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Sulla banconota da 50 c’è il diavolo, interviene la Bce: “Tutto Falso!” -VIDEO-

La teoria complottistica della banconota da 50 euro con il diavolo nascosto scuote la Bulgaria prima dell’adozione dell’euro nel 2026, costringendo la BCE a intervenire per smentire le false affermazioni diffuse sui social media.

Una nuova controversia ha travolto la Bulgaria nelle settimane che precedono l’introduzione dell’euro, prevista per il primo gennaio 2026. Al centro della polemica, una bizzarra teoria diffusasi sui social network secondo cui nelle banconote da 50 euro si nasconderebbe l’immagine del diavolo, visibile attraverso una particolare tecnica di piegatura e l’uso di uno specchio.

La vicenda ha assunto dimensioni tali da costringere la Banca Centrale Europea a rilasciare una dichiarazione ufficiale per smentire categoricamente qualsiasi intento occulto nella progettazione della moneta unica. Il fenomeno si è sviluppato in concomitanza con le ampie manifestazioni anti-euro che hanno interessato Sofia e altre città bulgare, alimentando ulteriormente il clima di tensione sociale che caratterizza il paese balcanico alla vigilia dell’adesione alla zona euro.

La teoria della banconota diabolica

Il meccanismo descritto nei video che hanno invaso i social network, particolarmente TikTok, è relativamente semplice: piegando una banconota da 50 euro nel punto in cui è raffigurato il ponte architettonico e affiancandola a uno specchio, l’immagine raddoppiata creerebbe la sagoma di una figura cornuta, interpretata dai sostenitori della teoria come la rappresentazione del demonio. La suggestione visiva si è rapidamente diffusa tra gruppi social a carattere religioso e movimenti nazionalisti contrari all’adozione dell’euro.

Questi video, in realtà risalenti a due anni fa secondo alcune fonti, hanno trovato terreno fertile nel clima politico attuale, caratterizzato da forti tensioni legate all’imminente transizione monetaria. Il fenomeno ha assunto particolare rilevanza nei giorni immediatamente successivi alle imponenti manifestazioni di protesta organizzate dal partito ultranazionalista Rinascita e da altri movimenti di opposizione all’euro.

La risposta della Banca Centrale Europea

Di fronte al dilagare di queste teorie, la BCE si è trovata nella singolare posizione di dover rassicurare l’opinione pubblica bulgara attraverso un portavoce interpellato dalla Radiotelevisione Nazionale Bulgara. L’istituzione di Francoforte ha ribadito che il design delle banconote in euro si basa esclusivamente sul tema “epoche e stili”, con particolare riferimento al Rinascimento per la banconota da 50 euro. Le porte e le finestre raffigurate sul fronte simboleggiano lo spirito europeo di apertura e cooperazione, mentre i ponti sul retro rappresentano la comunicazione tra i popoli d’Europa e il dialogo con il resto del mondo.

La BCE ha sottolineato con fermezza che “eventuali immagini che potrebbero apparire quando le banconote vengono piegate in un certo modo non sono intenzionali e non hanno nulla a che fare con il loro design”. L’istituzione ha dovuto dedicare ulteriore attenzione per smentire anche teorie complottistiche che collegano l’euro digitale, non ancora in circolazione, a presunti simboli satanici o apocalittici.

Il fenomeno della pareidolia

Quello che i bulgari scambiano per un messaggio diabolico nascosto è in realtà un esempio perfetto di pareidolia, il fenomeno psicologico che porta il cervello umano a riconoscere forme familiari in immagini casuali o ambigue. Si tratta della stessa illusione che ci fa vedere volti nelle nuvole o figure negli oggetti quotidiani, un meccanismo evolutivo che ha permesso ai nostri antenati di identificare rapidamente potenziali minacce nell’ambiente circostante.

La pareidolia risulta particolarmente pronunciata nel riconoscimento di volti umani, capacità che sviluppiamo sin dai primi mesi di vita per assicurarci la sopravvivenza. Questo allenamento perpetuo ci rende estremamente veloci nel riconoscere patterns facciali, ma ci espone anche a distorsioni percettive quando osserviamo stimoli ambigui. In un clima politico teso e caratterizzato dalla diffidenza verso le istituzioni europee, tale suggestione si è trasformata in un potente strumento di propaganda anti-euro.

Il contesto politico bulgaro

La Bulgaria si appresta a diventare il ventunesimo paese dell’eurozona abbandonando il lev, valuta nazionale in circolazione dal 1881. Tuttavia, l’opinione pubblica rimane profondamente divisa: secondo i sondaggi più recenti, circa il cinquanta per cento della popolazione si oppone all’adozione dell’euro, temendo principalmente un aumento generalizzato dei prezzi e un peggioramento delle condizioni di vita.

A guidare la protesta è il partito ultranazionalista Rinascita, guidato da Kostadin Kostadinov, che ha organizzato imponenti manifestazioni a Sofia e in altre città bulgare. Il movimento ha adottato slogan come “La battaglia per il lev bulgaro è l’ultima battaglia per la Bulgaria” e ha istituito accampamenti di protesta nel centro della capitale, ribattezzati “Città del lev”. Kostadinov ha denunciato quella che definisce una “sottomissione a Bruxelles”, sostenendo che l’adozione dell’euro rappresenterebbe una perdita di sovranità nazionale.

Il leader di Rinascita ha dichiarato che “qualcun altro deciderà come spendere i nostri soldi, il bilancio bulgaro sarà approvato dalla Banca Centrale Europea”, definendo l’operazione “un colpo di stato anti-statale, un tradimento”. Il partito ha promesso di “distruggere l’eurozona dall’interno” una volta completata l’adesione, paragonando l’eurozona al Titanic che affonda negli abissi dell’oceano.

Le proteste e la risposta istituzionale

Le manifestazioni anti-euro hanno raggiunto il culmine nei mesi estivi del 2025, con migliaia di manifestanti che hanno bloccato il centro di Sofia per dieci giorni consecutivi, dal 28 giugno all’8 luglio. I partiti nazionalisti Rinascita, VMRO-Movimento Nazionale Bulgaro, Grandezza e Ataka, normalmente in conflitto tra loro, sono riusciti a coordinarsi per questa battaglia comune contro la moneta unica.

Le proteste hanno coinvolto prevalentemente cittadini di età avanzata, in linea con i sondaggi che mostrano una maggiore accettazione dell’euro tra le giovani generazioni. Durante le manifestazioni sono state esposte bandiere bulgare e, in alcuni casi, anche tricolori russi, testimonianza dell’orientamento filorusso di parte dei movimenti di opposizione. Le tensioni hanno raggiunto il parlamento, dove si sono verificate risse tra parlamentari di Rinascita e rappresentanti liberali della coalizione “Continuiamo il Cambiamento – Bulgaria Democratica”.

Il governo di centrodestra guidato da Rosen Zhelyazkov del partito GERB è riuscito a resistere a tre mozioni di sfiducia presentate dall’opposizione, mantenendo una maggioranza parlamentare confortevole. Le mozioni riguardavano il “fallimento nella politica estera”, il “fallimento nella lotta alla corruzione” e la gestione della politica fiscale in vista dell’adozione dell’euro.

Teorie del complotto e simbolismo monetario

La vicenda bulgara si inserisce in una lunga tradizione di teorie complottistiche che riguardano le valute e i loro presunti simboli nascosti. Il dollaro americano è stato a lungo oggetto di speculazioni per la presenza del sigillo degli Stati Uniti con la piramide tronca e l’occhio che tutto vede, spesso associato a interpretazioni massoniche. Analogamente, le monete euro sono state accusate di contenere simboli “satanici” o “fallici” da parte di vari movimenti complottistici europei.

Queste teorie si alimentano della tendenza umana a cercare significati nascosti e messaggi segreti in oggetti di uso quotidiano, particolarmente quando questi sono associati al potere finanziario o politico. Nel caso bulgaro, la convergenza tra la pareidolia naturale, il clima politico teso e la propaganda anti-europea ha creato le condizioni perfette per la diffusione virale di una teoria priva di fondamento scientifico.

La situazione evidenzia come i social network possano amplificare e distorcere fenomeni psicologici naturali, trasformandoli in strumenti di manipolazione politica. La rapidità con cui il video è diventato virale su TikTok dimostra la vulnerabilità delle piattaforme digitali alla diffusione di contenuti fuorvianti, specialmente quando questi intercettano paure e preoccupazioni profondamente radicate nella popolazione.

Implicazioni per l’integrazione europea

La controversia sulla “banconota diabolica” rappresenta un caso emblematico delle sfide che l’Unione Europea affronta nell’allargamento della zona euro. Nonostante la Bulgaria abbia rispettato tutti i criteri tecnici per l’adesione, compreso il mantenimento dell’inflazione sotto controllo, il contenimento del deficit e la partecipazione al Meccanismo di Cambio Europeo dal 2020, la resistenza popolare rimane significativa.

Il fenomeno bulgaro illustra come l’integrazione monetaria non sia soltanto una questione tecnica ed economica, ma coinvolga aspetti psicologici, culturali e identitari profondi. La moneta nazionale rappresenta un simbolo di sovranità particolarmente potente per popolazioni che hanno vissuto lunghi periodi di dominazione straniera, come quella bulgara sotto l’Impero Ottomano e successivamente nell’orbita sovietica.

La vicenda evidenzia inoltre l’importanza della comunicazione istituzionale nell’era digitale. Il fatto che la BCE sia stata costretta a intervenire pubblicamente per smentire una teoria palesemente infondata dimostra come le istituzioni debbano adattare le proprie strategie comunicative alle nuove dinamiche dei social media, dove contenuti emotivamente carichi possono diffondersi più rapidamente delle spiegazioni razionali.

Tuttavia, la decisione dell’ECOFIN di dare il via libera definitivo all’ingresso della Bulgaria nell’eurozona, con un tasso di conversione fissato a 1 euro per 1,95583 lev, conferma la volontà politica di procedere secondo i piani originari. L’adozione dell’euro è vista dalle istituzioni europee come fondamentale per rafforzare la stabilità economica del paese, attrarre investimenti internazionali e facilitare gli scambi commerciali con i partner europei.

La battaglia simbolica attorno alla banconota da 50 euro si concluderà probabilmente con l’effettiva introduzione della moneta unica, ma la vicenda rimarrà un esempio significativo di come paure irrazionali e manipolazione politica possano convergere nell’era della comunicazione digitale, creando sfide inedite per il progetto di integrazione europea.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!