L’Irpinia è tornata a tremare nella serata di sabato 25 ottobre 2025, con una scossa di terremoto di magnitudo 4.0 che ha riacceso la paura in un territorio che porta ancora le cicatrici del devastante sisma del 1980. L’evento tellurico, registrato alle ore 21.49 dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha avuto epicentro nel comune di Montefredane, a pochi chilometri dal capoluogo irpino, ad una profondità di 14 chilometri nel sottosuolo. La scossa è stata distintamente avvertita non soltanto nell’Avellinese, ma in tutta la Campania, raggiungendo anche le province di Napoli, Salerno e Benevento, con segnalazioni di percezione persino nella provincia di Foggia.
Il sisma della sera di sabato rappresenta l’evento di maggiore intensità all’interno di una sequenza sismica che ha interessato l’area irpina sin dal pomeriggio di venerdì 24 ottobre, quando alle ore 14.40 una scossa di magnitudo 3.6 aveva colpito la zona di Grottolella, sempre in provincia di Avellino, ad una profondità di 16 chilometri. Quella prima scossa era stata seguita da numerosi eventi minori durante la notte e la mattina di sabato, tra cui una scossa di magnitudo 2.1 alle ore 1.19 e una di magnitudo 2.2 alle ore 7.32, entrambe con epicentro nei pressi di Montefredane. Alle ore 10.18 di sabato mattina, una nuova scossa di magnitudo 3.1 ha nuovamente scosso la popolazione, rendendo sempre più evidente che l’area stava vivendo uno sciame sismico significativo.
La scossa principale delle 21.49 ha provocato momenti di intensa apprensione e panico controllato in numerosi centri abitati dell’Irpinia. Centinaia di persone si sono riversate nelle strade di Avellino e dei comuni limitrofi, con molte famiglie che hanno preferito trascorrere la notte fuori dalle proprie abitazioni, in auto o presso centri di accoglienza improvvisati. Il sindaco di Montefredane, Ciro Aquino, ha immediatamente convocato i tecnici comunali e disposto l’attivazione dei punti di accoglienza per la popolazione, dichiarando che si è trattata di una scossa fortissima che ha lasciato i residenti profondamente preoccupati. L’ordinanza di chiusura delle scuole per il lunedì successivo è stata emanata non soltanto a Montefredane, ma estesa a tutti i comuni della provincia di Avellino, al fine di consentire le necessarie verifiche strutturali sugli edifici scolastici e pubblici.
Le autorità locali si sono attivate immediatamente dopo l’evento principale. Il Prefetto di Avellino, Rossana Riflesso, ha disposto l’attivazione del Centro di Coordinamento dei Soccorsi presso la Prefettura, in costante contatto con il Dipartimento della Protezione Civile e il Ministero dell’Interno. Su tutto il territorio provinciale sono stati attivati i Centri Operativi Comunali per assicurare un monitoraggio costante della situazione e fornire il necessario supporto alla popolazione. Le verifiche tecniche condotte durante la notte dai Vigili del Fuoco, dalla Protezione Civile Regionale e dai tecnici comunali hanno evidenziato, al momento, l’assenza di danni strutturali gravi a persone o edifici, sebbene siano state riscontrate alcune lesioni superficiali e cadute di calcinacci in diverse abitazioni del centro storico di Montefredane e in altre località vicine all’epicentro.
Nel capoluogo avellinese sono stati allestiti due centri di accoglienza per chi non se la sentiva di rientrare nelle proprie abitazioni durante la notte. Il primo è stato attivato presso la scuola di San Tommaso in piazza Don Luigi Sturzo, mentre il secondo è stato aperto presso l’Istituto Umberto Nobile in via Oscar D’Agostino. Entrambe le strutture sono state predisposte con la collaborazione della Protezione Civile Regionale e della Misericordia, fornendo spazi attrezzati con tende, brandine e coperte per ospitare le famiglie che hanno preferito non fare rientro nelle proprie case. Anche in altri comuni limitrofi, come Mercogliano e Altavilla Irpina, sono stati aperti centri di accoglienza simili, con numerosi cittadini che hanno deciso di trascorrere la notte in sicurezza lontano dalle proprie abitazioni.
La sequenza sismica non si è arrestata dopo l’evento principale. Alle ore 21.59 è stata registrata una replica di magnitudo 2.0 con epicentro a Prata di Principato Ultra, seguita alle ore 22.08 da una scossa di magnitudo 2.4 nuovamente localizzata nei pressi di Montefredane. Durante la notte, alle ore 2.45, un ulteriore terremoto di magnitudo 2.1 ha nuovamente scosso la zona, contribuendo a mantenere alta la tensione tra la popolazione e impedendo a molte persone di riposare serenamente. Nel complesso, tra il pomeriggio di venerdì 24 ottobre e la notte di sabato 25 ottobre, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato oltre una decina di eventi sismici nell’area dell’Alta Irpinia, con due scosse superiori a magnitudo 3.0 e l’evento principale di magnitudo 4.0 che ha rappresentato il sisma più intenso dello sciame.
La scossa di sabato sera ha avuto ripercussioni anche su eventi pubblici in corso. Al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino, gremito di spettatori per assistere al concerto di Massimo Ranieri con lo spettacolo intitolato “Tutti i sogni ancora in volo”, l’evento tellurico ha provocato momenti di sconcerto e paura. Lo spettacolo, programmato originariamente per il mese di aprile e rinviato per diverse ragioni, era iniziato da pochi minuti quando la scossa ha fatto vibrare la platea e i lampadari della storica struttura. Non tutti gli spettatori presenti in sala si sono immediatamente resi conto di quanto stava accadendo, ma il rapido passaparola tra le file e l’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco hanno portato alla sospensione immediata del concerto e all’evacuazione ordinata della sala. L’artista e il pubblico hanno lasciato il teatro senza scene di panico, ma con grande dispiacere per l’annullamento dell’evento. Nessun ferito è stato segnalato e la struttura non ha riportato danni evidenti.
Il terremoto ha inevitabilmente risvegliato nella memoria collettiva il ricordo del tragico sisma che colpì l’Irpinia il 23 novembre 1980, quando un terremoto di magnitudo 6.9 devastò un’area vastissima tra Campania, Basilicata e parte della Puglia, causando secondo le stime più attendibili 2.914 vittime, circa 8.848 feriti e 280.000 sfollati. Alcuni comuni vicini all’epicentro di quel sisma furono quasi completamente rasi al suolo, e la lentezza nei soccorsi e nella ricostruzione aggravò ulteriormente le conseguenze di quella tragedia. Il terremoto del 1980 è rimasto impresso come uno degli eventi più drammatici della storia sismica italiana, e ogni scossa che colpisce l’area irpina riporta alla mente quella notte terribile, alimentando la paura e l’ansia nelle persone che hanno vissuto direttamente o attraverso i racconti dei propri familiari quel drammatico evento.
Numerose testimonianze raccolte sui social network e dalle testate locali hanno evidenziato il profondo impatto emotivo del sisma di sabato sera. Molti cittadini hanno raccontato di aver rivisto nelle loro menti le immagini del 1980, con genitori e nonni che hanno rievocato la paura vissuta oltre quaranta anni fa. Una testimonianza particolarmente toccante ha descritto il dolore nel vedere la propria madre piangere perché la scossa le aveva ricordato la devastazione dell’Ottanta. Queste reazioni emotive sottolineano come il trauma collettivo del terremoto del 1980 non si sia mai completamente dissolto, e come ogni nuovo evento sismico rappresenti non soltanto una minaccia fisica, ma anche un ritorno psicologico a quel momento storico di profonda sofferenza.
Le autorità hanno invitato la popolazione a mantenere la calma e a seguire esclusivamente le comunicazioni ufficiali diffuse attraverso i canali istituzionali della Prefettura e dei Comuni interessati. I tecnici comunali, i Vigili del Fuoco e i volontari della Protezione Civile hanno proseguito per tutta la notte e nella giornata di domenica le verifiche sugli edifici pubblici e privati, con particolare attenzione alle strutture scolastiche, agli edifici storici e alle infrastrutture critiche come ponti e viadotti. Al momento non sono emersi danni strutturali gravi che possano compromettere la sicurezza pubblica, ma le verifiche sono ancora in corso e richiederanno diversi giorni per essere completate in maniera approfondita. La decisione di chiudere le scuole in tutta la provincia di Avellino nella giornata di lunedì 27 ottobre è stata presa proprio per consentire ai tecnici di effettuare tutti i controlli necessari prima di permettere il rientro degli studenti e del personale scolastico.
La Protezione Civile della Regione Campania ha comunicato di essere pienamente operativa a supporto dei comuni colpiti dalla sequenza sismica, fornendo materiali di emergenza come tende, brandine, coperte e attrezzature per le telecomunicazioni. La dirigente regionale della Protezione Civile, Claudia Campobasso, ha confermato l’attivazione del centro operativo di Mercogliano come punto di riferimento per il coordinamento e la distribuzione dei materiali di emergenza ai comuni che ne fanno richiesta. Anche se non risultano danni strutturali significativi, la paura tra i cittadini è comprensibile e le istituzioni stanno facendo il possibile per garantire assistenza e rassicurazione alla popolazione colpita.
L’area dell’Irpinia è storicamente caratterizzata da un’elevata sismicità, essendo situata in una zona di convergenza tra placche tettoniche che genera frequenti movimenti tellurici. Nel corso dei secoli, la regione è stata colpita da numerosi terremoti distruttivi, tra cui quelli del 1694 con circa 6.000 vittime, del 1930 con 1.404 vittime e del 1962 con 17 vittime. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia continua a monitorare costantemente l’attività sismica nella zona, fornendo dati aggiornati in tempo reale e mantenendo un dialogo continuo con le autorità locali e nazionali per garantire la massima prontezza operativa in caso di ulteriori eventi significativi.
La situazione rimane sotto stretta osservazione, con le autorità che invitano i cittadini a seguire le norme di comportamento in caso di terremoto, evitando di diffondere notizie non verificate e mantenendo sempre un atteggiamento prudente ma non allarmistico. La popolazione irpina ha dimostrato ancora una volta grande senso civico e capacità di reazione, con evacuazioni ordinate e una collaborazione efficace con le forze dell’ordine e i soccorritori. Le prossime ore e giorni saranno cruciali per comprendere l’evoluzione dello sciame sismico e per valutare se vi siano rischi di ulteriori scosse di intensità significativa. Nel frattempo, le famiglie che hanno trascorso la notte fuori casa stanno gradualmente facendo rientro nelle proprie abitazioni, pur mantenendo alta la vigilanza e preparandosi ad eventuali nuove emergenze. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
