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Candy chiude la produzione dopo ottanta anni, finisce l’era del marchio made in Italy

Il 30 giugno 2025 termina dopo 80 anni la produzione delle lavatrici Candy a Brugherio: il colosso cinese Haier trasforma lo storico stabilimento brianzolo in centro logistico europeo, investendo 8,3 milioni e salvaguardando 110 posti di lavoro su 160.

Il 30 giugno 2025 segna la fine di un’epoca per l’industria italiana degli elettrodomestici: chiude definitivamente la produzione delle lavatrici Candy nello stabilimento di Brugherio, ponendo termine a ottanta anni di storia manifatturiera che hanno caratterizzato il panorama industriale della Brianza. La decisione, annunciata dalla multinazionale cinese Haier – proprietaria del marchio dal 2018 – trasforma il sito brianzolo in un centro logistico europeo, segnando il tramonto definitivo della produzione “made in Brianza” per uno dei simboli più iconici dell’elettrodomestico italiano.

La storia di Candy affonda le radici nel 1945, quando Eden Fumagalli trasformò le sue Officine Meccaniche (OMEF) per produrre la prima lavatrice italiana, il Modello 50, presentata alla Fiera di Milano nel 1946. L’idea nacque dall’esperienza del figlio Enzo, prigioniero di guerra negli Stati Uniti, che aveva osservato la diffusione delle lavatrici elettriche nelle famiglie americane e ne aveva trasmesso al padre schizzi e descrizioni dettagliate. Il nome Candy venne scelto ispirandosi a una canzone popolare americana degli anni Quaranta, con l’ambizione di entrare in ogni casa italiana e migliorare la qualità della vita delle famiglie.

Dal piccolo stabilimento di Monza, l’azienda si trasferì nel 1961 a Brugherio, dove venne costruita la nuova sede con laboratori di ricerca e sviluppo all’avanguardia. Negli anni del boom economico italiano, Candy divenne pioniera nell’innovazione tecnologica: nel 1950 lanciò la “Bi-Matic”, prima lavatrice semiautomatica italiana, seguita dalla “Automatic” che aprì le porte ai mercati esteri. La crescita proseguì con acquisizioni strategiche come quella della Hoover European Appliances nel 1995, consolidando la posizione di leadership nel settore del “floor-care”.

L’acquisizione da parte del colosso cinese Haier, perfezionata nel gennaio 2019 per 475 milioni di euro, aveva inizialmente garantito la continuità operativa dello stabilimento brianzolo, che sarebbe diventato il quartier generale europeo del gruppo. Tuttavia, la contrazione della domanda europea degli ultimi anni, aggravata dalle tensioni geopolitiche e dalle pressioni inflazionistiche, ha reso necessaria una razionalizzazione della presenza produttiva in Europa, portando alla decisione di cessare definitivamente le attività manifatturiere a Brugherio.

Il piano di trasformazione prevede un investimento di 8,3 milioni di euro per convertire lo stabilimento in un Service Hub strategico dedicato alla distribuzione dei ricambi e ai servizi post-vendita per i mercati europei. La riconversione, che diventerà pienamente operativa entro il secondo trimestre del 2026, garantirà l’occupazione per circa 110 dei 160 dipendenti attualmente impiegati nel sito. Il nuovo centro logistico integrerà attività di ricezione, stoccaggio, movimentazione, confezionamento e spedizione, oltre alla preparazione di kit e alla rigenerazione di elettrodomestici.

Per gestire la fase di transizione, l’azienda ha esteso il programma di uscite volontarie già avviato nel 2024, con incentivi che per alcune figure possono raggiungere cifre comprese tra 60.000 e 85.000 euro. L’accordo siglato il 26 giugno con le organizzazioni sindacali, alla presenza di Assolombarda, Regione Lombardia e Ministero del Lavoro, prevede anche l’utilizzo di ammortizzatori sociali per minimizzare l’impatto sociale della trasformazione.

La chiusura della produzione Candy rappresenta un colpo significativo per il tessuto industriale della Brianza, territorio che si è sempre contraddistinto per la sua vocazione manifatturiera e per essere la sesta area industriale d’Europa. Il modello brianzolo, caratterizzato da aziende familiari, comunità territoriale e sapere diffuso, aveva fino ad oggi resistito alla delocalizzazione, con Candy che rappresentava uno dei pochi casi rilevanti di spostamento produttivo verso paesi a basso costo del lavoro.

La decisione di Haier si inserisce in un contesto più ampio di crisi del settore elettrodomestici europeo, che ha registrato un dimezzamento degli occupati tra il 2008 e il 2021, con un calo del 49,3% equivalente a 23.000 addetti in meno. Il mercato europeo degli elettrodomestici ha subito una contrazione dal picco di 126 milioni di pezzi venduti nel 2021 ai 107,8 milioni del 2023, una caduta di oltre il 14% nel giro di un biennio.

L’impatto sociale della chiusura si riflette nelle testimonianze dei lavoratori storici dello stabilimento. Marilena Rizzo, operaia arrivata da Matera 24 anni fa, ha raccontato la trasformazione del sito: “Nel 2001 avevamo nove catene di montaggio attive, ora una soltanto. Si chiude un’era”. La sua esperienza rappresenta quella di centinaia di famiglie che hanno costruito la propria vita attorno alla fabbrica, considerata “una seconda famiglia” per generazioni di operai.

La politica regionale si è mobilitata per affrontare l’emergenza occupazionale: la Lega ha convocato un’audizione in IV Commissione ‘Attività produttive’ della Regione Lombardia con i rappresentanti del gruppo Haier e i sindacati, mentre il Movimento 5 Stelle ha depositato un’interrogazione al presidente Attilio Fontana per chiedere misure concrete di intervento. Le richieste includono la creazione di strumenti pubblici capaci di rilevare aziende strategiche per impedirne la chiusura o la vendita speculativa.

Nonostante la cessazione delle attività produttive, Brugherio continuerà a rivestire un ruolo strategico per Haier Europe, ospitando il centro direzionale europeo, il Milan Experience Design Center e i laboratori di ricerca e sviluppo dedicati alla connettività e all’Internet of Things, per un totale di circa 900 persone tra headquarters e nuovo Service Hub. Il marchio Candy rimane centrale nella strategia europea del gruppo, rappresentando il 40% del fatturato continentale.

La trasformazione dello stabilimento di Brugherio simboleggia il passaggio epocale da un’economia basata sulla produzione manifatturiera a una focalizzata sui servizi e sulla logistica, riflettendo i profondi cambiamenti dell’industria globale degli elettrodomestici. Dopo ottanta anni di lavatrici “made in Brianza”, il sito che ha fatto la storia dell’elettrodomestico italiano si prepara a scrivere un nuovo capitolo, mantenendo il legame con il territorio ma in una veste completamente diversa. La sfida sarà preservare il know-how e l’occupazione in un settore che, a livello europeo, cerca nuove strategie per competere con la pressione dei produttori asiatici e le trasformazioni del mercato globale.

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