Alessandra Mussolini lascia Forza Italia e passa alla Lega di Salvini

L’ex europarlamentare azzurra e Roberto Cantiani passano al Carroccio in quella che appare come una ritorsione dopo il passaggio di due consiglieri regionali leghisti a Forza Italia. Presto l’incontro ufficiale con Matteo Salvini.
Credit © Alessandra Mussolini

Un nuovo terremoto politico scuote gli equilibri del centrodestra italiano con l’annuncio del passaggio di Alessandra Mussolini da Forza Italia alla Lega di Matteo Salvini, mossa che segna un significativo riorientamento delle dinamiche interne alla coalizione di governo e rappresenta un colpo per il partito guidato da Antonio Tajani, che perde una figura di spicco e di consolidata esperienza politica nel panorama nazionale ed europeo.

L’ex europarlamentare azzurra, nipote del Duce e volto noto della politica italiana, non sarà l’unica a cambiare casacca: insieme a lei anche Roberto Cantiani, storico consigliere comunale in Campidoglio, seguirà lo stesso percorso, abbandonando il partito fondato da Silvio Berlusconi per unirsi alle file del Carroccio, in una mossa che gli osservatori politici interpretano come parte di una strategia più ampia di riposizionamento all’interno dello scacchiere del centrodestra romano e laziale.

L’annuncio ufficiale è arrivato nel pomeriggio di ieri, 19 maggio, durante il Direttivo regionale della Lega che si è riunito a Roma, dove Claudio Durigon, vicesegretario federale e sottosegretario, insieme a Mario Abbruzzese, membro della segreteria laziale del partito, hanno comunicato l’imminente ingresso dei due esponenti politici nella formazione guidata da Matteo Salvini, precisando che nei prossimi giorni avverrà l’incontro con il leader del partito per formalizzare le adesioni, alla presenza anche del segretario regionale del Lazio Davide Bordoni.

La manovra politica viene letta dagli analisti come una sorta di ritorsione della Lega nei confronti di Forza Italia, dopo che nelle scorse settimane il partito azzurro aveva accolto tra le proprie fila due consiglieri regionali provenienti dal Carroccio, Giuseppe Gangemi e Angelo Tripodi, creando non poco malcontento tra i vertici della Lega laziale che ora si prendono una rivincita politica con l’acquisizione di due figure di peso del panorama politico romano.

Per Alessandra Mussolini, il cui percorso politico è stato caratterizzato da diverse transizioni attraverso varie formazioni del centrodestra italiano, dal MSI ad Alleanza Nazionale fino al suo progetto personale Azione Sociale e poi a Forza Italia, questo nuovo capitolo nella Lega rappresenta l’ennesima evoluzione di una carriera politica che ha sempre saputo reinventarsi, mantenendo però una costante collocazione nell’area conservatrice dello spettro politico italiano.

Il passaggio di Mussolini al partito di Salvini non giunge completamente inaspettato per gli osservatori più attenti: già due settimane fa l’ex europarlamentare aveva mostrato segni di insofferenza verso la linea ufficiale di Forza Italia, prendendo pubblicamente le distanze da Antonio Tajani sulla questione dei referendum, dichiarando senza mezzi termini che “bisogna votare”, un’uscita che aveva creato non pochi malumori all’interno di un partito dove, dopo la scomparsa del fondatore Silvio Berlusconi, vige un rigido allineamento alle posizioni della leadership.

Anche Roberto Cantiani rappresenta un acquisto strategico per la Lega: figura di lungo corso nell’amministrazione capitolina, considerato un profondo conoscitore dei meccanismi interni al Campidoglio, il suo passaggio potrebbe rafforzare significativamente la presenza e l’azione politica del Carroccio nella capitale, in un momento in cui i rapporti di forza all’interno della coalizione di centrodestra romana sono in fase di ridefinizione in vista delle prossime sfide elettorali.

Secondo quanto riportato dalla nota diffusa dal direttivo regionale della Lega, l’incontro con Salvini “sarà anche l’occasione per scambiare opinioni, idee e fissare le prossime iniziative da portare avanti sul territorio insieme alla squadra della Lega di Roma e nel Lazio”, lasciando intendere che i nuovi ingressi non rappresenteranno solo un rafforzamento numerico ma anche un arricchimento in termini di progettualità politica per il partito sul territorio.

Curiosamente, questo passaggio politico avviene in controtendenza rispetto a quello compiuto dalla sorella di Alessandra, Rachele Mussolini, che nel settembre del 2024 aveva invece abbandonato Fratelli d’Italia per entrare proprio in Forza Italia, motivando allora la sua scelta con una maggiore affinità verso le posizioni moderate e centriste del partito azzurro, in particolare su temi come lo ius scholae e prendendo le distanze da simboli come la fiamma nel logo di FdI.

La reazione di Forza Italia all’annuncio non si è ancora manifestata ufficialmente, ma negli ambienti vicini al partito azzurro si registra un certo malumore per quella che viene percepita come una mossa che indebolisce ulteriormente la formazione di Tajani in un momento delicato di ridefinizione della propria identità politica post-berlusconiana, alla ricerca di un difficile equilibrio tra la tradizione liberale del partito e la necessità di mantenere una propria specificità all’interno della coalizione di centrodestra.

Neanche Alessandra Mussolini ha finora rilasciato dichiarazioni pubbliche sulla sua decisione di abbandonare Forza Italia, lasciando intuire che voglia attendere l’incontro ufficiale con Matteo Salvini per spiegare le ragioni del suo passaggio alla Lega, in un contesto politico in cui i movimenti tra partiti della stessa coalizione non sono infrequenti ma assumono sempre un significato che va oltre i singoli protagonisti, riflettendo più ampi riposizionamenti strategici all’interno del panorama politico nazionale.

Il trasferimento di Alessandra Mussolini e Roberto Cantiani da Forza Italia alla Lega rappresenta dunque un episodio significativo nelle dinamiche interne al centrodestra italiano, che potrebbe preludere a ulteriori movimenti in vista delle prossime scadenze elettorali, in un contesto politico nazionale caratterizzato da crescente fluidità e da continui riposizionamenti strategici dei principali attori politici, sempre alla ricerca del giusto equilibrio tra fedeltà ai propri valori fondanti e necessità di adattamento alle mutevoli esigenze dell’elettorato italiano.