Dopo stagioni invernali troppo spesso segnate dalla stasi anticiclonica e da una persistente assenza di vere dinamiche atmosferiche, le proiezioni stagionali relative all’autunno-inverno 2025/26 offrono uno scenario decisamente più articolato. Secondo le ultime elaborazioni del modello statunitense GFS, pur non trattandosi di strumenti previsionali operativi, si delinea una stagione meteorologica contraddistinta da maggiore variabilità, con frequenti scambi meridiani, affondi perturbati e potenziali episodi freddi anche di una certa rilevanza.
Il trimestre ottobre-dicembre, seppur con fasi altalenanti, evidenzia segnali di rottura rispetto alla monotonia barica degli ultimi anni. Ottobre e la prima metà di novembre saranno ancora dominati da un assetto anticiclonico piuttosto bloccato, con le correnti atlantiche costrette a scorrere a latitudini più settentrionali. Il Mediterraneo rimarrà ai margini della dinamicità, fatta eccezione per qualche infiltrazione fredda da est — soprattutto lungo l’Adriatico — e sporadici passaggi perturbati. Le temperature, in questo contesto, tenderanno a mantenersi sopra la media, con giornate spesso miti e soleggiate.
La svolta è attesa nella finestra compresa tra il 18 e il 28 novembre, quando il pattern emisferico dovrebbe consentire l’ingresso delle prime depressioni atlantiche nel bacino centrale del Mediterraneo. Si tratterebbe della fase più significativa dell’autunno in termini di precipitazioni, potenzialmente in grado di colmare in parte i deficit pluviometrici accumulati nei mesi precedenti. Le piogge, diffuse e localmente abbondanti, segneranno l’avvio di una fase atmosferica più dinamica.
Neve a Natale? Ecco dove potrebbe arrivare
Dicembre potrebbe vedere un ritorno dell’anticiclone, ma con una circolazione più mobile e meno bloccata rispetto agli standard recenti. A ridosso del Natale, le simulazioni GFS indicano una possibile irruzione fredda di matrice artica in grado di generare vortici instabili a carattere ciclonico, con nevicate a quote collinari o localmente basse, specie lungo l’Adriatico e al Sud. L’anomalia maggiore risiederebbe nel mese di gennaio, quando il campo anticiclonico non solo non riuscirebbe a imporsi con decisione, ma potrebbe persino traslare verso il nord Europa, aprendo la strada a ripetute incursioni artiche. In questo scenario, non si escludono nevicate anche in pianura al Nord e lungo il versante tirrenico, con dinamiche tipiche di un “inverno vero”, che da tempo mancavano nella climatologia italiana recente.

Va ribadito come queste proiezioni, basate su modelli sperimentali a lunga gittata come il GFS, siano da considerarsi tendenze di massima, non previsioni operative. Tuttavia, la ripetitività dei run e la coerenza tra le diverse emissioni conferiscono una discreta affidabilità al quadro delineato, almeno per quanto concerne la tendenza generale. Il monitoraggio continuo dei pattern emisferici — in particolare le teleconnessioni come l’indice AO, la NAO e la QBO — sarà determinante per confermare o smentire le attuali simulazioni.
In sintesi, l’autunno-inverno 2025/26 potrebbe rappresentare una netta inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni: un ritorno alla dinamicità atmosferica con freddo, neve e perturbazioni più frequenti. Un’ottima notizia non solo per gli amanti della neve, ma anche per il bilancio idrico del Paese.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!