Fabrizio Corona torna a far discutere con le sue dichiarazioni su Papa Francesco. L’ex re dei paparazzi, che già aveva scatenato polemiche durante il lungo ricovero del Pontefice al Policlinico Gemelli sostenendo che fosse morto, non ha perso l’occasione di commentare anche il reale decesso del Santo Padre, avvenuto il 21 aprile 2025, giorno seguente alla Pasqua. Con un post su Instagram che ha immediatamente acceso nuove controversie, Corona ha scritto: «Oggi alle 7:30 del mattino è stata annunciata la morte di Papa Francesco. Proprio oggi. Il giorno dopo la Resurrezione. Il giorno in cui si celebra la vita che vince la morte. Ma qui la morte è arrivata puntuale, precisa, rituale quasi. Poi ci diranno che è solo una coincidenza. Ce ne ricorderemo di questo Paese».
Parole che alludono a una presunta «coincidenza rituale» tra la morte del Papa e il giorno successivo alla Pasqua, alimentando sospetti e narrazioni alternative che trovano terreno fertile sui social media. Non è la prima volta che Corona si erge a portavoce di teorie complottiste riguardanti il Pontefice, diventando così megafono di narrazioni che dividono l’opinione pubblica.
Questo nuovo episodio si inserisce in una serie di dichiarazioni controverse iniziata durante il ricovero di Papa Francesco al Policlinico Gemelli di Roma, avvenuto a febbraio 2025 a causa di una bronchite evoluta poi in polmonite bilaterale. Durante quel periodo, caratterizzato da una comunicazione estremamente riservata da parte della Santa Sede, Corona aveva pubblicamente affermato, con assoluta certezza: «Il Papa è morto da due mesi. Se da qui ai prossimi cinque mesi uscirà un’immagine video dove parla dal vivo, io mi ritirerò a vita privata. Quest’immagine non uscirà mai perché il Papa è morto».
La promessa non mantenuta e il rilancio delle teorie
La sicurezza mostrata da Corona era tale da spingerlo a fare una promessa solenne: ritirarsi definitivamente dalla scena pubblica qualora il Pontefice fosse riapparso in video. Una promessa che, alla luce degli eventi successivi, è rimasta lettera morta. Il 23 marzo 2025, infatti, dopo trentotto giorni di degenza, Papa Francesco è stato dimesso dall’ospedale e, prima di fare ritorno in Vaticano, si è affacciato da un balconcino della struttura ospedaliera per salutare i fedeli radunati, pronunciando un semplice ma significativo «Grazie a tutti!».
Nonostante l’evidenza fornita da questa apparizione pubblica, trasmessa dalle televisioni di tutto il mondo, Corona non solo non ha mantenuto la promessa di ritirarsi a vita privata, ma ha rilanciato le sue teorie complottiste. In una storia pubblicata su Instagram, l’ex paparazzo ha messo in dubbio l’identità del Papa apparso al balcone del Gemelli, insinuando che potesse trattarsi di un sosia.
Per avvalorare questa tesi, Corona aveva pubblicato due immagini affiancate: da un lato, una sua foto accanto a quella dell’imitatore Gabriele Vagnato (che lo aveva parodiato durante il Festival di Sanremo), dall’altro due fotografie di Papa Francesco, una scattata prima del ricovero e l’altra durante l’apparizione dal balcone dell’ospedale. A corredo di queste immagini, due frasi eloquenti: «Siete sicuri che sia proprio lui?» e «Trova le differenze».
Le critiche e l’ironia sui social network
La reazione del pubblico alle dichiarazioni di Corona non si è fatta attendere. Sui social network, migliaia di utenti hanno chiesto all’ex paparazzo di rispettare la promessa fatta e ritirarsi definitivamente dalle scene. Alcuni hanno ironicamente parlato del «primo miracolo di Papa Francesco», ossia quello di «averci liberato di Fabrizio Corona». Tuttavia, come dimostrato dagli eventi successivi, la promessa è rimasta disattesa.
Durante la puntata finale del Peppy Night Show, il pubblico ha criticato apertamente Corona, gridandogli: «Sei una sòla!», in riferimento alla promessa non mantenuta. Nonostante questo, l’ex re dei paparazzi ha continuato a mantenere la sua posizione, arrivando fino all’ultimo commento sulla morte di Papa Francesco.
Le «prove» presentate da Corona
Durante il ricovero del Pontefice, Corona aveva anche messo in discussione l’autenticità dei pochi materiali diffusi dal Vaticano sullo stato di salute del Papa. In particolare, aveva definito «finti» sia un audio che una fotografia che ritraeva il Santo Padre di profilo. «Ora ditemi se è normale che sono usciti un audio finto e una foto finta, di profilo. Ma vi sembra normale? Siamo nel 2025. C’è una foto con la testa così di profilo, non è lui», aveva dichiarato.
Questa argomentazione, nella sua semplicità, era riuscita ad ottenere credito presso una parte del pubblico, alimentando ulteriormente il clima di sfiducia nei confronti delle comunicazioni ufficiali del Vaticano. Un fenomeno, questo, che si inserisce in un contesto più ampio di crescente diffidenza verso i canali informativi tradizionali e le fonti ufficiali, terreno fertile per il proliferare di teorie alternative e complottiste.
La strategia mediatica di Corona
Al di là degli aspetti aneddotici e della dimensione personale legata a Fabrizio Corona, la vicenda solleva interrogativi più ampi sul sistema dell’informazione contemporaneo. L’atteggiamento dell’ex paparazzo, caratterizzato dalla delegittimazione costante delle fonti ufficiali e dall’enfatizzazione di teorie alternative prive di fondamento, si inserisce in un fenomeno culturale che vede figure come Corona cercare di ritagliarsi un ruolo come nuovi protagonisti nel mondo dell’informazione, sfruttando proprio il sentimento di diffidenza che una parte del pubblico nutre nei confronti dei canali informativi consolidati.
L’escamotage utilizzato da Corona per non ammettere l’errore e non rispettare la promessa fatta – insinuare prima che il Papa visto al Gemelli fosse in realtà un sosia e poi alludere a presunte coincidenze rituali nella data del decesso – appare come un ulteriore tentativo di alimentare la narrazione complottista e mantenere viva l’attenzione mediatica sulla propria figura. Una strategia che, per quanto discutibile sul piano deontologico, continua a garantirgli quella visibilità che rappresenta la vera valuta nel mondo dei social media e dell’informazione contemporanea.
È significativo notare come, in un momento che dovrebbe essere di raccoglimento e rispetto per la scomparsa del Santo Padre, l’attenzione di molti si sia invece concentrata sulle dichiarazioni provocatorie di Corona, a dimostrazione di come le dinamiche dell’informazione e dell’intrattenimento tendano sempre più a confondersi nel panorama mediatico contemporaneo, sollevando interrogativi sulla qualità del dibattito pubblico e sulla capacità collettiva di distinguere tra notizie verificate e semplici provocazioni finalizzate ad attirare attenzione.