Elodie, una delle voci più riconoscibili e amate del panorama musicale italiano contemporaneo, ha recentemente svelato pubblicamente un dettaglio inedito e sorprendente riguardo la propria identità anagrafica. Durante una partecipazione a R101, la cantante ha raccontato con lucidità e ironia la complessa vicenda che si cela dietro il suo cognome, rivelando che quello con cui è conosciuta dal grande pubblico, Di Patrizi, non corrisponde a quello che sarebbe il suo vero cognome di nascita.
L’origine di questa discrepanza affonda le radici in una storia familiare che risale a un periodo storico in cui la legislazione italiana non prevedeva ancora la possibilità del divorzio. La nonna paterna di Elodie, infatti, era sposata con un uomo di nome Enzo Di Patrizi, ma successivamente si legò sentimentalmente ad Angelo Canini, il vero nonno biologico della cantante. Tuttavia, non essendo ancora in vigore una normativa che consentisse la dissoluzione del matrimonio, la nonna non poté formalizzare una nuova unione legale e, quando nacque il padre di Elodie, fu costretta ad attribuirgli il cognome del primo marito, ossia Di Patrizi, anziché quello del vero padre biologico, Canini.
Questo intreccio burocratico e sentimentale ha avuto ripercussioni dirette anche sull’identità della stessa Elodie. La cantante ha raccontato che suo padre scoprì la verità solo durante gli anni del liceo, quando venne a conoscenza del fatto che il cognome che aveva portato fino a quel momento non era quello del suo vero padre, ma quello dell’ex marito della madre. “Mio papà ha scoperto il suo vero cognome al liceo”, ha dichiarato Elodie, sottolineando come la questione sia rimasta a lungo un segreto familiare.
La vicenda, che la stessa artista ha definito con il termine “fuorilegge” riferendosi alla nonna, mette in luce le difficoltà e le contraddizioni di un’epoca in cui la rigidità delle leggi italiane impediva di fatto la regolarizzazione di nuove unioni e la trasmissione del cognome paterno biologico. Elodie ha spiegato che la nonna non poté mai dire apertamente al figlio la verità sulla sua paternità e sul suo cognome, lasciando che la questione emergesse solo molti anni dopo. “Mio papà era convinto, fino al liceo, di chiamarsi Roberto Canini”, ha raccontato la cantante, precisando che, in teoria, anche il suo cognome sarebbe dovuto essere Canini e non Di Patrizi.
Nonostante la consapevolezza di questa verità familiare, Elodie ha scelto di mantenere il cognome Di Patrizi, quello con cui ha costruito la propria carriera artistica e con cui è ormai identificata dal pubblico e dai media. La cantante, con disincanto e leggerezza, ha liquidato la questione affermando: “Ma certo, ma chi se ne frega”, sottolineando come, al di là delle formalità anagrafiche, ciò che conta sia il percorso personale e la storia che ognuno porta con sé.
L’episodio riporta l’attenzione su un tema più ampio e ancora oggi attuale, quello dell’identità anagrafica e delle sue implicazioni sociali, culturali e psicologiche. La storia di Elodie si inserisce in un contesto storico in cui le leggi italiane, prima della riforma sul divorzio introdotta nel 1970, imponevano vincoli stringenti alla possibilità di ricostruire una famiglia dopo la fine di un matrimonio. Questa rigidità normativa ha prodotto, nel corso degli anni, numerosi casi di attribuzione forzata del cognome, con conseguenze spesso rilevanti sul piano dell’identità personale e familiare.
Il racconto di Elodie offre uno spaccato autentico sulla realtà di molte famiglie italiane del secolo scorso, costrette a confrontarsi con le limitazioni imposte dalla legge e con la necessità di custodire segreti che, talvolta, sono rimasti tali per intere generazioni. La scelta della cantante di condividere pubblicamente questa parte intima e poco conosciuta della propria storia familiare rappresenta un gesto di trasparenza e di consapevolezza, capace di stimolare una riflessione più ampia sul valore dell’identità e sulla complessità delle relazioni familiari.
In conclusione, la vicenda del cognome di Elodie non è solo un aneddoto personale, ma si fa emblema di una stagione della storia italiana in cui la normativa vigente ha inciso profondamente sulle vite private, condizionando scelte, percorsi e identità. Oggi, la cantante ha deciso di mantenere il cognome Di Patrizi, ma la sua testimonianza contribuisce a mantenere viva la memoria di un passato recente e a sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni che, ancora oggi, non possono dirsi del tutto superate.