L’Italia si prepara a compiere un ulteriore passo decisivo nella lotta contro il telemarketing selvaggio e le truffe telefoniche. A partire dal 19 novembre 2025, infatti, entrerà in vigore la seconda fase delle misure introdotte dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con la delibera numero 106 del 25 aprile 2025, pubblicata il 19 maggio scorso. Questa nuova stretta segna un’evoluzione significativa nel contrasto al fenomeno dello spoofing, una pratica illegale che quotidianamente attanaglia milioni di italiani attraverso l’utilizzo di numeri telefonici mascherati.
La tecnica dello spoofing, dall’inglese “to spoof” che significa ingannare o falsificare, consiste nella manipolazione dell’identificativo della linea chiamante, tecnicamente denominato CLI (Calling Line Identifier). In sostanza, chi effettua la telefonata altera deliberatamente il numero che appare sul display del destinatario, facendogli credere che la chiamata provenga da un numero italiano, spesso simile a quello di istituti bancari, enti pubblici o semplici numerazioni locali, quando in realtà la comunicazione ha origine dall’estero o da centrali VoIP non autorizzate. Questa manipolazione rende praticamente impossibile l’identificazione del reale chiamante e impedisce qualsiasi possibilità di richiamare il numero visualizzato, configurando una violazione delle normative italiane in materia di comunicazioni elettroniche.
Dal 19 novembre, il divieto di utilizzo di numeri falsificati verrà esteso anche alle numerazioni mobili italiane. Questa estensione rappresenta il completamento di un percorso iniziato il 19 agosto scorso, quando era entrato in vigore il primo blocco che riguardava esclusivamente le chiamate provenienti dall’estero con numeri fissi geografici italiani, come quelli con prefissi 02 per Milano o 06 per Roma. L’implementazione di questa prima fase aveva già prodotto risultati significativi: secondo i dati parziali forniti dagli operatori coinvolti e comunicati dall’AGCOM, dal 19 agosto sono state bloccate circa 43 milioni di chiamate fraudolente, corrispondenti a una media di 1,3 milioni di telefonate di spoofing intercettate ogni giorno. Questa cifra rappresenta il 5,74 per cento del totale delle chiamate ricevute dagli italiani nel periodo considerato, con picchi che in alcuni momenti hanno raggiunto addirittura il 60 per cento del traffico complessivo.
La nuova fase operativa che si attiverà dal 19 novembre affronterà un problema ancora più complesso dal punto di vista tecnico: il blocco delle chiamate che utilizzano numeri mobili italiani falsificati provenienti dall’estero. La difficoltà principale risiede nella necessità di distinguere in tempo reale tra chiamate legittime effettuate da utenti italiani che si trovano all’estero in roaming e tentativi di spoofing veri e propri. Gli operatori telefonici dovranno implementare sistemi sofisticati di controllo che verifichino istantaneamente lo stato della numerazione mittente, confrontando i dati con le liste ufficiali e accertando se il reale cliente mobile si trovi effettivamente in roaming oppure se si tratti di un numero falsificato utilizzato da malintenzionati.
Il meccanismo di protezione si basa su un sistema di filtri preventivi che coinvolge i cosiddetti Carrier Internazionali, ovvero gli operatori italiani che gestiscono le interfacce di confine con le reti estere. Questi operatori hanno il compito di controllare tutte le chiamate vocali che operatori con autorizzazione estera immettono nelle reti nazionali destinate a utenti italiani. I filtri sono programmati per identificare e bloccare automaticamente diverse tipologie di chiamate sospette: quelle con CLI che non rispettano lo standard internazionale E.164, come numerazioni incomplete o con caratteri non numerici; quelle con prefissi italiani come +39 o 0039 ma senza cifra significativa successiva; e soprattutto quelle con CLI geografico nazionale ricevute da rete estera, fatte salve alcune eccezioni tecniche come i numeri di segreteria o i roaming number.
L’AGCOM ha preferito adottare un approccio pragmatico e graduale, basato su controlli tecnici già oggi attuabili e integrabili con le architetture esistenti degli operatori italiani, piuttosto che implementare sistemi più complessi come lo STIR/SHAKEN adottato negli Stati Uniti. La scelta si fonda sulla considerazione che la maggior parte delle chiamate fraudolente arriva da Paesi esteri in cui non vi sono garanzie sull’adozione di standard internazionali di autenticazione. Per questo motivo, l’Autorità ha ritenuto più efficace intervenire alla frontiera, utilizzando i Carrier autorizzati in Italia come punto di controllo e filtro del traffico in entrata.
La normativa prevede che le chiamate a fini commerciali dovranno necessariamente provenire da numerazioni certificate, tracciabili e ufficialmente registrate. I call center e gli operatori del settore dovranno garantire la trasparenza e la riconducibilità dei numeri utilizzati, fornendo prova della titolarità e rispettando criteri di controllo più stringenti. Questa certificazione obbligatoria delle campagne promozionali rappresenta un elemento fondamentale per distinguere con maggiore chiarezza tra chiamate promozionali lecite e tentativi di frode. Gli utenti potranno così identificare facilmente eventuali irregolarità, mentre gli operatori economici che rispettano le regole potranno finalmente ristabilire un rapporto di fiducia con i consumatori.
Il sistema di vigilanza e controllo vede il coinvolgimento di tre autorità principali: l’AGCOM stessa, il Garante per la protezione dei dati personali e la Guardia di Finanza. Questi enti effettueranno controlli periodici e potranno applicare sanzioni amministrative pecuniarie a carico dei call center inadempienti. L’apparato sanzionatorio previsto dalla normativa è particolarmente severo: le violazioni dell’articolo 98-decies del Codice delle Comunicazioni Elettroniche comportano sanzioni che vanno da un minimo di 50.000 euro fino a un massimo di un milione di euro. Nei casi più gravi, le autorità potranno arrivare alla sospensione delle attività del call center coinvolto. La Guardia di Finanza ha già dimostrato il proprio ruolo attivo in questo ambito, collaborando con l’Antitrust nelle ispezioni presso le sedi delle società coinvolte in istruttorie per pratiche commerciali scorrette, come quelle avviate nel maggio 2025 contro sette call center operanti soprattutto tra Napoli e Caserta.
Accanto alle nuove misure tecnologiche contro lo spoofing, resta pienamente operativo il Registro Pubblico delle Opposizioni, uno strumento fondamentale che consente agli utenti di bloccare le chiamate promozionali indipendentemente dall’operatore. Il Registro, istituito con il decreto del Presidente della Repubblica numero 178 del 2010 e successivamente aggiornato, è stato esteso dal 27 luglio 2022 anche ai numeri di cellulare, non solo a quelli presenti negli elenchi telefonici pubblici. L’iscrizione al Registro è gratuita e può essere effettuata attraverso diverse modalità: telefonando al numero verde 800.265.265, compilando il modulo elettronico sul sito ufficiale registrodelleopposizioni.it, oppure inviando una email all’indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it con l’apposito modulo compilato. Una volta completata l’iscrizione, i consensi al telemarketing vengono annullati, fatta eccezione per quelli relativi a contratti già in corso con specifiche aziende.
Tuttavia, le associazioni dei consumatori sottolineano che le nuove misure, per quanto rappresentino un passo avanti importante, non costituiscono la soluzione definitiva al problema del telemarketing selvaggio. L’Unione Nazionale Consumatori, attraverso le parole del presidente Massimiliano Dona, ha evidenziato che anche quando il blocco delle chiamate da numeri mobili falsificati sarà pienamente operativo, continueranno ad arrivare chiamate illegali a chi è iscritto al Registro delle Opposizioni, perché il sistema non interviene sulle chiamate di telemarketing provenienti direttamente dall’Italia o effettuate da operatori che utilizzano numeri esteri validi. L’ADOC, Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori, ha attivato il numero verde 800.034.554 per fornire supporto immediato ai cittadini, oltre alla possibilità di inviare segnalazioni via email all’indirizzo help@adocnazionale.it.
Il fenomeno dello spoofing non si limita al semplice fastidio delle chiamate indesiderate, ma rappresenta spesso il primo passo di vere e proprie truffe telefoniche conosciute come vishing, termine che deriva dalla combinazione di “voice” e “phishing”. In questi casi, i truffatori contattano le vittime fingendosi dipendenti di banche, istituti di credito o enti pubblici, e con la scusa di presunte anomalie sui conti o sulle carte di credito, chiedono di fornire informazioni riservate come il PIN del bancomat, i codici di accesso all’Internet banking, il numero della carta di credito, il codice di sicurezza sul retro della carta o i dati dell’OTP, la password temporanea per eseguire operazioni bancarie. La manipolazione del numero chiamante attraverso tecnologie VoIP rende queste truffe particolarmente insidiose, poiché sul display della vittima appare un numero apparentemente legittimo e italiano, aumentando la probabilità che la persona risponda e cada nel tranello.
Nel settore dei call center legali, le nuove disposizioni hanno generato reazioni contrastanti. AssoCall, l’Associazione Nazionale dei Contact Center aderente a Confcommercio, ha accolto con favore il filtro anti-spoofing, considerandolo uno strumento efficace per contrastare la concorrenza sleale dei call center illegali che operano dall’estero utilizzando numeri falsificati. Secondo uno studio condotto da The European House Ambrosetti, il settore dei Contact Center in Italia genera un valore di 6 miliardi di euro per il Paese, versa più di 600 milioni di euro di tasse ed eroga un miliardo di euro in stipendi, impiegando una forza lavoro composta per il 69 per cento da donne e per il 56 per cento da giovani, con il 94 per cento dei contratti a tempo indeterminato. Più della metà delle 1.400 aziende del settore sono insediate nel Sud Italia. Tuttavia, alcuni operatori hanno sottolineato le difficoltà legate ai tempi e ai costi di implementazione delle nuove misure tecniche, temendo che le restrizioni possano penalizzare le aziende oneste che rispettano le normative italiane, mentre i call center illegali potrebbero trovare nuove vie per aggirare i blocchi.
L’efficacia del sistema di protezione dipenderà dalla capacità degli operatori telefonici di implementare correttamente i filtri e di mantenerli costantemente aggiornati per fronteggiare l’evoluzione delle tecniche di spoofing. Gli esperti avvertono che i malintenzionati potrebbero tentare di eludere le nuove misure utilizzando CLI stranieri validi non soggetti a blocco automatico, oppure appropriandosi di numeri mobili validi associati a clienti reali italiani ma non sufficientemente monitorati dai loro operatori. Per questo motivo, sarà fondamentale che il sistema di blocco AGCOM funzioni in sinergia con logiche antifrode ben impostate da parte degli operatori mobili autorizzati in Italia, con risposte in tempo reale alle anomalie rilevate nel traffico.
La delibera AGCOM 106 del 2025 si inserisce in un quadro normativo più ampio che include anche le disposizioni del Codice del Consumo, in particolare l’articolo 66 quinquies che rende nulli i contratti non richiesti dai consumatori, e le sanzioni previste dal Garante per la protezione dei dati personali contro le violazioni nella gestione delle attività di telemarketing. Il Garante ha recentemente sanzionato diverse società energetiche per l’uso di consensi omnibus ritenuti inidonei, per il mancato rispetto dell’opposizione espressa tramite il Registro Pubblico delle Opposizioni e per l’assenza di controlli sulla filiera dei contatti. Molte delle chiamate promozionali contestate provenivano da numerazioni non registrate presso il Registro degli Operatori di Comunicazione, violando gli obblighi normativi in tema di trasparenza e tracciabilità.
Dal primo gennaio 2017, le società di call center in Italia sono tenute a una serie di obblighi specifici: devono comunicare immediatamente al cliente il Paese da cui l’operatore telefonico risponde fisicamente, pena una multa di 50.000 euro per ogni giornata di violazione; devono informare l’utente circa la possibilità di richiedere che il servizio di assistenza sia fornito da un operatore collocato in Italia o in uno dei Paesi dell’Unione Europea, con sanzioni di 50.000 euro in caso di mancata informativa; devono trasmettere un’apposita comunicazione ai Ministeri e al Garante se intendono trasferire l’attività di call center all’estero; devono comunicare entro dieci giorni al Ministero dello Sviluppo Economico la localizzazione del call center, pena una sanzione di 50.000 euro. Il soggetto che affida il servizio di assistenza a un call center esterno è responsabile in solido con chi gestisce il call center, quindi in caso di violazione la contestazione può essere presentata sia al committente che al gestore.
AssoCall sta inoltre promuovendo l’adozione di un Codice di Condotta per il telemarketing, sviluppato con il contributo dell’Osservatorio Imprese e Consumatori, che prevede misure volontarie come il tracciamento del contratto anche attraverso smart contract, il pagamento di un indennizzo al consumatore qualora questi fosse contattato nonostante l’iscrizione al Registro delle Opposizioni, e l’adozione da parte dei brand di Golden Number, numeri speciali e unici per ciascun marchio, per facilitarne il riconoscimento e poter distinguere con certezza la provenienza fraudolenta di offerte commerciali effettuate da altre utenze telefoniche. L’obiettivo è utilizzare la tutela del consumatore come parametro di riferimento per la valorizzazione dei servizi di comunicazione, garantendo al cittadino la libertà consapevole di scelta nell’acquisto e proteggendo i suoi dati personali.
La raccomandazione finale delle autorità e delle associazioni dei consumatori resta quella della massima prudenza: diffidare sempre di chi chiede via telefono dati personali, informazioni bancarie o credenziali di accesso, perché nessuna banca o istituto finanziario chiede mai questo tipo di informazioni per telefono. La prevenzione individuale, unita agli strumenti normativi e tecnologici ora disponibili, rappresenta la difesa più efficace contro le truffe telefoniche. I cittadini sono invitati a non richiamare numeri sconosciuti, a verificare sempre l’identità del chiamante attraverso canali ufficiali, e a segnalare tempestivamente alle autorità competenti ogni tentativo sospetto. Con l’entrata in vigore della seconda fase del blocco anti-spoofing dal 19 novembre, l’Italia compie un ulteriore passo verso un sistema di telecomunicazioni più sicuro e trasparente, anche se la battaglia contro il telemarketing illegale e le truffe telefoniche richiederà ancora vigilanza costante e collaborazione tra istituzioni, operatori e consumatori. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
