È morto Papa Francesco, ecco chi sono i papabili per il prossimo Conclave

Papa Francesco è morto oggi a 88 anni. Pietro Parolin e Matteo Zuppi in pole position per succedergli al soglio pontificio. Il Conclave più numeroso della storia inizierà entro 20 giorni.

Il mondo cattolico è in lutto. Papa Francesco è morto questa mattina, lunedì 21 aprile 2025, alle ore 7:35 nella sua residenza a Casa Santa Marta in Vaticano, come annunciato dal camerlengo, il cardinale Farrell. Il Pontefice, che aveva 88 anni, era in convalescenza dopo un lungo ricovero al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale. Si apre ora la fase di transizione che porterà all’elezione del nuovo capo della Chiesa cattolica.

Con la morte di Jorge Mario Bergoglio si conclude un pontificato che ha segnato profondamente la Chiesa contemporanea. Il primo Papa americano e il primo proveniente dall’emisfero Sud globale, il primo gesuita a salire al soglio pontificio e il primo a scegliere il nome Francesco, ha impresso una svolta significativa non solo nella Chiesa ma nella percezione del ruolo del Pontefice nel contesto globale, diventando un vero e proprio leader mondiale attivo nelle relazioni internazionali e votato alla giustizia sociale.

Il Conclave più numeroso della storia

Il Conclave che si celebrerà entro venti giorni a partire da oggi sarà il più affollato della storia della Chiesa. Mai prima d’ora un numero così elevato di cardinali aventi diritto al voto è entrato nella Cappella Sistina per eleggere un nuovo Papa. Attualmente sono ben 138 i porporati elettori, superando ampiamente il tetto di 120 stabilito da Paolo VI. Questo perché con l’ultima infornata di porpore dello scorso 7 dicembre, Francesco ha sforato il limite di ben ventuno unità, arrivando a 141. Nel frattempo, due cardinali hanno compiuto 80 anni ed uno è deceduto.

Il collegio elettorale che si troverà a breve a dover scegliere il successore del primo pontefice proveniente dalle Americhe è però anche il più eterogeneo ed internazionale di sempre. Nei suoi dieci Concistori Francesco ha infatti raggiunto una quasi copertura totale del globo, con cardinali provenienti da ben 89 nazioni. Questa ampia frammentazione comporta un problema evidente: la maggioranza dei porporati nemmeno si conosce, elemento che potrebbe rendere più complessa e imprevedibile l’elezione.

I papabili: chi potrebbe succedere a Bergoglio?

Il favorito assoluto per la successione sembra essere il cardinale Pietro Parolin, 70 anni, Segretario di Stato vaticano fino ad oggi. Diplomatico di carriera, molto conosciuto a livello nazionale e internazionale, Parolin è apprezzato sia dalla corrente più conservatrice del Collegio che dai bergogliani di stretta osservanza. Pur non essendo in senso stretto un epigono del pontefice defunto, è stato il numero due di Francesco per tutto il suo pontificato, elemento che lo rende accettabile per l’ala progressista, mentre esponenti di spicco dell’ala “ratzingeriana” da tempo sussurrano che, se fosse lui, “sarebbe una manna dal cielo”.

Un altro nome di peso è quello del cardinale Matteo Maria Zuppi, attuale Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Nato a Roma nel 1955, Zuppi ha dedicato gran parte del suo ministero alla Comunità di Sant’Egidio, distinguendosi per il suo impegno nel dialogo interreligioso e nelle iniziative di pace. Durante gli anni ’90 ha svolto un ruolo chiave nelle trattative che hanno portato alla fine della guerra civile in Mozambico. La sua vicinanza alle posizioni progressiste di Francesco, unita alla sua esperienza diplomatica e pastorale, lo rendono un candidato papabile di primo piano.

I bookmaker considerano inoltre un possibile outsider il cardinale Robert Sarah, espressione dell’ala più conservatrice del Collegio. Altri nomi che circolano nei corridoi vaticani sono quelli di Luis Tagle, Malcolm Ranjith, Pierbattista Pizzaballa (Patriarca latino di Gerusalemme), Peter Erdo, Willem Eijk, Anders Arborelius, Charles Bo e Jean-Marc Aveline.

Cosa succede ora: le regole del Conclave

Il termine “conclave” deriva dal latino “cum clave”, che significa “chiuso a chiave”. Si riferisce sia al luogo in cui si tiene l’elezione del nuovo pontefice che all’assemblea dei cardinali incaricata di questa scelta storica. Dopo la celebrazione delle esequie e la fine della Sede Vacante, si aprirà il Conclave vero e proprio.

Il giorno dell’inizio del Conclave, i Cardinali vengono convocati nella Basilica di San Pietro per la “messa pro eligendo Romano Pontifice”. La prima giornata è dedicata principalmente alla preghiera, poi i porporati vanno in processione verso la Cappella Sistina. Qui si sottopongono al giuramento apostolico, poi arriva l'”extra omnes”, ovvero il momento in cui tutti coloro che non fanno parte dell’Assemblea elettiva devono lasciare la Cappella. A quel punto, le porte vengono chiuse a chiave e i Cardinali elettori hanno il divieto assoluto di comunicare con l’esterno.

Per essere eletti al soglio pontificio nei primi scrutini servono i due terzi dei voti dell’Assemblea elettiva. L’elezione avviene esclusivamente per scrutinium, ovvero per votazione. Ogni cardinale scrive il nome del proprio candidato su una scheda, che viene poi pronunciato a voce alta. Al termine di ogni scrutinio, le schede vengono bruciate in una stufa collegata al tetto del palazzo apostolico: fumata nera se non è stato eletto nessun Papa, fumata bianca quando c’è il nuovo Pontefice.

Le votazioni proseguono finché non emerge un nome che raccolga il consenso necessario. Quando accade, il Decano del Collegio cardinalizio chiede al prescelto: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”. Dopo l’accettazione, gli viene chiesto quale nome intenda assumere. A quel punto, dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro, viene annunciato al mondo l'”Habemus Papam” e il nuovo Pontefice si affaccia per la prima benedizione.