Giuseppe Cruciani contro Tommaso Zorzi: “Follia! Come si permette?” -VIDEO-

Il conduttore radiofonico ha duramente criticato l’influencer per aver contestato le parole del Pontefice sulla famiglia tradizionale. “Questi presunti portavoce della comunità omosessuale sono incredibili, siamo alla follia”.

Nuovo capitolo della polemica innescata dalle recenti dichiarazioni di Papa Leone XIV sulla famiglia tradizionale. Il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani ha duramente attaccato l’influencer Tommaso Zorzi durante l’ultima puntata de La Zanzara, trasmissione di Radio 24 nota per i suoi toni provocatori e per l’assenza di filtri nel trattare temi controversi dell’attualità.

La controversia ha avuto origine dalle affermazioni del Pontefice che, durante un’udienza con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ha ribadito la sua visione tradizionalista della famiglia, definendola come “fondata sull’unione stabile tra uomo e donna, società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società”, marcando così una netta distanza rispetto alle posizioni più aperte del suo predecessore Papa Francesco, il quale aveva sorpreso il mondo con il celebre “Chi sono io per giudicare?” in riferimento alle persone omosessuali.

Zorzi, attivista e personaggio televisivo, aveva criticato le parole del Papa attraverso i suoi canali social, esprimendo perplessità sulla priorità data a certe tematiche: “In un momento come questo, in cui in corso abbiamo un genocidio, una pulizia etnica, assistiamo a bambini che muoiono di fame, sotto lo sguardo complice del mondo intero, se dovessi prendere una posizione io non partirei dagli omosessuali, non partirei dal fatto che la famiglia deve essere fatta da uomo e donna”. Un intervento che, seppur espresso con toni pacati, non è sfuggito all’occhio critico di Cruciani, noto per le sue posizioni irriverenti e controcorrente.

Il conduttore de La Zanzara ha reagito con veemenza durante la sua trasmissione: “Sentiamo questo omosessuale di quelli molto attivi, non da altri punti di vista… questo dice che il Papa in un periodo in cui c’è un genocidio, una pulizia etnica, non partirei dagli omosessuali. Adesso questo qua vuole dare pure lezioni al Papa, che cosa vuole dire? Ma che cosa non vuole dire? Ma guarda che è incredibile, questi portavoce, presunti portavoce delle comunità omosessuale sono incredibili”. L’invettiva è proseguita con toni ancora più accesi: “Ma, cioè, il signor Tommaso Zorzi, che io avevo dimenticato perché non lo sentivo più esprimere le sue opinioni in pubblico, sostiene cose e dà consigli al Papa, ‘non partirei dalla famiglia tradizionale’ ragazzi, cioè, siamo veramente alla follia”.

Le dichiarazioni di Cruciani hanno immediatamente generato reazioni contrastanti sui social media, dividendo l’opinione pubblica tra sostenitori del conduttore radiofonico e difensori della libertà di espressione di Zorzi. Alcuni utenti Twitter hanno condiviso clip dell’intervento di Cruciani con messaggi di approvazione, mentre altri hanno criticato il tono aggressivo utilizzato nei confronti dell’ex concorrente del Grande Fratello Vip.

La controversia si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sulla visione della famiglia e sui diritti della comunità LGBT+ in relazione alla dottrina cattolica. Papa Leone XIV, al secolo Robert Prevost, sembra infatti intenzionato a riportare la Chiesa su posizioni più tradizionali rispetto a quelle del suo predecessore. Come riportato dal New York Times e citato da diverse testate italiane, già nel 2012, quando era ancora cardinale, Prevost aveva espresso preoccupazione per l’influenza dei media occidentali, accusati di favorire “simpatia per credenze e pratiche in contrasto con il Vangelo”, citando esplicitamente lo “stile di vita omosessuale” e le “famiglie alternative formate da partner dello stesso sesso con figli adottivi”.

Il confronto a distanza tra Cruciani e Zorzi evidenzia la polarizzazione del dibattito pubblico su questi temi, con posizioni difficilmente conciliabili che si scontrano quotidianamente nello spazio mediatico italiano. Da una parte chi ritiene intoccabile l’autorità morale del Pontefice e considera inappropriato qualsiasi tentativo di mettere in discussione le sue dichiarazioni; dall’altra chi sostiene la legittimità di esprimere perplessità e critiche anche verso le più alte istituzioni religiose, specialmente quando si affrontano temi di rilevanza sociale e civile.

La trasmissione La Zanzara, definita dai suoi stessi conduttori “l’attualità senza tabù, senza censure, senza tagli alle vostre opinioni”, continua così a porsi come arena di confronto aspro su temi divisivi, confermando la sua linea editoriale basata sulla provocazione e sul politicamente scorretto. Il caso Cruciani-Zorzi rappresenta solo l’ultimo episodio di una lunga serie di polemiche innescate dal programma radiofonico, che nel corso degli anni ha consolidato la propria identità come spazio di dibattito senza filtri.

Intanto l’associazione Pro ha espresso gratitudine verso Papa Leone XIV “per le sue nette e forti parole in favore della famiglia”, sottolineando che il Pontefice “ci ricorda così che una società civile e pacificata è possibile soltanto se si mette al primo posto la tutela della famiglia come ‘unione stabile tra uomo e donna’, troppo spesso messa in pericolo da chi vuole scardinare anche i più assodati concetti scientifici di maschile e femminile”. Anche esponenti politici come il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, hanno parlato di “parole illuminanti” del Papa sulla famiglia.

Resta da vedere se Tommaso Zorzi risponderà direttamente alle accuse di Cruciani, alimentando ulteriormente una polemica che sembra destinata a protrarsi nei prossimi giorni, considerato l’interesse mediatico che continua a suscitare e la rilevanza dei temi trattati nel dibattito pubblico italiano. La questione della famiglia tradizionale e dei diritti LGBT+ rimane infatti uno degli argomenti più divisivi nel panorama sociale e politico del Paese, capace di mobilitare schieramenti contrapposti e di generare discussioni accese anche al di fuori del contesto strettamente religioso.

La vicenda solleva interrogativi più ampi sul rapporto tra libertà di espressione e rispetto delle istituzioni religiose, sul ruolo dei personaggi pubblici come portavoce di istanze sociali e sulla legittimità di mettere in discussione dichiarazioni provenienti dalle massime autorità spirituali. Questioni complesse che trascendono il caso specifico e che interrogano la società italiana nel suo insieme, chiamata a confrontarsi con visioni diverse e talvolta inconciliabili su temi fondamentali come la famiglia, l’identità e i diritti civili.