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Campi Flegrei, l’asfalto “bolle”: arrivano i tecnici dell’INGV

L’INGV ha inviato tecnici specializzati per indagare le deformazioni dell’asfalto in via Antiniana ai Campi Flegrei, dove il manto stradale presenta bolle e rigonfiamenti collegati all’attività geotermica con fumarole a 166 gradi.
Credit © Solfatara News

L’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha avviato un’indagine tecnica specialistica dopo che via Antiniana, arteria stradale che costeggia il cratere della Solfatara e il Monte Gauro nei Campi Flegrei, presenta evidenti deformazioni dell’asfalto caratterizzate da rigonfiamenti simili a bolle e manifestazioni di scioglimento del manto stradale.

Il fenomeno, documentato attraverso numerose immagini e riprese aeree effettuate con droni e termocamere dal gruppo di cittadini volontari SolfataraNews, mostra chiaramente l’asfalto in uno stato di apparente ribollimento, con la superficie stradale che presenta crepe, ondulazioni e vere proprie bolle, come se il materiale bituminoso stesse letteralmente sciogliendosi per effetto del calore proveniente dal sottosuolo.

La preoccupazione dei residenti trova fondamento nella particolare collocazione di via Antiniana, costruita negli anni Settanta come accesso all’ex stabilimento Italsider, che attraversa un’area caratterizzata da intensa attività geotermica. Le fumarole presenti nella zona raggiungono temperature eccezionalmente elevate, con il bollettino settimanale dell’Osservatorio Vesuviano che documenta un valore medio di 166 gradi centigradi nella fumarola principale della Solfatara, confermando un trend di aumento registrato nelle ultime settimane.

L’area dei Campi Flegrei è soggetta al fenomeno del bradisismo, una deformazione del suolo che comporta fasi di lento abbassamento alternate a fasi di sollevamento più rapido, accompagnate generalmente da terremoti superficiali di bassa magnitudo. Dal 2005 è iniziata una nuova fase di sollevamento della caldera che continua ancora oggi, con il suolo che si solleva attualmente di circa 15 millimetri al mese, e un sollevamento totale di 33,5 centimetri registrato da gennaio 2024.

L’intervento dell’INGV e le prime valutazioni

Dopo le numerose segnalazioni pervenute dai cittadini e la diffusione virale delle immagini sui social media, l’Osservatorio Vesuviano dell’INGV ha deciso di non sottovalutare la situazione, inviando una squadra di tecnici specializzati per condurre un’analisi approfondita delle deformazioni stradali. L’obiettivo dell’ispezione è quello di determinare con precisione scientifica l’origine del fenomeno, raccogliere dati termici e geofisici dettagliati, e valutare se le deformazioni siano dovute esclusivamente a anomalie termiche localizzate o rappresentino invece l’effetto visibile di una più ampia deformazione strutturale collegata all’attività bradisismica.

Secondo una prima comunicazione ufficiale dell’Osservatorio Vesuviano, i rilievi termici condotti nell’area non hanno evidenziato significativi aumenti di temperatura nella zona verificata, suggerendo che il fenomeno possa avere caratteristiche diverse da quelle inizialmente ipotizzate. Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo dell’INGV che ha effettuato un sopralluogo diretto, ha confermato l’esistenza di fenomeni di ondulazione dell’asfalto e spaccature del suolo in alcuni punti della strada, ma ha sottolineato la necessità di analisi più approfondite per determinare la correlazione con l’attività vulcanica sottostante.

Via Antiniana non rappresenta un caso isolato di dissesto infrastrutturale nell’area flegrea, avendo già sperimentato cedimenti periodici negli anni passati, tipicamente con una frequenza di circa ogni tre-quattro anni. Tuttavia, secondo le osservazioni del gruppo SolfataraNews, il fenomeno sembra essersi intensificato negli ultimi mesi, con manifestazioni più estese e frequenti rispetto al passato. Un precedente significativo risale al 5 giugno scorso, quando si aprì una voragine dalla quale fuoriuscì una fumarola di zolfo, in concomitanza con uno sciame sismico che registrò un terremoto di magnitudo 3.2.

Il Comune di Pozzuoli, in quell’occasione, aveva attribuito la causa del dissesto al cedimento di un tombino piuttosto che a fenomeni di origine vulcanica, evidenziando la complessità nell’interpretazione di questi eventi in un contesto geologicamente così dinamico. L’area dei Campi Flegrei è infatti caratterizzata da un sistema idrotermale attivo, con emissioni gassose che raggiungono concentrazioni significative di acido solfidrico e anidride carbonica, particolarmente intense nella zona di via Antiniana e nell’area di Pisciarelli.

Monitoraggio continuo e prospettive di analisi

Il fenomeno si inserisce nel più ampio quadro di monitoraggio dell’attività vulcanica flegrea, che viene condotto attraverso una rete multi-parametrica costituita da 40 stazioni terrestri e marine per il rilevamento delle deformazioni del suolo, 28 siti di installazione per il monitoraggio sismologico, e sistemi di analisi geochimica per le emissioni gassose. L’attuale fase bradisismica, iniziata nel 2005, ha prodotto un sollevamento massimo di circa 152,5 centimetri nell’area centrale della caldera, superando di oltre 60 centimetri il picco raggiunto negli anni Ottanta.

Le analisi condotte dai tecnici dell’INGV si concentreranno sulla determinazione della correlazione tra le deformazioni stradali osservate e i parametri di monitoraggio vulcanico, incluse le variazioni termiche del sottosuolo, i flussi di gas e le deformazioni crostali. Secondo gli ultimi bollettini settimanali, tutti i parametri diversi dalla sismicità mantengono i consueti trend di incremento senza mostrare anomalie rilevanti, ma la prudenza scientifica impone approfondimenti specifici per ogni manifestazione superficiale che possa essere collegata all’attività del sistema vulcanico.

L’approccio metodologico adottato dall’INGV prevede l’utilizzo di termocamere, misurazioni geofisiche dirette e analisi comparative con i dati storici di deformazione dell’area, al fine di fornire una valutazione scientificamente fondata che possa distinguere tra fenomeni di dissesto infrastrutturale ordinario e manifestazioni correlate all’attività vulcanica sottostante. I risultati di queste analisi saranno determinanti non solo per la comprensione del fenomeno specifico, ma anche per l’aggiornamento delle procedure di monitoraggio e gestione del rischio nell’intera area dei Campi Flegrei.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!