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Spazio, l’oggetto interstellare 3I/ATLAS è un’astronave aliena? L’ipotesi di Avi Loeb scienziato di Harvard

Il fisico Avi Loeb riapre il dibattito sull’intelligenza aliena: 3I/ATLAS è solo una cometa? O una sonda interstellare in ricognizione mascherata?

Un nuovo oggetto interstellare, denominato 3I/ATLAS, ha recentemente fatto il suo ingresso nel Sistema solare, attirando l’attenzione della comunità scientifica e, come spesso accade, anche quella dell’astrofisico di Harvard Avi Loeb. Il ricercatore israeliano, già noto per le sue teorie controverse su ‘Oumuamua – il primo visitatore interstellare mai registrato – ha firmato con due colleghi dell’Initiative for Interstellar Studies un’analisi che, pur muovendosi entro i confini della speculazione, solleva interrogativi audaci: e se 3I/ATLAS fosse un’astronave aliena dalle intenzioni ostili?

Loeb non è nuovo a teorie di frontiera. Dopo aver ipotizzato nel 2017 che ‘Oumuamua potesse essere una sonda extraterrestre, si è spinto nel 2023 a cercare frammenti di una possibile tecnologia aliena nel Pacifico, generando aspre polemiche tra colleghi. Anche stavolta, l’approccio è lo stesso: partire da anomalie reali per esplorare scenari estremi, spesso ignorati dalla ricerca convenzionale. L’articolo pubblicato dal team ha il tono di un “esercizio pedagogico”, ma non manca di offrire spunti inquietanti: una traiettoria sospetta, dimensioni inusuali, comportamenti gravitazionali potenzialmente intenzionali e un’apparente volontà dell’oggetto di eludere i nostri strumenti osservativi.

Credit © NASA

Uno degli elementi che più colpiscono è la traiettoria di 3I/ATLAS: estremamente vicina al piano orbitale della Terra, con una deviazione di soli cinque gradi. Secondo i calcoli riportati, la probabilità di una simile coincidenza casuale sarebbe dello 0,2 percento. Inoltre, l’oggetto passerà in prossimità di Venere, Marte e Giove, in una sequenza ravvicinata che, sempre secondo Loeb e colleghi, ha solo lo 0,005 percento di probabilità di verificarsi per puro caso. A fronte di questi numeri, gli studiosi non escludono che si tratti di un’intelligenza artificiale in ricognizione, attirata dai pianeti rocciosi del nostro sistema.

Un altro punto d’interesse è il comportamento dell’oggetto al perielio, il punto della sua orbita più vicino al Sole. In quel momento, infatti, 3I/ATLAS si troverà esattamente dall’altra parte della stella rispetto alla Terra, rendendo quasi impossibile l’osservazione diretta. Una manovra casuale? O un tentativo deliberato di nascondersi dai nostri telescopi? La domanda resta aperta, ma nell’ottica dello scenario noto come “Foresta Oscura” – secondo il quale le civiltà aliene preferiscono restare invisibili per motivi strategici – questa tempistica potrebbe non essere casuale.

Loeb non manca poi di sottolineare come l’oggetto potrebbe attivare una manovra di Oberth – una tecnica nota per incrementare l’efficienza propulsiva sfruttando la velocità nei punti più vicini al Sole – trasformandosi in una sorta di satellite artificiale permanente. A rafforzare il mistero contribuiscono le sue dimensioni: circa 20 chilometri di lunghezza, un’enormità che, statisticamente, avremmo dovuto intercettare solo dopo aver individuato milioni di oggetti più piccoli. Eppure eccolo qui, il terzo oggetto interstellare della storia, dopo ‘Oumuamua e 2I/Borisov, apparire già così mastodontico.

Resta comunque il fatto che, al momento, le osservazioni disponibili non supportano né smentiscono completamente la natura cometaria dell’oggetto. La sfocatura presente nelle prime immagini potrebbe indicare la presenza di una chioma generata dalla sublimazione dei gas, comportamento tipico delle comete. Ma secondo Loeb, potrebbe trattarsi semplicemente di artefatti visivi dovuti alla distanza e alla lunga esposizione. Solo nei prossimi mesi, con l’avvicinarsi dell’oggetto, sarà possibile raccogliere dati più affidabili e determinare con certezza la sua composizione.

Nonostante l’audacia dell’ipotesi, Loeb e colleghi si mantengono prudenti nelle conclusioni. Il loro studio – ribadiscono – non vuole sostenere con forza l’origine artificiale di 3I/ATLAS, quanto piuttosto evidenziare l’importanza di mantenere una mente aperta, specie in ambiti ancora così poco conosciuti come l’esplorazione interstellare. Il fatto che l’universo pulluli di pianeti abitabili e che solo nella Via Lattea si stimino decine di civiltà intelligenti potenziali, rende doveroso prendere in considerazione ogni possibilità. Anche quella, per quanto remota, di un incontro imminente con una tecnologia non terrestre.

Nel frattempo, la comunità scientifica resta vigile, ben consapevole che lo studio del cosmo è ancora ben lontano dall’essere completo. E sebbene la teoria dell’astronave aliena ostile appaia – oggi – più come un monito o un invito alla cautela, non si può negare che la sola ipotesi abbia riacceso un dibattito antico quanto la scienza stessa: siamo davvero soli nell’universo? E se non lo fossimo, come reagiremmo alla scoperta? Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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