Un Giorno in Pretura inaugura la trentanovesima stagione con una puntata particolarmente intensa che getta luce su uno dei casi di cronaca nera più drammatici degli ultimi anni in Sardegna. Il programma di Roberta Petrelluzzi, storico volto della trasmissione giudiziaria di Rai 3, sarà disponibile in anteprima su RaiPlay dal 31 agosto prima di approdare nella seconda serata domenicale del 7 settembre, segnando una novità significativa nel palinsesto della rete.
La puntata di apertura, intitolata “Il vizio del lupo”, ripercorre il processo che si è svolto presso il Tribunale di Sassari per stabilire le circostanze della morte di Speranza Ponti, donna cinquantenne di Uri scomparsa da Alghero il 5 dicembre 2019 e ritrovata senza vita il 31 gennaio 2020 in un campo alla periferia della città catalana. La vicenda giudiziaria ha attraversato tutti i gradi di giudizio, concludendosi con una condanna all’ergastolo definitiva.
Al centro dell’inchiesta giudiziaria si trova Massimiliano Farci, compagno della vittima e titolare insieme a lei di una pizzeria nel centro di Alghero. L’uomo, cinquantacinquenne originario di Assemini, al momento della scomparsa di Speranza si trovava in regime di semilibertà, avendo già scontato vent’anni di carcere per un precedente omicidio che aveva commesso nel 1999. Il caso precedente, conosciuto come “il delitto della Lotus rossa”, aveva visto Farci uccidere l’imprenditore Renato Baldussi di San Sperate per impossessarsi della sua automobile sportiva, una Lotus di colore rosso Ferrari del valore di 35 milioni delle vecchie lire.
La ricostruzione giudiziaria del femminicidio di Speranza Ponti ha evidenziato un duplice movente che avrebbe spinto Farci all’omicidio. Da un lato emergeva la questione economica: la vittima aveva venduto un immobile e disponeva di risparmi consistenti che l’imputato avrebbe voluto utilizzare per ampliare l’attività della pizzeria. Dall’altro lato si configurava il movente della gelosia, scatenato dal fatto che Speranza aveva riallacciato i rapporti con il suo ex marito, situazione che aveva generato tensioni nella coppia.
La versione fornita da Farci agli inquirenti non ha mai convinto la magistratura. L’imputato ha sempre sostenuto di aver trovato la compagna impiccata con un lenzuolo alla porta della camera da letto della loro abitazione e di aver successivamente occultato il cadavere per paura di non essere creduto, data la sua situazione giudiziaria pregressa. Secondo la sua versione, avrebbe trasportato il corpo su una collinetta con vista sul promontorio di Capo Caccia, sostenendo di aver agito secondo un presunto desiderio espresso dalla donna.
Tuttavia, l’istruttoria condotta dalla Procura di Sassari, guidata dal sostituto procuratore Angelo Beccu, ha smontato sistematicamente questa ricostruzione. Le indagini hanno rivelato incongruenze temporali e circostanziali che hanno portato a ritenere l’imputato responsabile dell’omicidio volontario. Particolarmente significativo è risultato il comportamento tenuto da Farci nei giorni successivi alla scomparsa, quando forniva spiegazioni diverse e contraddittorie a parenti e amici della vittima.
Il primo grado del processo si è concluso con la condanna all’ergastolo con diciotto mesi di isolamento diurno. La sentenza è stata successivamente confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Sassari nel febbraio 2024 e, definitivamente, dalla Corte di Cassazione nell’ottobre dello stesso anno. I giudici di secondo grado, nelle motivazioni della sentenza depositate successivamente, hanno sottolineato come Farci abbia tentato di cancellare le prove del delitto attraverso “la mistificazione della realtà” e un comportamento finalizzato a impedire o ritardare il ritrovamento del corpo.
La famiglia di Speranza Ponti si è costituita parte civile nel processo attraverso gli avvocati Stefano Carboni ed Edoardo Morette. I legali hanno espresso soddisfazione per la sentenza definitiva, sottolineando come complessivamente ventuno giudici nei diversi gradi abbiano confermato le responsabilità dell’imputato. L’avvocato Carboni ha dichiarato che Farci “non può continuare a mentire professandosi innocente e vittima di errori giudiziari”, auspicando che l’ergastolo sia effettivo e senza benefici.
La trasmissione Un Giorno in Pretura rappresenta uno dei programmi più longevi della televisione italiana, andando in onda su Rai 3 dal 1985. Ideato da Roberta Petrelluzzi insieme a Nini Perno, il format ha attraversato diverse evoluzioni nel corso degli anni, passando dalla seconda serata alla prima serata e ritornando alla programmazione domenicale notturna. La trasmissione si caratterizza per la presa diretta dei processi nelle aule di giustizia italiane, offrendo al pubblico uno spaccato autentico del funzionamento del sistema giudiziario.
Roberta Petrelluzzi, ottantunenne conduttrice e regista del programma, si è laureata in Scienze Biologiche e ha lavorato come ricercatrice prima di entrare nel mondo televisivo nel 1979 vincendo un concorso per programmista regista presso la Rai. Nel corso della sua carriera ha documentato alcuni dei processi più significativi della cronaca italiana, dal caso Priebke per l’eccidio delle Fosse Ardeatine ai processi di Tangentopoli, dal Mostro di Firenze ai sequestri Celadon e Soffiantini.
Il caso di Speranza Ponti si inserisce nel drammatico panorama dei femminicidi in Italia, rappresentando una delle pagine più buie della cronaca nera sarda. La vicenda evidenzia come la violenza di genere possa manifestarsi anche attraverso dinamiche economiche e possessive, confermando la necessità di una maggiore attenzione sociale e istituzionale verso questi fenomeni. La decisione di inaugurare la nuova stagione con questo processo sottolinea l’importanza del ruolo divulgativo che Un Giorno in Pretura continua a svolgere nel panorama televisivo italiano.
La programmazione della trasmissione prevede la messa in onda domenicale in seconda serata, con inizio alle 23:15 circa, subito dopo i programmi di informazione PresaDiretta e Report. L’anteprima su RaiPlay rappresenta una strategia innovativa per raggiungere il pubblico più giovane e ampliare la fruizione dei contenuti attraverso le piattaforme digitali. Con questa nuova stagione, il programma raggiunge il traguardo delle seicentocinquanta puntate realizzate, consolidando il suo ruolo di testimone privilegiato della giustizia italiana.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!