci. In Italia invece l’allertamento si basa su un sistema a codici colore su aree troppo vaste, che non offre informazioni precise ai cittadini, lasciando il Paese ogni estate impreparato e con danni economici enormi: secondo il Climate Risk Index 2025, l’Italia è al primo posto in Europa per perdite causate da eventi climatici estremi negli ultimi 30 anni, con 38.000 vittime e 60 miliardi di dollari di danni. Mentre altri Paesi investono in prevenzione, l’Italia continua a concentrarsi sulla gestione post-emergenza, creando un circolo vizioso: più danni, più costi, meno prevenzione. IT-Alert, che potrebbe cambiare radicalmente l’approccio alla sicurezza meteorologica, rimane inutilizzato per le allerte meteo ordinarie, proprio quelle che più spesso mettono in pericolo la popolazione. Ogni temporale estivo, ogni grandinata, ogni nubifragio potrebbe essere anticipato da un semplice messaggio: evitare di uscire, mettere l’auto al riparo, chiudere le finestre. Semplici azioni che potrebbero salvare vite e ridurre danni, ma che oggi restano affidate al caso.
L’Italia ha uno strumento tecnologico moderno ma sceglie di non sfruttarlo, continuando a gestire il rischio meteorologico con strumenti del passato: una scelta incomprensibile e pericolosa, che lascia milioni di cittadini senza una protezione efficace di fronte a eventi meteorologici sempre più frequenti e intensi.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!