L’attuale quadro meteorologico sull’Italia è caratterizzato da una spiccata instabilità che continuerà a persistere almeno fino al termine del ponte del 25 aprile, con l’anticiclone che al momento si trova posizionato in pieno Oceano Atlantico estendendosi verso la Gran Bretagna e le zone più settentrionali del Vecchio Continente.
Questa configurazione barica determina un costante afflusso di correnti fresche e instabili verso il bacino del Mediterraneo, generando condizioni di tempo variabile con frequenti precipitazioni anche a carattere temporalesco. Il rischio di acquazzoni aumenterà già dalla mattina di venerdì 25 aprile, inizialmente nelle regioni del Nord Est come Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Veneto, per poi estendersi durante la giornata verso le zone interne dell’Appennino e potenzialmente raggiungere anche le pianure e le coste adriatiche.
L’instabilità atmosferica risulterà particolarmente marcata durante questo fine settimana a causa dello scambio meridiano in atto, ovvero l’interazione tra l’aria fredda proveniente dal Polo Nord e quella calda risalente dal Sahara, fenomeno che genera frequenti temporali e repentini sbalzi termici. L’attraversamento del ciclone sulle Alpi contribuirà ad aggravare notevolmente le condizioni meteorologiche tra mercoledì e giovedì, con precipitazioni che potranno assumere anche carattere di nubifragio sulle Alpi e al Nordovest.
Il ponte del 25 aprile vedrà dapprima l’allontanamento di una perturbazione dall’Italia, seguita però rapidamente dall’arrivo di un nuovo impulso perturbato. Venerdì risulterà più instabile principalmente sui settori orientali del Centro-Sud, mentre sabato 26 rappresenterà una giornata di transizione caratterizzata da maggiore soleggiamento, per poi vedere il ritorno del maltempo nella giornata di domenica 27, soprattutto al Nordovest e lungo le regioni tirreniche.
Per un cambiamento significativo delle condizioni meteorologiche bisognerà attendere la prossima settimana, quando finalmente l’anticiclone africano inizierà ad espandersi con decisione verso il bacino del Mediterraneo. Gli ultimi effetti della perturbazione continueranno a manifestarsi nella giornata di lunedì 28 aprile, con possibili temporali ad evoluzione diurna soprattutto al Centro e al Sud, mentre a partire da martedì 29 aprile si assisterà ad un generale miglioramento grazie al ritorno dell’alta pressione subtropicale.

Secondo le più recenti proiezioni dei modelli matematici, in particolare dell’ECMWF, il protagonista assoluto del meteo tra l’1 e il 5 maggio sarà proprio l’anticiclone nordafricano, la cui espansione verso il Mediterraneo centrale sarà favorita dall’approfondimento di una vasta area depressionaria sull’Atlantico orientale, nei pressi della Penisola Iberica. Questo sviluppo provocherà un deciso aumento delle temperature, che supereranno i valori medi tipici del periodo.
Le giornate centrali della prima settimana di maggio, tra il 2 e il 4, rappresenteranno l’apice di questa prima ondata di caldo quasi estivo della stagione, con temperature massime che potrebbero raggiungere i 28-30 gradi Celsius in diverse aree del paese. Le regioni meridionali saranno quelle maggiormente interessate da questo rialzo termico, in particolare Sardegna, Sicilia e Calabria, dove il clima potrebbe assumere caratteristiche tipicamente estive con valori che localmente potrebbero toccare anche i 32 gradi nelle zone interne.

L’anomalia termica positiva interesserà in misura minore anche il Centro-Nord, dove comunque le temperature potrebbero superare di 1-2°C le medie storiche del periodo, con punte di 28°C attese anche sulla Valle Padana e sui settori tirrenici. Tuttavia, nelle regioni settentrionali l’afflusso di aria calda in quota combinato alla persistente presenza di umidità nei bassi strati potrebbe creare condizioni favorevoli alla formazione di temporali di calore, specialmente in Veneto, Trentino-Alto Adige e Lombardia orientale.
Questa tendenza meteo evidenzia una primavera sempre più caratterizzata da estremi termici e da una marcata alternanza tra fasi calde e secche con periodi instabili e temporaleschi, situazione che rientra nel più ampio contesto dei cambiamenti climatici in atto. Gli studi recenti hanno infatti evidenziato come dal 1979 ad oggi sia aumentata significativamente l’energia in gioco nell’atmosfera, il che provoca un incremento delle precipitazioni convettive e degli eventi meteorologici estremi come grandinate e raffiche di vento molto forti.
Il Final Warming, ovvero la dissoluzione definitiva del vortice polare stratosferico, è avvenuto quest’anno con notevole anticipo rispetto alla media stagionale, intorno al 12 marzo, generando uno squilibrio barico che ha contribuito a trasformare le caratteristiche meteorologiche della stagione primaverile. Questo fenomeno, combinato con l’espansione dell’anticiclone subtropicale, determinerà condizioni meteo quasi estive già nei primi dieci giorni di maggio, con valori termici decisamente superiori alla media climatica.