L’epilogo della tormentata vicenda giudiziaria che vede protagonista Alessandro Basciano e la sua ex compagna Sophie Codegoni ha assunto oggi contorni paradossali, con il deejay trentacinquenne che non si è presentato all’appuntamento previsto presso il commissariato di Polizia di Milano per l’applicazione del braccialetto elettronico. La mancata comparizione del dj ligure, accusato di stalking e atti persecutori nei confronti dell’influencer, ha scatenato l’immediata applicazione degli arresti domiciliari come previsto dall’ordinanza del Tribunale del Riesame.
La comunicazione alle autorità è avvenuta attraverso una formale nota inviata dall’avvocato difensore Leonardo D’Erasmo, nella quale Basciano dichiara di non risiedere più in territorio italiano ma alle Isole Canarie, specificando di non avere più un’abitazione in affitto nel capoluogo lombardo. Una dichiarazione che contraddice quanto sostenuto in precedenza dal dj durante gli interrogatori, quando aveva sempre fornito come domicilio un appartamento nella zona di Porta Venezia.
Il rifiuto di Basciano di sottostare alla misura cautelare si colloca in un momento particolarmente delicato della sua situazione processuale, considerando che lo scorso 30 aprile la Corte di Cassazione aveva reso definitivo il divieto di avvicinamento a meno di cinquecento metri dalla ex compagna e dalla loro figlia, unitamente al divieto assoluto di comunicazione. La decisione della Suprema Corte aveva confermato l’orientamento del Tribunale del Riesame di Milano, verso il quale si era rivolta la Procura rappresentata dall’aggiunta Letizia Mannella e dal pubblico ministero Antonio Pansa, dopo che la giudice per le indagini preliminari Anna Magelli aveva scarcerato Basciano il 21 novembre scorso.
La vicenda processuale ha origine dalla denuncia presentata da Sophie Codegoni nel dicembre 2023, nella quale la modella ventitreenne ha descritto un quadro di comportamenti persecutori iniziati nell’estate dello stesso anno, in seguito alla definitiva separazione dalla relazione nata sotto i riflettori del Grande Fratello Vip nel 2021. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla pm Mannella e dal pm Pansa, e condotte dai carabinieri, Basciano avrebbe posto in essere una serie di condotte definite “pervasive, controllanti e violente” caratterizzate da una “ossessiva gelosia” nei confronti della giovane donna.
La ricostruzione degli inquirenti evidenzia un crescendo di episodi che avrebbero generato in Sophie Codegoni “un costante e perdurante timore per la propria incolumità”. I messaggi vocali inviati dall’ex compagno, secondo quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare, raggiungevano quotidianamente il numero di cinquanta-sessanta al giorno, contenendo frasi come “se non torni con me ti ammazzo come un cane e devi aver paura di tornare a casa” e “per me sei morta, mi fai schifo”. L’escalation di violenza avrebbe raggiunto il culmine nella notte tra il 13 e il 14 novembre scorso, quando Basciano, a bordo del suo SUV, avrebbe affiancato e costretto a fermarsi l’automobile sulla quale viaggiava Sophie Codegoni in compagnia di due amici in via della Moscova.
L’episodio, secondo la ricostruzione della Procura, ha visto il trentacinquenne sfondare il parabrezza del veicolo e trascinare fuori uno dei due amici dell’influencer, prendendolo a pugni in mezzo alla strada mentre gridava minacce di morte. Questo ultimo atto di violenza ha rappresentato il punto di non ritorno che ha portato all’arresto di Basciano il 21 novembre scorso, anche se il dj è stato scarcerato dalla gip Anna Magelli meno di quarantotto ore dopo. La decisione della magistrata di non confermare la custodia cautelare in carcere ha spinto la Procura a ricorrere al Tribunale del Riesame, che ha successivamente disposto le misure cautelari ora violate dal mancato rispetto dell’appuntamento per l’applicazione del braccialetto elettronico.
Il dispositivo di controllo elettronico che Basciano ha rifiutato di indossare rappresenta uno strumento fondamentale nella protezione delle vittime di violenza di genere e stalking, introdotto nel sistema penale italiano con la legge 119 del 2013. Il braccialetto elettronico anti-stalking, perfezionato dalla normativa entrata in vigore il 9 dicembre 2023, funziona attraverso un sistema di geolocalizzazione GPS che monitora in tempo reale la posizione del soggetto sottoposto alla misura. Quando la persona controllata supera il perimetro stabilito dal giudice, il dispositivo emette un allarme sonoro avvisando contemporaneamente la vittima tramite un’applicazione dedicata e le centrali operative dei carabinieri e della polizia.
La strategia difensiva di Basciano, orchestrata dall’avvocato D’Erasmo, si basa sulla dichiarazione di residenza alle Canarie e sui presunti impegni professionali che lo vedrebbero impegnato come dj in Spagna per l’intera stagione estiva. Il legale ha specificato che il dispositivo era stato reso disponibile soltanto sabato scorso e che l’attivazione doveva avvenire nella giornata odierna, sostenendo che il suo assistito aveva “date fissate in Spagna da tempo, che erano già state comunicate come possibile causa di assenza”. Al momento della convocazione, secondo quanto dichiarato dalla difesa, Basciano si trovava a Ibiza per impegni lavorativi.
La Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, ha scelto di non intervenire immediatamente con un mandato di arresto internazionale, confidando probabilmente in un “ravvedimento” spontaneo del trentacinquenne, considerando che in Italia ha la famiglia e due figli minori. Questa strategia attendista potrebbe tuttavia rivelarsi rischiosa, poiché consente a Basciano di rimanere all’estero evitando l’applicazione delle misure cautelari disposte dalla magistratura italiana. Al suo eventuale rientro in territorio nazionale, il dj dovrà necessariamente scegliere tra l’accettazione del braccialetto elettronico e gli arresti domiciliari, con la possibilità estrema della custodia cautelare in carcere qualora non dovesse indicare un domicilio alternativo dove scontare la misura.
La situazione di Sophie Codegoni rimane intanto particolarmente delicata, con l’influencer che ha descritto la propria condizione come “un inferno” nonostante il riconoscimento giudiziario delle sue ragioni. La giovane madre ha raccontato in una recente intervista di indossare un dispositivo di sicurezza fornito dai carabinieri, che le consente di essere costantemente monitorata dalle forze dell’ordine e di richiedere interventi immediati in caso di pericolo. “Mi sento più tutelata e protetta in questo modo”, ha dichiarato Codegoni, specificando di aver dovuto precedentemente sostenere i costi di un bodyguard prima che le autorità le fornissero il dispositivo di allarme.
Il caso Basciano-Codegoni illumina le difficoltà applicative del sistema di protezione delle vittime di violenza di genere quando gli autori dei reati si sottraggono alle misure cautelari trasferendosi all’estero. La vicenda evidenzia inoltre i limiti della cooperazione giudiziaria europea nei casi di stalking e violenza domestica, dove spesso le autorità nazionali preferiscono attendere il rientro spontaneo del soggetto piuttosto che attivare complesse procedure internazionali. Nel frattempo, si avvicina la chiusura delle indagini nei confronti di Basciano, con la Procura che sta completando l’istruttoria basata anche sull’analisi approfondita delle comunicazioni tra i due ex compagni, acquisite durante l’audizione durata cinque ore che Sophie Codegoni ha sostenuto dopo la scarcerazione dell’ex compagno.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!