Una violenta espulsione di massa coronale (CME) lanciata dal Sole si sta dirigendo verso la Terra, innescando un’allerta internazionale per una forte tempesta geomagnetica di classe G3 attesa tra l’1 e il 2 settembre. L’evento, originato da un brillamento solare di classe M2.7 della durata eccezionale di tre ore prodotto dalla regione attiva AR4199 il 30 agosto, rappresenta uno degli episodi di meteo spaziale più significativi dell’inizio di settembre.
La NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha emesso l’allerta attraverso il proprio Space Weather Prediction Center, specificando che l’impatto della nube di plasma è previsto nelle ore tardive del 1 settembre, con il possibile raggiungimento della classe G3 nella giornata del 2 settembre. La tempesta inizierà presumibilmente con intensità G2 (moderata) per poi evolvere verso la categoria G3 (forte), con un indice geomagnetico Kp che potrebbe superare il valore 7.
Il brillamento M2.7 registrato alle 22:02 ora italiana del 30 agosto ha rappresentato un evento particolarmente rilevante per la sua durata prolungata, caratteristica che ha permesso l’innesco di una CME full-halo diretta verso il nostro pianeta. Le immagini dei coronografi LASCO del telescopio spaziale SOHO e del Compact Coronagraph (CCOR-1) del satellite GOES-19 della NASA hanno confermato la traiettoria dell’espulsione coronale, che viaggia attraverso lo spazio interplanetario a velocità elevate.
L’evento potrebbe assumere caratteristiche di particolare intensità a causa della presenza di un fenomeno noto come “CME cannibale”, descritto dalla fisica del meteo spaziale Tamitha Skov. Secondo le previsioni, la CME più grande potrebbe raggiungere e inglobare una precedente espulsione coronale più piccola proprio nelle vicinanze della Terra, amplificando significativamente gli effetti geomagnetici. Questo meccanismo di sovrapposizione tra diverse emissioni solari può trasformare eventi moderati in tempeste di intensità superiore alle previsioni iniziali.
Initial CME tracking model issued by NASA shows a directed CME impact by late Sept. 1 or early Sept. 2 UTC. Further update will be added once the official NOAA/SWPC model is available. pic.twitter.com/jv9GwhNM5f
— SolarHam (@SolarHam) August 31, 2025
Le conseguenze della tempesta geomagnetica G3 interesseranno principalmente i satelliti in orbita terrestre bassa, che potrebbero subire problemi di orientamento e variazioni orbitali a causa dell’incremento delle particelle energetiche nell’alta atmosfera. I sistemi di navigazione satellitare, inclusi GPS, Galileo e GLONASS, potrebbero manifestare errori temporanei di localizzazione e perdite di segnale, con potenziali disagi per i trasporti, l’aviazione civile e le operazioni di precisione in agricoltura e ricerca e soccorso.
Particolarmente vulnerabili risulteranno le comunicazioni radio ad alta frequenza, utilizzate per i collegamenti internazionali e i voli transoceanici, che potrebbero subire interruzioni e riduzioni di efficienza durante le fasi più intense della tempesta. Le reti elettriche ad alta latitudine potrebbero registrare fluttuazioni di tensione, sebbene gli operatori abbiano già attivato protocolli preventivi per minimizzare i rischi di interruzioni del servizio.
L’aspetto più spettacolare della tempesta geomagnetica sarà rappresentato dalla possibile comparsa di aurore boreali a latitudini insolitamente basse, inclusa l’Italia settentrionale. Con un indice Kp superiore a 7, le aurore potrebbero diventare visibili fino a circa 50 gradi di latitudine geomagnetica, corrispondente grossomodo alla posizione della Gran Bretagna, con possibilità di avvistamenti anche nelle regioni alpine italiane durante le ore notturne più buie.
Le previsioni indicano che negli Stati Uniti le aurore potrebbero essere fotografate in stati meridionali come Virginia, Missouri e Colorado, mentre in Europa il fenomeno potrebbe interessare gran parte del continente settentrionale. Gli esperti ricordano che oltre alle classiche aurore boreali, potrebbero manifestarsi fenomeni correlati come i SAR (Stable Auroral Red arcs) e il fenomeno STEVE (Strong Thermal Emission Velocity Enhancement), caratterizzati da colorazioni rossastre e violacee particolarmente suggestive.
La regione solare AR4199, responsabile dell’espulsione coronale, continua a essere monitorata attentamente dagli scienziati solari per possibili ulteriori eventi. Questa area di macchie solari ha già prodotto nei giorni precedenti diversi brillamenti di classe M, inclusi eventi M4.56 e M3.35 registrati il 25 e 26 agosto, dimostrando un’attività magnetica particolarmente intensa e prolungata.
Il timing dell’evento coincidente con il Labor Day weekend negli Stati Uniti ha attirato l’attenzione degli appassionati di astronomia e fotografia aurorale, che si preparano a documentare quello che potrebbe rivelarsi uno degli spettacoli di luci più memorabili dell’anno. Le condizioni ottimali per l’osservazione richiedono cieli sereni, assenza di inquinamento luminoso e la direzione del groppo verso nord, preferibilmente dalle zone alpine o collinari lontane dai centri urbani.
Gli operatori di infrastrutture critiche, incluse compagnie aeree, società di telecomunicazioni e gestori di reti elettriche, hanno ricevuto gli avvisi tempestivi dalla NOAA e stanno implementando misure preventive per ridurre i potenziali impatti. I satelliti commerciali e scientifici potrebbero essere temporaneamente posizionati in modalità di sicurezza durante le fasi più intense della tempesta, mentre i voli polari potrebbero subire modifiche di rotta per evitare le zone di maggiore radiazione.
L’evento si inserisce nel contesto del massimo solare del ciclo 25, previsto per il 2025, che sta producendo un’attività solare particolarmente intensa con frequenti brillamenti ed espulsioni coronali. Gli scienziati evidenziano come questo periodo di elevata attività stellare offra opportunità uniche per lo studio dei meccanismi di interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre, contribuendo al miglioramento dei modelli previsionali del meteo spaziale.
La tempesta del 1-2 settembre rappresenta il culmine di una serie di eventi geomagnetici che hanno caratterizzato l’estate 2025, incluse le tempeste G4 di giugno e gli eventi G2 di agosto, confermando la natura ciclica e sempre più intensa dell’attività solare. Mirko Piersanti, esperto di meteo spaziale dell’Università dell’Aquila, ha sottolineato l’importanza del monitoraggio continuo attraverso i satelliti ACE e Wind, posizionati nel punto di Lagrange L1 a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, che forniscono dati cruciali con circa trenta minuti di anticipo rispetto all’impatto delle particelle solari.
Questo evento di inizio settembre potrebbe rappresentare uno degli episodi di meteo spaziale più significativi dell’anno, combinando intensità elevata, durata prolungata e potenziali effetti visibili anche alle nostre latitudini, offrendo alla comunità scientifica e al pubblico un’occasione straordinaria per osservare e studiare le complesse dinamiche dell’interazione Terra-Sole durante il periodo di massima attività del ciclo solare.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!