Dal primo gennaio 2026 l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico subirà una rivalutazione automatica basata sull’inflazione, con incrementi stimati tra l’1,6 e l’1,7 per cento rispetto agli importi erogati nel 2025. Il meccanismo di adeguamento, già previsto dal Decreto Legislativo numero 230 del 2021, consentirà alle famiglie italiane di beneficiare di importi mensili maggiorati, portando la cifra massima da 201 a 204 euro per figlio, mentre l’importo minimo salirà da 57,5 a circa 58,5 euro al mese.
La rivalutazione dell’assegno rappresenta una risposta necessaria al carovita e mira a preservare il potere d’acquisto delle famiglie, nonostante l’incremento contenuto rispetto agli anni precedenti caratterizzati da un’inflazione più elevata. Secondo le proiezioni contenute nel Documento programmatico di finanza pubblica, per il 2025 è previsto un indice di inflazione pari all’1,6 per cento, percentuale che verrà utilizzata come parametro di adeguamento sia per gli importi dell’Assegno Unico che per le relative soglie reddituali ISEE.
Le nuove fasce ISEE e gli importi aggiornati
L’adeguamento automatico interesserà tutte le fasce ISEE di riferimento, garantendo che l’incremento sia proporzionale per ogni categoria di beneficiari. Per le famiglie con ISEE fino a 17.520 euro, l’importo mensile dell’assegno salirà a 204,4 euro per ogni figlio, rispetto ai 201 euro del 2025. Le famiglie nella fascia ISEE compresa tra 21.700 e 21.800 euro riceveranno circa 182,8 euro mensili, con un incremento rispetto ai precedenti 179,7 euro.
Anche le fasce intermedie beneficeranno dell’adeguamento: le famiglie con ISEE tra 26.100 e 26.300 euro vedranno l’importo salire a 160,6 euro al mese, dai precedenti 157,9 euro. Per chi non presenta l’ISEE o per coloro che rientrano nelle fasce di reddito più elevate, l’importo minimo dell’assegno sarà di 58,5 euro mensili, mantenendo così la natura universale della prestazione e garantendo comunque un sostegno economico a tutte le famiglie con figli a carico.
Maggiorazioni per situazioni particolari
Il sistema di rivalutazione coinvolge anche le maggiorazioni previste per specifiche condizioni familiari, rappresentando un sostegno più consistente per i nuclei che affrontano particolari difficoltà. Per i figli non autosufficienti di età inferiore ai 21 anni, l’importo aggiuntivo salirà a 122,7 euro mensili, rispetto ai 120,6 euro del 2025, mentre per i figli con disabilità grave la maggiorazione raggiungerà i 111 euro al mese, dai precedenti 109,1 euro.
Le famiglie con figli che presentano disabilità media beneficeranno di una maggiorazione di 99,4 euro mensili, incrementata rispetto ai 97,7 euro dell’anno precedente. Un’attenzione particolare viene riservata alle madri con meno di 21 anni, che riceveranno una maggiorazione di 23,4 euro mensili, leggermente superiore ai 23 euro del 2025, riconoscendo le specifiche difficoltà che caratterizzano le giovani madri nel mercato del lavoro e nella gestione familiare.
Per quanto riguarda i nuclei numerosi, la maggiorazione per ogni figlio successivo al secondo varierà in base alla fascia ISEE di appartenenza: dalle famiglie con ISEE più basso riceveranno 99,4 euro aggiuntivi per ciascun figlio oltre il secondo, mentre quelle con ISEE più elevato beneficeranno di 17,5 euro. Il bonus destinato al secondo percettore di reddito, che spetta alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, ammonterà a 35 euro mensili per la fascia ISEE minima, con un importo progressivamente decrescente per gli scaglioni superiori.
Procedure per l’aggiornamento e tempistiche
Nonostante la rivalutazione sia automatica e non richieda la presentazione di una nuova domanda di Assegno Unico per chi già ne beneficia, sarà fondamentale aggiornare la Dichiarazione Sostitutiva Unica per ottenere l’ISEE 2026 valido. Le famiglie che non provvederanno all’aggiornamento della DSU entro la fine di gennaio 2026 continueranno a ricevere temporaneamente l’importo minimo dell’assegno, fino a quando non regolarizzeranno la propria posizione presso l’INPS.
I pagamenti con gli importi rivalutati dovrebbero iniziare a essere erogati a partire da marzo 2026, mantenendo la stessa tempistica già seguita negli anni precedenti. Gli arretrati relativi al mese di gennaio 2026 saranno corrisposti insieme ai pagamenti di marzo, garantendo che le famiglie non perdano alcuna somma spettante. È quindi consigliabile procedere tempestivamente con l’aggiornamento della DSU per evitare ritardi o riduzioni temporanee dell’importo ricevuto nei primi mesi dell’anno.
Strumenti di controllo e verifica
L’INPS ha messo a disposizione delle famiglie diversi strumenti per monitorare la propria situazione e calcolare con precisione l’importo dell’Assegno Unico spettante. Attraverso il portale dedicato “Assegno Unico e Universale”, accessibile dal sito istituzionale dell’Istituto, è possibile consultare la propria posizione utilizzando le credenziali digitali SPID, Carta d’Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi.
Il servizio online offre anche una funzione di simulazione che consente di calcolare in tempo reale l’importo teorico spettante in base alla propria situazione familiare ed economica. Questo strumento risulta particolarmente utile per le famiglie che desiderano verificare l’impatto dell’adeguamento 2026 sui propri diritti e pianificare di conseguenza l’aggiornamento della documentazione necessaria.
L’impatto sulla spesa pubblica e le prospettive future
L’adeguamento dell’Assegno Unico per il 2026 avrà un impatto significativo sulla spesa pubblica destinata al sostegno delle famiglie. Nei primi sette mesi del 2025, l’INPS ha già erogato oltre 11,5 miliardi di euro a più di cinque milioni di famiglie italiane, e con gli incrementi previsti per il 2026, la cifra complessiva dovrebbe superare i 12 miliardi di euro annui.
Questo incremento della spesa riflette non solo l’adeguamento all’inflazione, ma anche la crescente importanza che la misura ha assunto nel sistema di welfare italiano. L’Assegno Unico rappresenta infatti il principale strumento di sostegno economico per le famiglie con figli, avendo unificato e semplificato diverse prestazioni precedentemente frammentate, dagli assegni familiari alle detrazioni fiscali per i figli a carico.
L’evoluzione della misura per il 2026 conferma l’impegno del sistema previdenziale italiano nel garantire un sostegno adeguato alle famiglie, pur mantenendo una politica di incrementi moderati in linea con l’andamento dell’economia nazionale. La rivalutazione automatica assicura che il valore reale dell’assegno non si eroda nel tempo, preservando così l’efficacia del sostegno economico per le spese legate alla crescita e all’educazione dei figli, in un contesto sociale ed economico che continua a presentare sfide significative per le famiglie italiane. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!