Un’imponente ondata temporalesca è attesa nelle prossime ore sul Nord-Est italiano, in particolare tra il pomeriggio e la serata di giovedì 26 giugno. Le condizioni meteorologiche previste sono tali da spingere l’agenzia europea ESTOFEX a emettere un’allerta di livello 3, il massimo della scala di rischio, per fenomeni intensi che interesseranno anche parte del Friuli Venezia Giulia, del Veneto orientale e del Trentino-Alto Adige. Alla base di questa allerta c’è una combinazione esplosiva di fattori atmosferici che raramente si verificano in modo così marcato a inizio estate.
Una profonda circolazione ciclonica a nord del continente europeo, accompagnata da un intenso flusso zonale in quota, convoglia masse d’aria instabili verso l’Europa centrale. Contestualmente, un nucleo depressionario secondario, in risalita dalla Spagna verso la Germania, agisce da vero motore per l’innesco dei temporali più severi. Questo sistema, accompagnato da un’onda corta ben strutturata, porta con sé un imponente strato d’aria calda e secca in quota – un cosiddetto elevated mixed layer (EML) – originato in Nord Africa e rinvigorito durante il passaggio sopra l’Altopiano Spagnolo e le Alpi. Al di sotto di questa struttura, si sta accumulando in queste ore un notevole quantitativo di umidità nei bassi strati, creando una riserva di energia potenziale convettiva (CAPE) di entità rara per la regione: si stimano valori tra i 2000 e i 3000 J/kg nelle pianure del Nord-Est, con picchi localmente superiori ai 4000-5000 J/kg, specialmente nelle aree pedemontane venete e friulane.
Il contesto termico sarà altrettanto favorevole all’esplosione di celle temporalesche violente: le temperature massime previste al suolo sfioreranno o supereranno i 34-35°C, con tassi di umidità elevati (punto di rugiada tra i 15 e i 18°C), fattori che favoriranno gradienti termici ideali per la formazione di potenti moti convettivi. L’arrivo di un flusso in quota più teso, con valori di wind shear tra i 15 e i 20 m/s su uno spessore di 6 km, rappresenterà l’innesco dinamico decisivo per la rapida crescita verticale delle nubi temporalesche, capaci di evolvere in strutture temporalesche organizzate. Nonostante la presenza di un’inversione termica marcata (capping), che ritarderà lo sviluppo delle prime celle, l’energia accumulata verrà liberata in maniera esplosiva una volta superata questa barriera, portando a un aumento repentino dell’attività convettiva.
I modelli ad alta risoluzione indicano lo sviluppo di temporali localmente intensi tra il tardo pomeriggio e la prima serata, con epicentro proprio sul settore nord-orientale italiano. Il rischio principale riguarda le raffiche di vento estremamente forti, alimentate da downburst in grado di generare fronti di raffica che si propagheranno velocemente dalle aree montane verso le pianure. Non si esclude la possibilità di venti con intensità paragonabile a quella di un uragano di categoria 1, con punte superiori ai 100 km/h, in particolare tra il Friuli meridionale e le aree confinanti con la Slovenia. A questo si aggiunge la possibilità concreta di grandine di grandi dimensioni, con chicchi che localmente potranno superare i 5 cm di diametro, in grado di arrecare danni seri a colture, veicoli e strutture esposte.

L’attività temporalesca potrà proseguire anche dopo il tramonto, sebbene con intensità via via decrescente. Tuttavia, i venti di outflow prodotti dai temporali precedenti potranno mantenere condizioni di forte ventilazione e ulteriore instabilità anche in assenza di nuove celle attive, estendendo gli effetti dei fenomeni fin nelle ore notturne su buona parte della pianura veneto-friulana, sull’Alto Adriatico e, più marginalmente, sulla Pianura Padana centro-orientale.
Sarà essenziale seguire con attenzione l’evoluzione in tempo reale della situazione, poiché la natura locale ma intensa di questi eventi può portare a differenze significative anche su brevi distanze. Le autorità di protezione civile sono invitate a mantenere un alto livello di vigilanza e a predisporre eventuali misure preventive per fronteggiare i potenziali effetti dei fenomeni previsti, che includono allagamenti localizzati, danni da vento e grandine, nonché possibili interruzioni della viabilità e della rete elettrica.
Fonte: Estofex