Centocinquantaquattro ex detenuti palestinesi rilasciati da Israele nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco di Gaza soggiornerebbero al Renaissance Cairo Mirage City, un hotel a cinque stelle della capitale egiziana situato a meno di un’ora dalle Piramidi. Lo ha rivelato un’inchiesta del quotidiano britannico Daily Mail, i cui giornalisti sotto copertura hanno prenotato camere nella struttura e documentato la presenza dei detenuti liberati.
Tra gli ospiti dell’albergo di lusso, che circolerebbero tra ignari turisti occidentali, figurano alcuni dei terroristi più pericolosi mai detenuti da Israele. Mahmoud Issa, 57 anni, fondatore dell’Unità Speciale 101 delle Brigate Izz a-Din al-Qassam, l’unità delle forze speciali di Hamas specializzata in rapimenti, è stato arrestato nel 1993 per il sequestro e l’omicidio dell’agente di polizia di frontiera Nissim Toledano e condannato a tre ergastoli più 46 anni aggiuntivi. Izz a-Din al-Hamamrah, 47 anni, membro dell’ISIS e affiliato al Tanzim, reclutò l’attentatore suicida Muhammad Za’oul che nel 2004 fece esplodere l’autobus numero 14 a Gerusalemme, uccidendo otto persone e ferendone decine, ed è stato condannato a nove ergastoli. Samir Abu Nima, 64 anni, sta scontando l’ergastolo per l’attentato all’autobus della linea 18 a Gerusalemme nel 1983, che causò la morte di sei persone, tra cui un bambino di undici anni.
I 154 prigionieri deportati fanno parte dei 250 condannati all’ergastolo liberati nell’ambito del piano di pace del presidente statunitense Donald Trump, considerati talmente pericolosi da essere espulsi da Gaza e Cisgiordania. L’accordo di cessate il fuoco, mediato dagli Stati Uniti con Qatar ed Egitto, ha previsto il rilascio complessivo di 1.968 detenuti palestinesi: oltre ai 250 ergastolani, sono stati liberati 1.718 cittadini palestinesi arrestati durante la guerra, molti dei quali minorenni e detenuti senza regolare processo. In cambio, Hamas ha rilasciato tutti i 20 ostaggi israeliani ancora vivi, catturati durante l’attacco del 7 ottobre 2023.
Le condizioni detentive dei palestinesi rilasciati sono state descritte come terribili: molti sono apparsi pallidi, deboli e visibilmente affaticati dalla prigionia, con segni di tortura fisica e psicologica, privazione di cibo e divieto di comunicare con l’esterno. Alcuni hanno scoperto solo dopo il rientro che i loro familiari erano stati uccisi e le loro case distrutte. Secondo fonti mediche di Khan Younis, almeno 135 corpi di palestinesi restituiti da Israele mostravano segni di tortura ed esecuzione, con evidenze di spari a distanza ravvicinata e corpi schiacciati sotto i cingoli dei carri armati israeliani.
L’hotel Renaissance Cairo Mirage City, di proprietà della catena Marriott, è una struttura di lusso dotata di spa, ristoranti, centro fitness, piscina all’aperto, bar a bordo piscina e salone di bellezza. Le camere partono da 200 sterline a notte, il che significa un costo giornaliero superiore alle 30.000 sterline per tutti i 154 ospiti, sebbene non sia chiaro chi abbia finanziato il loro soggiorno. Il Daily Mail ha pubblicato foto degli ex detenuti che si godono le strutture dell’hotel, inclusa la piscina, i ristoranti e la spa, spesso accanto a turisti occidentali ignari della loro identità e del loro passato.
Gli ex prigionieri sono stati accolti al loro arrivo in Egitto da grandi folle di amici, familiari e sostenitori, prima di dirigersi verso una sala funzioni prenotata per l’occasione. Uno di loro, Akram Abu Bakr, responsabile di decine di sparatorie e attentati, ha persino celebrato il proprio matrimonio presso la struttura sabato scorso. Molti sono stati visti prelevare ingenti somme di denaro dai bancomat all’interno dell’hotel: grazie alla politica “Pay for Slay” dell’Autorità Palestinese, che prevede compensi fino a 33.000 sterline per ogni anno trascorso in carcere per attacchi contro israeliani, alcuni hanno accumulato fortune a sei cifre. Secondo un rapporto di Palestinian Media Watch, 160 dei 250 prigionieri rilasciati sono diventati milionari grazie ai pagamenti mensili ricevuti dall’Autorità Palestinese durante la detenzione, per un totale di almeno 229,5 milioni di shekel.
Israele ha imposto che i detenuti condannati per omicidio o produzione di armi non fossero rilasciati a Gaza o in Cisgiordania, ma deportati in paesi terzi. L’Egitto ha accettato di ospitarli temporaneamente, e sono attualmente sotto supervisione della sicurezza egiziana, sottoposti a controlli medici e assistenza umanitaria sotto la supervisione di rappresentanti della Croce Rossa. Le autorità egiziane hanno confermato che i detenuti sono arrivati attraverso il valico di Rafah e sono stati inizialmente portati all’ospedale Nasser al Cairo. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Times of Israel, entro sabato gli ex prigionieri avevano lasciato l’hotel.
Diversi paesi della regione si sono dichiarati disposti ad accogliere alcuni dei detenuti deportati. La Turchia e il Qatar hanno espresso la loro disponibilità a ricevere parte dei prigionieri rilasciati, sebbene non siano stati fatti annunci ufficiali. Fonti palestinesi hanno indicato che le destinazioni concordate includono Qatar, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Tunisia e Malesia, con circa 15 prigionieri previsti per ciascun paese. Il primo ministro qatariota Mohammed al-Thani ha sottolineato che l’ospitalità dei prigionieri palestinesi “deve basarsi sulla loro decisione”, mentre il ministro degli esteri turco Hakan Fidan ha dichiarato di aver concordato di accogliere un certo numero di prigionieri palestinesi espulsi all’estero. Tuttavia, fino all’inizio di febbraio, 70 prigionieri rimanevano bloccati in un hotel al Cairo, con i paesi che si erano precedentemente impegnati ad accoglierli che non li avevano ancora formalmente accettati. I detenuti hanno descritto la loro situazione come il passaggio “da una prigione israeliana a una prigione egiziana”, lamentando condizioni difficili e trattamento non caloroso da parte delle autorità egiziane.
Il rilascio di questi detenuti ha sollevato gravi preoccupazioni sulla sicurezza. Esperti di intelligence hanno avvertito che i militanti potrebbero riorganizzarsi in esilio, formando quella che gli analisti descrivono come una potenziale rete “Hamas/Hezbollah 2.0” attraverso Egitto, Turchia, Qatar e Tunisia. Funzionari israeliani hanno condamnato la rivelazione del Daily Mail, definendola una minaccia diretta alla sicurezza occidentale e regionale. Un ex funzionario dell’intelligence israeliana ha dichiarato che il rilascio di questi prigionieri è stata una concessione importante per Israele, che si era fortemente opposta a liberare i suoi detenuti più pericolosi, ma è stata ritenuta necessaria per garantire il rilascio degli ostaggi rimasti detenuti da Hamas e assicurare un cessate il fuoco temporaneo. David Mencer, dell’ufficio del primo ministro israeliano, ha affermato: “Israele li ha liberati non per premiare il male ma perché diamo valore alla vita umana sopra ogni cosa”. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
