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Cos’è il sistema di prezzo marginale e perché è la causa del costo elevato dell’elettricità

Scopriamo insieme cos’è il sistema di prezzo marginale, un meccanismo ormai obsoleto che causa il vertiginoso aumento dei prezzi della corrente in Italia ed in Europa.
Credit © Unsplash

Il sistema di prezzo marginale, noto anche come “pay-as-clear”, è il meccanismo di formazione dei prezzi dell’energia elettrica adottato dalla maggior parte dei mercati europei, compreso quello italiano. In questo regime, ogni ora o frazione di ora viene determinato il prezzo di vendita dell’energia in base all’ultimo contratto accettato, ovvero quello di costo marginale, che corrisponde generalmente alla fonte più costosa necessaria per soddisfare la domanda complessiva. Ciò significa che, anche se gran parte dell’energia proviene da impianti a basso costo, come le rinnovabili o le centrali idroelettriche, il prezzo finale viene fissato sul livello dei produttori con costi più alti.

L’adozione di tale sistema risale all’integrazione dei mercati nazionali in un mercato unico europeo dell’energia, al fine di garantire efficienza allocativa, trasparenza e concorrenza. Nel contesto italiano, la Borsa Elettrica Italiana, gestita da GME (Gestore dei Mercati Energetici), calcola ogni giorno i prezzi zonali di acquisto e vendita basandosi sulle offerte di vendita degli operatori. Tali offerte sono ordinate per prezzo crescente e la domanda aggregata viene soddisfatta fino a raggiungere il punto in cui l’offerta eguaglia la richiesta: il prezzo di quell’ultima offerta diventa il prezzo marginale orario.

Il principale effetto di questo meccanismo è che, nelle ore in cui è necessario ricorrere alle centrali più costose, come quelle a gas o a olio combustibile, l’intera produzione, comprese le fonti a basso costo, riceve il prezzo più alto, determinando picchi tariffari anche in presenza di abbondante offerta da fonti rinnovabili. La forte dipendenza italiana dal gas naturale, utilizzato per soddisfare una quota significativa della domanda di picco, amplifica questo fenomeno: in condizioni di tensione sul mercato del gas, i prezzi marginali si innalzano, trascinando al rialzo anche la bolletta elettrica.

L’impatto si traduce in un aumento consistente dei costi per famiglie e imprese. Nell’ultimo biennio, i rincari del gas a livello europeo hanno comportato incrementi dei prezzi marginali che hanno raggiunto valori record, con punte oltre i 300 euro per megawattora nelle ore di punta. Poiché le componenti di prezzo nei contatori domestici seguono i valori orari della Borsa Elettrica, i consumatori italiani si sono trovati esposti direttamente a oscillazioni di mercato di ampia entità.

Una delle critiche principali al sistema marginale riguarda proprio la sua rigidità e vulnerabilità agli shock di prezzo del gas, considerato che in Italia quasi la metà dell’energia elettrica ha origine da centrali a gas. In assenza di effettivi strumenti di mitigazione, come contratti di lungo termine o meccanismi di stabilizzazione tariffaria, i rincari delle materie prime energetiche si trasferiscono immediatamente sui prezzi all’ingrosso e, di conseguenza, sulle bollette.

Per ridurre l’impatto dei prezzi marginali, vari stakeholder hanno proposto soluzioni alternative o complementari. Tra queste, l’introduzione di prezzi dinamici per il gas, strumenti di copertura del rischio di prezzo come i contratti futures, e la promozione di sistemi di accumulo energetico per assorbire i picchi di produzione rinnovabile e ridurre il ricorso alle fonti più costose. Inoltre, è stato suggerito di implementare tariffe biorarie o multiorarie più dettagliate e di potenziare la competitività delle rinnovabili, per aumentare la quota di energia a costo marginale prossimo allo zero.

Un ulteriore approccio prevede l’adozione di un meccanismo di “dual pricing”, in cui una parte del prezzo dell’energia elettrica sarebbe indicizzata alle fonti fossili (gas), mentre un’altra parte sarebbe indipendente e rifletterebbe esclusivamente i costi di produzione da fonti non fossili. Ciò permetterebbe di separare la componente fossile da quella rinnovabile, evitando che i rincari del gas ricadano sull’intero mix elettrico.

Nonostante queste proposte, l’implementazione di misure correttive è rallentata da complessità regolatorie e da interessi incrociati tra operatori energetici, consumatori e istituzioni. La Commissione Europea, nel quadro del pacchetto “Fit for 55”, ha sollecitato i paesi membri a riformare i loro mercati elettrici per garantire prezzi più sostenibili, ma ogni modifica richiede lunghi iter legislativi e coordinamento tra più attori.

In conclusione, il sistema di prezzo marginale rappresenta un principio di efficienza economica e di semplicità gestionale, ma in un contesto di forte dipendenza da combustibili fossili e in presenza di elevata volatilità del mercato del gas, esso diventa la principale causa dei costi elevati dell’energia elettrica in Italia. La sfida futura consisterà nel bilanciare la trasparenza e l’efficienza del mercato con strumenti di mitigazione in grado di stabilizzare le tariffe e promuovere la transizione verso un sistema energetico più resilient e decarbonizzato.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!