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Uragani, possibile effetto Fujiwhara: ecco di cosa si tratta

Due cicloni tropicali minacciano l’Atlantico: l’interazione Fujiwhara potrebbe generare un sistema più vasto e imprevedibile, con possibili riflessi anche sul Mediterraneo.

L’Atlantico tropicale sta entrando in una fase di notevole instabilità atmosferica, con la potenziale formazione di due cicloni tropicali che, secondo le attuali proiezioni dei modelli numerici, potrebbero innescare una rara e complessa interazione dinamica nota come effetto Fujiwhara. A essere monitorati con attenzione dal National Hurricane Center (NHC) sono l’Invest 94L — un’area di bassa pressione in rapido approfondimento — e il sistema denominato Humberto, attualmente in fase di organizzazione a latitudini più orientali.

L’Invest 94L, situato nella porzione centro-orientale dell’Atlantico tropicale, presenta una convezione profonda ben strutturata e una vorticità in quota che suggerisce un’organizzazione crescente della circolazione ciclonica. Le condizioni ambientali risultano marginalmente favorevoli allo sviluppo tropicale, con temperature della superficie marina (SST) superiori ai 28°C, basso shear del vento troposferico (<10 kt) e alti valori di umidità relativa nella media troposfera. Secondo l’ultimo outlook del NHC, le probabilità di ciclogenesi tropicale entro 48 ore superano il 70%, rendendo plausibile l’imminente classificazione come depressione tropicale o tempesta tropicale.

Parallelamente, il sistema Humberto, sebbene ancora in fase embrionale, potrebbe intensificarsi progressivamente nei prossimi giorni seguendo una traiettoria che lo porterebbe a convergere nell’area di influenza di 94L. Qualora la distanza tra i due sistemi dovesse scendere al di sotto della soglia critica di circa 1.400 km, si potrebbero verificare le condizioni per un’interazione Fujiwhara: un fenomeno che si manifesta quando due vortici ciclonici iniziano a ruotare attorno a un centro comune, in un movimento antiorario.

Dal punto di vista dinamico, questa interazione può evolvere secondo differenti scenari: nel più comune, il ciclone più debole viene gradualmente assorbito da quello dominante; in altri casi, si può verificare una fusione parziale o totale, con la formazione di un sistema molto più esteso e potenzialmente più intenso. L’imprevedibilità di tali dinamiche rende estremamente complessa l’analisi delle traiettorie future, aumentando l’incertezza previsionale su scala emisferica.

In caso di attivazione dell’effetto Fujiwhara, gli impatti potrebbero non limitarsi all’area tropicale atlantica: l’energia latente rilasciata e la riorganizzazione delle correnti in quota potrebbero infatti modulare la configurazione ondulatoria del getto polare, con possibili implicazioni anche per il continente europeo. In particolare, un eventuale rinforzo del flusso perturbato associato alla corrente a getto subtropicale potrebbe convogliare masse d’aria umida verso il Mediterraneo, aumentando il rischio di eventi pluviometrici intensi.

Il fenomeno, descritto per la prima volta nel 1921 dal meteorologo giapponese Sakuhei Fujiwhara, resta uno degli eventi più affascinanti e difficili da modellare della meteorologia tropicale moderna. Sebbene i progressi nella modellistica numerica e nella sorveglianza satellitare abbiano notevolmente migliorato la capacità di identificare tempestivamente queste interazioni, la loro previsione resta fortemente sensibile alle condizioni iniziali e alle microvariazioni nelle dinamiche convettive.

Nelle prossime 72 ore saranno cruciali per determinare l’evoluzione sinottica e mesoscala dei due sistemi. Il costante aggiornamento dei run modellistici ad alta risoluzione (ECMWF, GFS, HWRF) sarà determinante per valutare la probabilità di attivazione di un’interazione Fujiwhara e i suoi potenziali impatti sul bacino atlantico e sulle latitudini medie.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!