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Sanremo, Rai e Comune ad un passo dalla Rottura: il Festival potrebbe lasciare l’Ariston già dal 2026

La storica alleanza tra Sanremo e Rai vacilla: dopo 75 anni il Festival rischia di lasciare l’Ariston. In ballo marchio, introiti e format. Torino, Napoli e Rimini pronte ad accoglierlo.

Il matrimonio fra la Rai e la città di Sanremo, un legame che dura da oltre settant’anni, è arrivato a un punto di rottura senza precedenti. Il celebre Festival della Canzone Italiana, simbolo della cultura popolare e della tradizione musicale del nostro Paese, rischia concretamente di abbandonare la città dei fiori già a partire dall’edizione 2026. Una prospettiva che, fino a poche settimane fa, sembrava impossibile anche solo da immaginare.

La scintilla di questa crisi è scattata sette mesi fa, quando il Tar della Liguria ha accolto il ricorso della società Just Entertainment, imponendo al Comune di Sanremo di indire una gara pubblica per l’assegnazione del Festival e dei marchi connessi, dichiarando illegittimo l’affidamento diretto alla Rai. Un terremoto burocratico che ha aperto scenari imprevisti. La tv di Stato, che da sempre garantisce al Festival una macchina organizzativa e una visibilità unica, si è trovata improvvisamente a dover competere per un format che lei stessa ha contribuito a trasformare in un fenomeno mediatico da record, con introiti pubblicitari che nel 2024 hanno superato i 60 milioni di euro.

Il Comune di Sanremo, forte della sentenza, ha deciso di alzare la posta. Il nuovo bando prevede condizioni molto più stringenti rispetto al passato: l’1% aggiuntivo sugli introiti pubblicitari, un 30% in più sullo sfruttamento del marchio e l’organizzazione di quattro eventi collaterali legati alla kermesse. Una richiesta che in Rai è stata percepita come una forzatura, se non come un vero e proprio affronto, considerata la centralità del servizio pubblico nella storia del Festival e la capacità di trasformare ogni edizione in un evento di rilevanza nazionale e internazionale.

Il confronto si è rapidamente trasformato in uno scontro frontale. La Rai, pur essendo l’unico broadcaster a presentarsi al bando, ha congelato le trattative. La deadline informale fissata da Viale Mazzini è l’1 agosto, due giorni dopo il Cda del 30 luglio in cui la questione sarà messa nero su bianco: o il Comune di Sanremo rivede le sue condizioni, o la Rai è pronta a far valere un piano B clamoroso, quello di trasformare la kermesse in un “Festival della Canzone Rai” itinerante.

Le città potenzialmente interessate non mancano. Secondo fonti interne, sono già stati presi contatti con Milano, Torino, Napoli, Rimini e Viareggio. Un ritorno alle origini, per certi versi, perché non tutti ricordano che prima della nascita del Festival di Sanremo nel 1951, esperimenti simili furono organizzati proprio a Rimini (1947) e a Viareggio (1948), edizione quest’ultima trasmessa in diretta radiofonica dalla Rai.

A complicare ulteriormente la situazione c’è il ricorso di Just Entertainment contro il nuovo bando, la cui udienza di merito è fissata per il prossimo 17 ottobre. Una data chiave che rischia di lasciare il Festival appeso a un filo ancora per mesi. Intanto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, ha confermato che il Festival è destinato a “un’evoluzione inevitabile” e che “molte cose cambieranno”.

Per ora l’unica certezza è l’edizione 2025, che si svolgerà regolarmente al Teatro Ariston. Ma oltre quella data, tutto è in discussione. L’idea di un Festival itinerante o comunque slegato da Sanremo, fino a ieri considerata fantapolitica televisiva, oggi è una possibilità concreta, avallata dai vertici Rai pronti a rivendicare la paternità del format e a riorganizzarlo senza i vincoli imposti dal Comune ligure.

Il tempo stringe e la crisi rischia di diventare definitiva. Se l’orgoglio municipale e la volontà di tutelare un marchio storico non troveranno un punto di incontro con l’esperienza e la potenza mediatica della Rai, quella che conosciamo come “la settimana di Sanremo” potrebbe presto diventare un ricordo. Al suo posto, un evento rinnovato, forse più moderno, forse più vicino alle grandi capitali, ma senza più l’atmosfera unica che solo la città dei fiori ha saputo regalare per oltre sette decenni.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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