La controversia tra Gianluca Grignani e Laura Pausini per l’interpretazione de “La mia storia tra le dita” si trasforma in una vera e propria battaglia legale destinata a essere discussa in sede civile. Dopo settimane di tensioni e polemiche sui social, il cantautore milanese ha deciso di intraprendere un’azione legale contro la collega, affidando il caso all’avvocato Giorgio Tramacere, che ha annunciato l’intenzione di procedere per presunta violazione del diritto d’autore.
L’origine della disputa risale a luglio 2025, quando Laura Pausini ha annunciato l’uscita del singolo “La mia storia tra le dita” in quattro versioni linguistiche – italiano, spagnolo, portoghese e francese – come primo estratto dal suo nuovo album “Io canto 2”. L’annuncio della cantante di Faenza ha immediatamente scatenato la reazione di Grignani, che ha contestato la mancanza di riferimenti alla sua paternità del brano nel post di lancio e ha accusato la collega di aver eliminato i suoi commenti dalla pubblicazione.
La questione si è ulteriormente complicata per la presenza di un progetto parallelo che vedeva coinvolti Matteo Bocelli e lo stesso Grignani in una versione in spagnolo del brano, intitolata “Mi historia entre tus dedos”. Secondo quanto rivelato dal giornalista Gabriele Parpiglia, che ha ricostruito minuziosamente la vicenda attraverso la sua newsletter, Pausini avrebbe scoperto questo progetto e avrebbe deciso di anticipare i tempi, bruciando di fatto la collaborazione tra Bocelli e Grignani.
La cronologia dei fatti, così come ricostruita da Parpiglia, evidenzia una serie di comunicazioni mancate e decisioni unilaterali che hanno progressivamente deteriorato i rapporti tra i due artisti. Nel gennaio 2025, la Warner Music aveva contattato il team di Grignani per informarlo della volontà di Pausini di registrare una cover del brano, ottenendo inizialmente il consenso dell’autore originale. Tuttavia, da quel momento in poi, né Grignani né il suo staff avrebbero più ricevuto comunicazioni ufficiali sulla gestione del progetto.
La situazione è precipitata quando, a giugno, il manager di Matteo Bocelli ha contattato Grignani proponendo una collaborazione per un duetto al Teatro del Silenzio con pubblicazione programmata per agosto. Il progetto ha entusiasmato Grignani, che ha accettato di partecipare personalmente alla registrazione. Tuttavia, la decisione di Pausini di anticipare l’annuncio della sua cover a fine giugno ha mandato all’aria i piani precedentemente concordati, costringendo anche Bocelli e Grignani a bruciare i tempi e rivelare prematuramente la loro collaborazione.
Il malumore di Grignani è esploso pubblicamente dopo la serata di Faenza del 7 settembre, quando Pausini ha presentato “La mia storia tra le dita” con un tono che, secondo l’autore originale, non rendeva giustizia all’opera. Le parole della cantante durante la presentazione – “questo brano, scritto da Gianluca Grignani (e si sentono le risate del pubblico) è stato un successo in alcuni Paesi, non dappertutto, ma in alcuni sì” – sono state interpretate come una frecciatina dal cantautore milanese.
La risposta di Grignani non si è fatta attendere: attraverso le sue Instagram Stories, ha condiviso un verso della sua canzone “Rockstar” che recita “Ma sai qual è la verità? Stessa realtà, due facce ha”, in quello che molti hanno interpretato come un riferimento diretto alla controversia con Pausini. Il management dell’artista milanese ha rincarato la dose dichiarando: “È tutto molto triste, poteva essere una festa, una cosa bellissima”.
La denuncia si basa sull’articolo 20 della Legge 633/1941, normativa che tutela specificamente i diritti morali dell’autore. Questo articolo riconosce all’autore il diritto inalienabile di rivendicare la paternità dell’opera e di opporsi a qualsiasi alterazione, mutilazione o trasformazione che possa compromettere l’integrità artistica del lavoro o ledere l’onore e la reputazione dell’autore stesso. Secondo la difesa di Grignani, Pausini avrebbe violato questi diritti in diversi modi.
Innanzitutto, viene contestato il mancato rispetto della paternità morale, per non aver coinvolto l’autore originale nelle decisioni riguardanti la sua opera e aver ignorato il suo parere e le sue volontà espresse. In secondo luogo, si configurerebbe un pregiudizio all’onore e alla reputazione, considerando le modalità con cui è stata presentata la canzone durante la serata di Faenza e la gestione mediatica dell’intera vicenda, che avrebbero danneggiato l’immagine e la dignità artistica di Grignani.
Infine, vengono contestate le modificazioni non autorizzate dell’opera, in particolare la realizzazione della versione francese del brano contro la volontà espressa dell’autore, che si era sempre opposto a questo progetto. Pausini e Warner avrebbero invece deciso di procedere ugualmente, producendo canzone e videoclip senza informarne Grignani.
Il comunicato ufficiale diffuso dal team legale di Grignani sottolinea come “gli autori Gianluca Grignani e Massimo Luca, preso atto dello stravolgimento operato sul testo originale della canzone e del conseguente capovolgimento di senso, hanno dato mandato all’avvocato Giorgio Tramacere di tutelare in ogni sede l’integrità della loro opera”. La decisione di procedere in sede civile rappresenta un passo significativo in una controversia che ha già diviso il mondo della musica italiana e i fan dei due artisti.
Laura Pausini aveva inizialmente tentato di smorzare le polemiche, chiarendo attraverso i social media di aver seguito tutte le procedure necessarie per ottenere l’autorizzazione alla cover e sottolineando che Grignani era perfettamente al corrente dell’operazione. Tuttavia, le sue parole non sono riuscite a placare l’irritazione dell’autore originale, che evidentemente riteneva insufficienti le comunicazioni ricevute e inadeguate le modalità di gestione del progetto.
La vicenda ha assunto proporzioni tali da coinvolgere anche la famiglia Bocelli, tradizionalmente legata da amicizia con Laura Pausini. Il progetto di collaborazione tra Matteo Bocelli e Grignani, che ha portato all’uscita di “Mi historia entre tus dedos” nell’agosto 2025 e successivamente alla versione italiana nel settembre dello stesso anno, è stato percepito come una vittima collaterale della controversia principale.
Il caso solleva questioni fondamentali sul delicato equilibrio tra libertà interpretativa degli artisti e rispetto dell’opera originale, tema che potrebbe creare un precedente importante nel panorama discografico italiano. La decisione del tribunale stabilirà se le modalità con cui Pausini ha gestito la cover possano effettivamente configurare una violazione dei diritti morali dell’autore, aprendo potenzialmente nuovi scenari per la tutela della proprietà intellettuale nel settore musicale.
Mentre la battaglia legale si prepara a entrare nel vivo, resta l’amarezza per una controversia che ha trasformato quella che poteva essere una celebrazione condivisa di un capolavoro della musica italiana in una frattura profonda tra due icone del panorama artistico nazionale. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere l’evoluzione di una vicenda che ha già catturato l’attenzione di media e appassionati, ponendo interrogativi sul futuro delle relazioni tra gli artisti e sulla gestione dei diritti d’autore nell’era digitale.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!