Il tifone Kajiki si è abbattuto sul Vietnam con una violenza tale da ricordare le peggiori tempeste tropicali degli ultimi anni. Secondo le autorità locali, almeno tre persone hanno perso la vita e 13 sono rimaste ferite dopo il passaggio del ciclone, che ha causato blackout in oltre 1,6 milioni di abitazioni, lasciando intere comunità senza corrente elettrica. La tempesta, la più potente del 2025 finora, si è formata il 22 agosto nel Mar Cinese Meridionale come debole depressione tropicale, per poi intensificarsi rapidamente e toccare terra ieri con venti che hanno superato i 130 km/h, dopo aver raggiunto i 166 km/h nelle ore precedenti.
Le province centrali di Thanh Hoa e Ha Tinh sono state tra le più colpite, mentre le autorità vietnamite hanno evacuato oltre 600mila persone in via precauzionale. Le scuole sono state chiuse e numerosi aeroporti hanno sospeso i voli. Il governo ha schierato più di 16mila soldati per assistere le operazioni di soccorso e contenere i danni, ma le operazioni sono rese difficili da alberi sradicati, linee elettriche abbattute e un sistema viario paralizzato, in particolare nella capitale Hanoi, dove le inondazioni hanno trasformato le strade in fiumi.

Le precipitazioni continuano a colpire con intensità e i meteorologi avvertono che il rischio di frane e inondazioni improvvise resta elevato in almeno otto province centrali e settentrionali. Il Dipartimento per la prevenzione dei disastri naturali ha diffuso un’allerta rossa per le prossime 48 ore, indicando che il terreno, già saturo d’acqua, potrebbe cedere in più punti, soprattutto nelle aree montuose.
La traiettoria del tifone Kajiki e la sua rapida intensificazione ricordano da vicino quella del tifone Yagi, che l’anno scorso provocò la morte di oltre 300 persone e danni per 3,3 miliardi di dollari. Gli scienziati sottolineano come l’aumento della frequenza e dell’intensità di questi eventi sia coerente con i modelli climatici legati al riscaldamento globale, che tende a fornire maggiore energia alle tempeste tropicali nel Pacifico occidentale.

La popolazione vietnamita, abituata a convivere con i monsoni stagionali, si trova ora di fronte a una sfida ben più drammatica, aggravata dalla vulnerabilità delle infrastrutture e dalla pressione esercitata da eventi climatici estremi sempre più frequenti e violenti.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!