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Incendi, allarme della Protezione Civile “Tre regioni italiane non hanno una flotta aerea antincendio”

Umbria, Molise e Puglia sono le uniche tre regioni italiane senza flotta aerea antincendio per la campagna 2025, creando gravi lacune operative nella risposta agli incendi boschivi secondo il capo della Protezione Civile Fabio Ciciliano.
Credit © Chiara Guercio

L’Italia affronta la stagione estiva 2025 con una preoccupante carenza di mezzi aerei antincendio in tre regioni del territorio nazionale. Durante l’audizione presso la Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità, il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, ha evidenziato una criticità che espone vaste aree del paese a rischi elevati durante la campagna antincendio boschivo.

Umbria, Molise e Puglia rappresentano le uniche regioni italiane che nel 2025 non dispongono di una propria flotta aerea regionale per il contrasto agli incendi boschivi. Questa situazione, come ha sottolineato Ciciliano, assume particolare gravità considerando che la legge quadro in materia affida proprio alle regioni e alle province autonome il compito di programmare la prevenzione e la lotta attiva contro gli incendi, attività che risultano essenziali soprattutto per i territori insulari e caratterizzati da forte vulnerabilità ambientale.

La campagna antincendio boschivo 2025, che ha avuto inizio il 15 giugno e si concluderà il 15 ottobre, si presenta quindi con significative lacune operative che potrebbero compromettere la tempestività degli interventi. La mancanza di mezzi aerei regionali comporta infatti una dipendenza totale dalle risorse statali coordinate dal Centro Operativo Aereo Unificato (COAU), con evidenti ritardi nella capacità di risposta immediata agli eventi critici.

La situazione pugliese appare particolarmente critica, con le gare per l’acquisizione di una flotta regionale che si sono ripetutamente concluse con esiti negativi. Le procedure di appalto, caratterizzate da bandi deserti o falliti, hanno impedito alla regione di dotarsi degli strumenti necessari per fronteggiare autonomamente le emergenze incendi. Questa carenza assume dimensioni drammatiche se si considera la presenza delle Isole Tremiti, arcipelago fragile dal punto di vista ambientale e paesaggistico che, in caso di incendio, potrà contare unicamente sui mezzi statali con tempi di intervento inevitabilmente dilatati.

Per quanto riguarda l’Umbria, la regione ha sottoscritto a fine 2024 una nuova convenzione con i vigili del fuoco, valida per il biennio 2025-2026, destinando complessivamente 930mila euro per il potenziamento dei dispositivi di prevenzione e lotta attiva. L’accordo prevede l’attivazione quotidiana della sala operativa centrale con rafforzamento del personale nei mesi estivi più critici, l’impiego di squadre specializzate e unità operative con mezzi dedicati, ma non include l’acquisizione di una flotta aerea regionale.

Il Molise si trova in una situazione altrettanto delicata, con le gare d’appalto per l’acquisizione di servizi aerei antincendio che hanno registrato esiti deserti. La regione ha dovuto ricorrere ad affidamenti d’urgenza per garantire un minimo di copertura operativa, ma la mancanza di una pianificazione strutturale a lungo termine rimane un elemento di forte preoccupazione per la sicurezza del territorio.

La flotta aerea dello Stato, coordinata dal COAU, comprende nel periodo di massima attenzione (dal 1° luglio al 5 settembre 2025) 15 velivoli Canadair CL415 e 4 elicotteri Erickson S64F, dislocati su 17 basi operative distribuite sul territorio nazionale. Tuttavia, il sistema di intervento prevede una procedura gerarchica che vede l’intervento statale solo quando le risorse regionali risultano insufficienti, determinando inevitabili ritardi operativi nelle regioni prive di mezzi propri.

La problematica delle gare deserte per l’acquisizione di servizi aerei antincendio non costituisce un fenomeno isolato ma rappresenta una criticità sistemica che coinvolge anche altre regioni italiane. Le difficoltà nell’aggiudicazione di questi appalti specialistici sono spesso legate alla complessità tecnica dei servizi richiesti, ai costi elevati e alla presenza di un numero limitato di operatori qualificati nel settore.

Le conseguenze operative di questa carenza si manifestano in termini di vulnerabilità territoriale particolarmente accentuata. In assenza di mezzi aerei regionali, i tempi di intervento si allungano significativamente, permettendo agli incendi di estendersi e causare danni ambientali, economici e potenzialmente anche umani più gravi. La situazione risulta ancora più critica nelle aree insulari e in quelle caratterizzate da orografia complessa, dove l’accessibilità terrestre è limitata.

Il sistema di coordinamento nazionale, pur mantenendo elevati standard di efficienza attraverso il COAU, non può compensare completamente l’assenza di capacità operative regionali. La flotta statale, infatti, deve far fronte alle esigenze di tutto il territorio nazionale e, nei periodi di particolare intensità degli eventi, può risultare insufficiente a garantire interventi tempestivi su tutti i fronti contemporaneamente attivi.

La problematica dell’insularità, come evidenziato durante l’audizione parlamentare, assume dimensioni particolarmente critiche. Le isole, per loro natura, presentano limitazioni logistiche che rendono ancora più complessa la gestione delle emergenze incendi. La mancanza di mezzi aerei regionali in grado di intervenire rapidamente può trasformare incendi circoscritti in catastrofi ambientali di vasta portata.

La stagione 2025 si presenta quindi con sfide significative per la sicurezza antincendio nazionale. Le previsioni meteorologiche indicano condizioni climatiche che potrebbero favorire lo sviluppo di incendi, rendendo ancora più urgente la necessità di colmare le lacune operative evidenziate. La dipendenza esclusiva dalle risorse statali in tre regioni del paese rappresenta un elemento di vulnerabilità sistemica che richiede interventi immediati e strutturali.

La questione solleva interrogativi più ampi sulla pianificazione della sicurezza territoriale e sulla capacità delle amministrazioni regionali di garantire i servizi essenziali per la protezione del territorio e delle comunità. L’assenza di mezzi aerei antincendio non rappresenta solo una carenza tecnica, ma un vuoto nella catena di sicurezza che espone cittadini, patrimonio ambientale e attività economiche a rischi evitabili.

L’allarme lanciato dalla Protezione Civile nazionale evidenzia la necessità di un approccio più sistemico alla gestione del rischio incendi, che vada oltre le emergenze stagionali per investire in una pianificazione strutturale di lungo periodo. Solo attraverso un rafforzamento delle capacità operative regionali sarà possibile garantire quella tempestività di intervento che rappresenta il fattore determinante per limitare i danni degli incendi boschivi e proteggere efficacemente il territorio nazionale.

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