La polemica tra Rai e Mediaset si accende nuovamente, stavolta attorno al cuore dell’access prime time. A far scattare la scintilla è stato Pier Silvio Berlusconi, che durante la sua ospitata a La Ruota della Fortuna non ha risparmiato una stoccata ad Affari Tuoi, definendolo un gioco “basato solo sulla fortuna, senza nessun merito”, contrapposto – a suo dire – alla ritrovata centralità della lingua italiana e dei contenuti “istruttivi” della programmazione Mediaset.
La replica di Viale Mazzini non si è fatta attendere. A scendere in campo è stato direttamente il direttore del prime time di Rai1, Williams Di Liberatore, che ha difeso il successo del nuovo corso di Affari Tuoi affidato a Stefano De Martino. “I numeri parlano chiaro”, afferma Di Liberatore, sottolineando come in appena due serate la fascia dell’access abbia già registrato una crescita significativa, segnale – secondo il dirigente – della “solidità del nostro intrattenimento” e della “fedeltà del pubblico”.
Ma il vero contrattacco arriva sul terreno scivoloso della cultura. Di Liberatore rispedisce al mittente l’accusa implicita di superficialità editoriale e rilancia: “Se i parametri del confronto sono qualità editoriale, valorizzazione della lingua e della cultura italiana, possiamo sostenere con orgoglio che per la Rai si tratta di territori consolidati, mentre per altri continuano a essere scarsamente esplorati”. Un passaggio che suona come una frecciata ben assestata all’amministratore delegato Mediaset, e che conferma quanto la rivalità tra i due colossi televisivi italiani continui a consumarsi tanto nei palinsesti quanto nei sottintesi.
Il botta e risposta arriva in un momento strategico, con le grandi reti generaliste che si giocano l’attenzione di un pubblico sempre più liquido e segmentato. In questo scenario, le parole pesano tanto quanto gli ascolti. E se la Rai può vantare una tradizione culturale più radicata, Mediaset cerca di rispondere riscrivendo in chiave contemporanea i suoi format più iconici, puntando su una narrativa identitaria che strizza l’occhio alla nostalgia e al valore educativo.
Dietro la contesa dialettica, si intravede una visione diversa di servizio pubblico e di intrattenimento: da un lato la Rai che rivendica la continuità di un linguaggio televisivo legato alla cultura nazionale, dall’altro Mediaset che cerca di ridefinire la sua offerta rivendicando qualità e modernità. Il pubblico, intanto, continua a scegliere – telecomando alla mano – decretando di volta in volta chi, davvero, sa parlare alla pancia (e alla mente) del Paese.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!