La riunione del 6 agosto del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha segnato una svolta storica per una delle opere infrastrutturali più discusse e attese d’Italia: il Ponte sullo Stretto di Messina ha infatti ricevuto l’approvazione definitiva del progetto, con un investimento complessivo quantificato in 13,532 miliardi di euro interamente coperto dalle risorse pubbliche già stanziate nelle leggi di bilancio 2024 e 2025. L’opera, che collegherà stabilmente la Sicilia alla Calabria, rappresenta il culmine di oltre mezzo secolo di dibattiti, rinvii e ripensamenti, e promette di diventare il ponte sospeso a campata unica più lungo del mondo.
Il progetto definitivo approvato prevede la realizzazione di un’infrastruttura di eccezionale portata tecnica: la lunghezza complessiva raggiungerà i 3.666 metri, con una campata centrale sospesa di 3.300 metri che supererà di oltre un chilometro l’attuale detentore del record mondiale, il ponte Çanakkale in Turchia. Due imponenti torri di 399 metri di altezza, superiori al grattacielo Unicredit di Milano, si ergono sui versanti calabrese e siciliano per sostenere un sistema di sospensione formato da quattro cavi del diametro di 1,26 metri ciascuno, composti da 44.323 fili di acciaio che garantiranno una resistenza strutturale progettata per durare oltre 200 anni.
L’impalcato dell’opera, largo 60 metri, ospiterà sei corsie stradali distribuite in tre per senso di marcia, due binari ferroviari per il trasporto su rotaia e due corsie di servizio e di emergenza. La struttura è progettata per sostenere una capacità massima di 200 treni al giorno e 6.000 veicoli ogni ora, garantendo un servizio continuativo 365 giorni l’anno per 24 ore quotidiane. L’altezza dell’impalcato sul livello del mare raggiungerà i 72 metri, con un franco navigabile di 70 metri che consentirà il passaggio delle imbarcazioni anche in condizioni di pieno carico delle corsie stradali e con due treni passeggeri in transito contemporaneamente.
La progettazione ha tenuto conto delle peculiari caratteristiche geologiche e climatiche dell’area dello Stretto, prevedendo una resistenza a venti sismici fino a magnitudo 7,1 della scala Richter, paragonabile al devastante terremoto che colpì Messina nel 1908, e a venti atmosferici estremi con venti fino a 216 chilometri orari. Questi parametri tecnici collocano l’opera ai vertici mondiali per standard di sicurezza e resistenza strutturale, incorporando le più avanzate tecnologie di monitoraggio intelligente per garantire manutenzione predittiva e controllo costante delle condizioni operative.

Il progetto complessivo non si limita alla sola realizzazione del ponte, ma prevede un articolato sistema di operare complementari che si estenderanno per oltre 40 chilometri tra raccordi stradali e ferroviari. Dal lato calabrese, i collegamenti si svilupperanno per circa 10 chilometri di strade e 2,7 chilometri di tracciato ferroviario, progettati per integrarsi sia con la linea tirrenica storica sia con la futura linea ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria. In località Piale, nel comune di Villa San Giovanni, sorgerà un centro direzionale multifunzionale destinato ad ospitare attività gestionali dell’opera oltre a servizi commerciali e congressuali.
Sul versante siciliano, l’intervento interesserà 10,4 chilometri di nuove strade e 17,5 chilometri di collegamenti ferroviari, progettati per integrarsi con le autostrade Messina-Catania e Messina-Palermo. Particolare rilevanza assume la realizzazione di tre nuove stazioni ferroviarie sotterranee nella città di Messina – Papardo, Annunziata ed Europa – che, unite alle stazioni di Villa San Giovanni e Reggio Calabria, daranno vita a quello che il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha definito come la “Metropolitana dello Stretto”, un sistema di trasporto metropolitano interregionale al servizio degli oltre 400.000 abitanti dell’area.
Il cronoprogramma prevede un’articolazione in tre fasi distinte che si svilupperanno nell’arco di sette anni. Dopo l’attesa bollinatura della Corte dei Conti, l’avvio dei primi cantieri è programmato tra settembre e ottobre 2025, inizialmente concentrato sulle opere anticipate che comprendono la cantierizzazione, la risoluzione delle interferenze, la bonifica degli ordigni bellici, le indagini archeologiche e geotecniche. La prima fase operativa, relativa ai collegamenti stradali e ferroviari, prenderà il via nel maggio 2026, seguita dalla seconda fase dedicata a gallerie, svincoli e stazioni ferroviarie prevista per settembre 2026. La terza e più complessa fase, che riguarderà la costruzione dell’opera di attraversamento vera e propria con torri, blocchi di ancoraggio, sistema di sospensione e impalcato, inizierà nel marzo 2027. Il completamento dell’intera opera è programmato per il 2032, con possibile slittamento al 2033 secondo le stime più prudenziali.
La realizzazione del ponte sarà affidata al consorzio Eurolink, guidato dal gruppo Webuild in qualità di contraente generale, con un contratto del valore di 10,6 miliardi di euro. Il consorzio vede la partecipazione di importanti player internazionali, tra cui il gruppo spagnolo Sacyr, già partner di Webuild nell’ampliamento del Canale di Panama, e la giapponese IHI, specializzata nella realizzazione di ponti sospesi come l’Akashi in Giappone e l’Osman Ghazi in Turchia. Il team progettuale include alcune tra le società più specializzate al mondo nel settore dei ponti sospesi, come la danese COWI, con oltre 90 anni di esperienza e progetti di riferimento quali il Çanakkale Bridge e il Great Belt Bridge.
L’impatto economico dell’opera promette di essere significativo per l’intero territorio meridionale. Secondo lo studio commissionato da Unioncamere Sicilia a Uniontrasporti e condotto con il supporto di Openeconomics, già durante la fase cantieristica il ponte apporterà un contributo di 23,1 miliardi di euro al PIL nazionale, creando 36.700 posti di lavoro stabili e alimentando le entrate fiscali statali con 10,3 miliardi di euro complessivi. L’analisi costi-benefici dimostra che i vantaggi economici e sociali dell’infrastruttura superano ampiamente i suoi costi, con un valore attuale netto economico positivo per oltre 1,8 miliardi di euro e un rapporto benefici-costi di 1,2.
Il progetto si inserisce in un più ampio piano di sviluppo infrastrutturale che coinvolge l’intero sistema di trasporti nazionale, con investimenti complessivi di 120 miliardi di euro previsti per i collegamenti ferroviari da Nord a Sud. L’Unione Europea ha incluso il Ponte sullo Stretto nel programma della Rete Transeuropea di Trasporto (TEN-T), riconoscendone il ruolo strategico nel completamento del corridoio Scandinavo-Mediterraneo. Il 17 luglio 2024, la Commissione Europea ha inoltre stanziato 25 milioni di euro per il finanziamento della progettazione esecutiva, pari al 50% dell’importo relativo alla componente ferroviaria.
Tuttavia, il progetto continua a generare significative opposizioni e controversie. Le principali associazioni ambientaliste italiane, tra cui Greenpeace, Legambiente, LIPU e WWF, hanno presentato un reclamo all’Unione Europea chiedendo l’apertura di una procedura di infrazione. Le organizzazioni contestano il mancato rispetto delle condizioni previste dalla normativa comunitaria per la realizzazione di opere con impatto ambientale significativo, in particolare per quanto riguarda la valutazione delle alternative progettuali, l’esistenza di motivi imperativi di rilevante interesse pubblico e l’adeguatezza delle misure compensative previste.
Le oltre 600 pagine di osservazioni critiche presentate dalle associazioni, elaborate da 39 esperti e docenti universitari, sostengono che l’opera comporterebbe un impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non mitigabile né compensabile, con particolare riferimento agli effetti sulla biodiversità marina e terrestre dell’area dello Stretto. Particolare preoccupazione viene espressa per l’interferenza con le rotte migratorie degli uccelli, considerato che lo Stretto rappresenta uno dei corridoi ecologici più importanti d’Europa per il transito di milioni di volatili che collegano l’Africa al continente europeo.
Nonostante le controversie, il governo italiano ha ribadito la valenza strategica dell’opera per lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, presente alla riunione del Cipess, ha definito il ponte “un simbolo ingegneristico di rilevanza globale, una dimostrazione della forza di volontà e della competenza tecnica dell’Italia, che ha pochi paragoni nel mondo”. Il ministro Salvini ha sottolineato come l’infrastruttura rappresenti “un acceleratore di sviluppo” capace di rivoluzionare la mobilità tra la Sicilia e il resto d’Italia, riducendo i tempi di attraversamento da 120-180 minuti attuali per i treni a circa 15 minuti, e da un’ora e mezza a 10 minuti per il traffico automobilistico.
L’aspetto della legalità e del contrasto alle infiltrazioni assume particolare rilevanza nella gestione di un’opera di tale portata in un territorio storicamente interessato dalla presenza di organizzazioni criminali. Il ministro Salvini ha assicurato che saranno messi in campo protocolli specifici già sperimentati per grandi eventi come l’Expo di Milano e i Giochi Olimpici, con un monitoraggio costante dell’intera filiera produttiva per garantire l’impermeabilità ai tentativi di infiltrazione. Webuild, in qualità di socio di maggioranza di Eurolink, ha dichiarato la massima collaborazione con le istituzioni e le forze dell’ordine per mantenere i presidi di legalità.
La procedura di esproprio, che interesserà numerose proprietà private sui versanti calabrese e siciliano, seguirà un approccio graduale con comunicazioni dirette ai soggetti coinvolti tramite cassetto virtuale o raccomandata con avviso di ricevimento. Il governo ha assicurato che sarà privilegiata la procedura bonaria in conformità alla legislazione vigente, con indennizzi superiori a quelli previsti per altre opere infrastrutturali come l’alta velocità ferroviaria, nell’obiettivo di salvaguardare gli interessi delle parti coinvolte.
La realizzazione del Ponte sullo Stretto rappresenta una sfida ingegneristica senza precedenti per l’Italia, un’opera destinata a modificare profondamente la geografia fisica e economica del Mezzogiorno. Dopo decenni di dibattiti e false partenze, il progetto entra finalmente nella fase operativa, portando con sé aspettative di sviluppo economico e occupazionale ma anche interrogativi sulla sostenibilità ambientale e sui reali benefici per le comunità locali. Il completamento dell’iter approvativo e l’imminente avvio dei cantieri segneranno l’inizio di una nuova era per i collegamenti tra la Sicilia e il continente, in un’operazione che ambisce a collocare l’Italia ai vertici mondiali dell’ingegneria infrastrutturale.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!