Fabio Fazio, sequestro e maxi-multa per la sua azienda dolciaria

La società Dolcezze di Riviera di Fabio Fazio, proprietaria del marchio di cioccolato Lavoratti, ha ricevuto sanzioni per quasi 100mila euro e subito il sequestro di prodotti dopo che i Carabinieri hanno riscontrato irregolarità nell’etichettatura di ingredienti DOP e IGP non effettivamente utilizzati.

Un controllo a sorpresa dei Carabinieri ha trasformato il dolce sogno imprenditoriale di Fabio Fazio in una vicenda dal sapore decisamente amaro. Il conduttore televisivo, che nel 2022 aveva rilevato la storica fabbrica di cioccolato Lavoratti di Varazze per salvarla dal fallimento, si è trovato al centro di una bufera amministrativa che ha portato a sequestri di prodotti e sanzioni economiche per quasi centomila euro. La verifica condotta dai militari del reparto torinese del Comando Carabinieri Tutela agroalimentare ha infatti rivelato irregolarità nelle etichette dei prodotti commercializzati dalla Dolcezze di Riviera Srl, società proprietaria del marchio Lavoratti 1938, con ingredienti di pregio dichiarati ma non effettivamente utilizzati nella produzione dei dolci artigianali.

La vicenda, emersa solo in queste ore grazie a un’inchiesta del quotidiano La Verità, risale a un anno fa quando l’azienda guidata da Fazio era stata sottoposta a un’ispezione amministrativa che aveva rivelato discrepanze significative tra quanto dichiarato sulle confezioni e gli ingredienti effettivamente impiegati. Il controllo, avvenuto il 23 febbraio 2024, aveva messo in luce come diversi prodotti riportassero in etichetta denominazioni protette quali “Pistacchio verde di Bronte DOP”, “sale marino di Trapani” e “Nocciola di Giffoni IGP” senza che tali ingredienti fossero realmente presenti nelle ricette o senza che l’azienda avesse ottenuto le necessarie autorizzazioni dai Consorzi di tutela per l’utilizzazione dei marchi a denominazione protetta.

Il pistacchio utilizzato, infatti, aveva una generica origine siciliana, mentre la nocciola impiegata era di provenienza piemontese e non campana come invece lasciava intendere l’etichetta. Una violazione non di poco conto nel settore agroalimentare italiano, dove le denominazioni di origine protetta rappresentano un baluardo fondamentale della qualità e dell’autenticità dei prodotti made in Italy, elementi su cui si concentra una parte significativa dell’attività di controllo degli organismi preposti alla vigilanza nel comparto alimentare, tra cui figura proprio il Comando Carabinieri Tutela agroalimentare.

L’ispezione ha portato al sequestro di circa 1.200 confezioni di cioccolato e praline per un totale di quasi 1,4 quintali di prodotti dal valore commerciale stimato in circa 18.600 euro, oltre al ritiro dal mercato di 5.400 etichette destinate a uova pasquali, tavolette e altre specialità di cioccolato. Il bilancio finale dell’operazione è stato particolarmente pesante per l’azienda ligure: tredici sanzioni amministrative per un importo complessivo che ha sfiorato i 100.000 euro, ridotti del 30% grazie al pagamento effettuato entro i cinque giorni previsti dalla normativa vigente.

La vicenda ha avuto ripercussioni anche sulla governance aziendale: a seguito dell’ispezione e delle sanzioni comminate, il 29 febbraio 2025 Fabio Fazio ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente del Consiglio di Amministrazione della società Dolcezze di Riviera, mentre anche sua moglie Gioia Selis ha lasciato il proprio ruolo di consigliere. La coppia continua comunque a mantenere le proprie quote societarie, che ammontano complessivamente al 50% del capitale, con il restante 50% diviso tra l’imprenditore e ristoratore Davide Petrini e sua moglie Alessia Parodi, quest’ultima attualmente amministratrice unica dell’azienda.

L’azienda ha reagito prontamente alle contestazioni mosse dai Carabinieri: l’11 marzo ha comunicato di aver rimosso dal proprio sito di e-commerce tutte le descrizioni risultate irregolari, mentre il 6 giugno scorso sono stati definitivamente distrutti i prodotti oggetto del sequestro. Sul catalogo online, inoltre, dopo l’incidente sono stati inseriti come ingredienti generici “pistacchi” e “nocciole”, senza più riferimenti a specifiche denominazioni di origine protetta. In un secondo momento, la nocciola di Giffoni è stata correttamente sostituita con quella “Piemonte IGP”, mentre il “pistacchio verde di Bronte DOP” è stato reinserito, presumibilmente dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni o modificato gli ingredienti.

La vicenda di Lavoratti si inserisce in un contesto più ampio di controlli sempre più serrati nel settore agroalimentare italiano, coordinati dalla Cabina di Regia istituita presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, che riunisce diversi organismi di vigilanza tra cui l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF), la Guardia di Finanza e, appunto, i Carabinieri dei Reparti specializzati nella tutela agroalimentare. Un sistema integrato che nel solo 2023 ha portato a oltre 54.000 controlli nel settore alimentare, con particolare attenzione proprio ai prodotti di qualità certificata come DOP e IGP, che rappresentano circa il 40% delle verifiche complessive.

L’impegno in questo ambito è stato ulteriormente rafforzato nel 2025 con l’ampliamento della stessa Cabina di Regia, che ha visto l’ingresso di due nuovi componenti (la Polizia di Stato e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco) e l’approvazione di un Piano Operativo dei Controlli ancora più articolato, confermando come la tutela delle eccellenze agroalimentari italiane rappresenti una priorità assoluta per le autorità nazionali.

Per Fabio Fazio questa disavventura rappresenta una battuta d’arresto in un progetto imprenditoriale nato con le migliori intenzioni: salvare dal fallimento una storica fabbrica artigianale che rischiava di scomparire dopo quasi un secolo di attività. Il conduttore televisivo, originario proprio della riviera ligure di ponente, aveva rilevato nel 2022 insieme all’amico d’infanzia Davide Petrini l’azienda dolciaria Lavoratti 1938, investendo risorse ed energie in un ambizioso piano di rilancio che prevedeva il rinnovamento delle strutture, dei macchinari e delle ricette, avvalendosi anche della consulenza di prestigiosi nomi della pasticceria italiana come Corrado Assenza.

Nonostante le difficoltà iniziali e le pesanti perdite registrate nei primi esercizi (231.000 euro nel 2022, progressivamente ridotte a 108.000 nel 2023 e a circa 20.000 nel 2024), la società sembrava finalmente avviata verso il pareggio di bilancio, con un fatturato salito a oltre 900.000 euro nell’ultimo anno. Un percorso di risanamento che ha beneficiato anche di consistenti contributi pubblici, pari a 280.000 euro, ottenuti sotto forma di credito d’imposta per Industria 4.0, oltre che di collaborazioni prestigiose come quella stretta con il Consorzio del Parmigiano Reggiano per la realizzazione di una innovativa pralina al formaggio.

La sanzione amministrativa e i sequestri rappresentano dunque un inciampo significativo in un cammino che sembrava ormai orientato verso un consolidamento della posizione sul mercato. La vicenda evidenzia quanto sia fondamentale, soprattutto nel settore agroalimentare di qualità, rispettare rigorosamente le normative relative all’etichettatura e alla comunicazione commerciale, in particolare quando si tratta di prodotti a denominazione protetta che costituiscono un patrimonio collettivo da tutelare nell’interesse di produttori e consumatori.

Per Fabio Fazio, che dopo aver lasciato la Rai per approdare a Discovery con il suo programma “Che Tempo Che Fa” ha mantenuto una significativa popolarità nel panorama televisivo italiano, questa esperienza rappresenta certamente un insegnamento prezioso: nel mondo dell’imprenditoria alimentare, ancor più che in quello dello spettacolo, la trasparenza e la correttezza nelle comunicazioni non sono solo doveri etici ma precisi obblighi di legge, la cui violazione può comportare conseguenze economiche e reputazionali particolarmente onerose.