Il Guatemala si trova nuovamente alle prese con l’attività eruttiva del vulcano Fuego, uno dei colossali stratovulcani più attivi dell’America Centrale, che ha ripreso la sua fase esplosiva generando flussi piroclastici, colonne di cenere vulcanica e costringendo le autorità nazionali a evacuare oltre 500 persone dalle comunità circostanti.
L’intensificarsi dell’attività vulcanica ha avuto inizio nella serata del 4 giugno 2025, quando l’Instituto Nacional de Sismología, Vulcanología, Meteorología e Hidrología (Insivumeh) ha registrato un significativo cambiamento comportamentale del vulcano, passando da una fase esplosiva moderata a una fase efusiva dominata da colonne caratterizzate da abbondante desgasificazione e incandescenza che ricopre l’intero cratere e la parte alta del fianco occidentale dell’edificio vulcanico. La Coordinadora Nacional para la Reducción de Desastres (Conred) ha comunicato che circa 500 persone sono state evacuate in via precauzionale dalle comunità di Panimaché I, Panimaché II e Morelia, situate nel comune di San Pedro Yepocapa, e trasferite in centri di accoglienza sicuri nelle vicinanze delle loro abitazioni.
Le operazioni di evacuazione hanno interessato almeno 594 individui provenienti da cinque comunità distribuite tra i dipartimenti di Chimaltenango, Escuintla e Sacatepéquez, mentre le autorità prevedono un incremento del numero di evacuati considerando l’evoluzione dell’attività vulcanica. L’Instituto Nacional de Sismología ha stimato che la fase eruttiva attuale avrà una durata complessiva di circa 40 ore prima di raggiungere il suo naturale decremento, con l’attività vulcanica che al momento della conferenza stampa del 5 giugno aveva già completato 22 ore, rappresentando il 55% del tempo stimato di durata dell’evento eruttivo.
L’attuale manifestazione vulcanica è caratterizzata dalla presenza di flussi piroclastici che hanno raggiunto distanze significative rispetto al cratere principale, con il materiale piroclastico che inizialmente percorreva distanze di circa 600 metri ma che attualmente, per effetto della forza gravitazionale, raggiunge i 7 chilometri di estensione, interessando in particolare le barrancas Las Lajas, Ceniza e Seca. L’attività efusiva genera un flusso lavico costante diretto verso la barranca Seca-Santa Teresa, mentre i lahares si spostano attraverso i corsi d’acqua dei fiumi Ceniza, Zarco e Mazate, trasportando una miscela di acqua, materiale vegetale e detriti vulcanici.
Le colonne di gas e cenere vulcanica prodotte dall’attività piroclastica raggiungono altezze medie di 6.000 metri sopra il livello del mare, con dispersione delle particelle sospese che interessa diverse comunità situate nei municipi di Siquinalá, Santa Lucía Cotzumalguapa, Acatenango, Escuintla e San Pedro Yepocapa. L’Insivumeh ha segnalato la produzione di suoni caratteristici simili a turbine di aeromobili e locomotive ferroviarie con durata fino a 10 minuti, mentre l’analisi delle immagini satellitari conferma un incremento significativo della radianza termica e la presenza di multipli punti di calore concentrati sull’area craterica.
Le autorità guatemalteche hanno implementato misure preventive estese per garantire la sicurezza delle popolazioni residenti nelle aree a rischio, procedendo alla chiusura temporanea di 39 istituti scolastici a causa del deterioramento della qualità dell’aria provocato dalla dispersione della cenere vulcanica. Il governo nazionale ha inoltre disposto la sospensione delle attività educative nel municipio di Alotenango e la chiusura di una arteria stradale fondamentale che attraversa il villaggio e collega le regioni meridionali del paese alla città coloniale di Antigua, riconosciuta come patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1979.
Il sistema di monitoraggio vulcanico implementato dalle autorità comprende tre osservatori diretti posizionati sul campo e otto equipaggiamenti multiparametrici che tracciano costantemente l’evoluzione dell’attività del vulcano, mentre la Dirección General de Aeronáutica Civil ha ricevuto indicazioni specifiche per adottare precauzioni necessarie relative al traffico aereo, considerando che l’attività attuale potrebbe generare cenere vulcanica fino a un’altitudine di 4.800 metri sopra il livello del mare con dispersione fino a 40 chilometri in direzione occidentale e nord-occidentale.
Il vulcano Fuego nel contesto geologico centroamericano
Il Volcán de Fuego, denominato Chi’gag nella lingua maya locale e tradotto come “luogo del fuoco”, rappresenta uno degli stratovulcani più significativi dell’arco vulcanico dell’America Centrale, situato ai confini dei dipartimenti di Chimaltenango, Escuintla e Sacatepéquez, a circa 16 chilometri a ovest della città di Antigua e approssimativamente 30 chilometri dalla capitale Guatemala City. L’edificio vulcanico, che raggiunge un’altitudine di 3.763 metri, è geologicamente unito al complesso dell’Acatenango e collettivamente il sistema è conosciuto come La Horqueta, caratterizzato da un’attività stromboliana che alterna fasi di grandi esplosioni a periodi di colate laviche fluide capaci di percorrere distanze considerevoli prima dell’arresto del flusso.
La conformazione geologica del vulcano si inserisce nella struttura del vecchio Meseta, situato tra i più recenti Fuego e Acatenango, il cui collasso avvenuto circa 8.500 anni fa produsse una massiccia valanga di scorie e detriti vulcanici che si estesero per circa 50 chilometri sulla pianura costiera parallela all’oceano Pacifico. Il Guatemala si trova sulla cosiddetta “Cintura di fuoco” del Pacifico, una zona geologicamente attiva caratterizzata da frequenti manifestazioni vulcaniche e sismiche, con il Fuego che rappresenta il vulcano più attivo di tutto il Centro America e oggetto di costante monitoraggio scientifico a causa della sua attività persistente nel corso degli anni.
La storia recente del vulcano Fuego è caratterizzata da episodi eruttivi di particolare intensità che hanno segnato profondamente la memoria collettiva del Guatemala, con l’eruzione del 3 giugno 2018 che rappresenta uno degli eventi più devastanti degli ultimi decenni, provocando oltre 200 vittime e la distruzione di interi villaggi, lasciando un segno indelebile nella coscienza nazionale. L’eruzione del 2018 generò flussi piroclastici che devastarono la comunità di San Miguel Los Lotes e parte della strada per Alotenango, causando 215 morti e altrettanti dispersi, mentre l’evento rappresentò la manifestazione vulcanica più violenta dopo quella del 1974 e probabilmente la più devastante dell’intera storia documentata del vulcano.
Il sistema vulcanico ha registrato una sequenza continua di episodi parossistici iniziati nel 1999, con circa 30 eventi significativi documentati solamente a partire dal 2015, generalmente caratterizzati da durate medie inferiori alle 24 ore con forte attività da stromboliana a vulcaniana, fontane laviche intermittenti, emissione di colate laviche e produzione di flussi piroclastici. L’attività più recente include l’eruzione di marzo 2025, quando le autorità evacuarono circa 1.000 persone dopo l’intensificarsi dell’attività vulcanica, con colonne di cenere che raggiunsero altezze superiori ai 7.000 metri sopra il livello del mare e dispersione del materiale piroclastico fino a 50 chilometri dal cratere.
L’attuale fase eruttiva del vulcano Fuego conferma l’importanza cruciale dei sistemi di monitoraggio scientifico e delle procedure di evacuazione preventiva implementate dalle autorità guatemalteche per la protezione delle popolazioni residenti nelle aree a rischio vulcanico. La risposta coordinata tra l’Insivumeh, la Conred e le amministrazioni locali dimostra l’evoluzione delle capacità di gestione delle emergenze vulcaniche sviluppate dal paese centroamericano dopo le tragiche esperienze del passato, mentre la continuità dell’attività del Fuego richiede un monitoraggio costante e l’implementazione di misure preventive adeguate alla natura imprevedibile dei fenomeni vulcanici.