L’esclusione di Rocco Tanica dalla prossima edizione del festival Terre del Tagliamento segna un momento di tensione all’interno di una manifestazione che ha sempre puntato sulla condivisione di valori civili e democratici. La decisione della direzione artistica è stata comunicata con un comunicato stringato, in cui si legge che le frasi pronunciate dal noto artista e conduttore radiofonico sono state ritenute “incompatibili con la tradizione democratica e civile della nostra comunità”.
Rocco Tanica, all’anagrafe Sergio Bonelli, era stato invitato come ospite d’onore e moderatore di uno dei dibattiti in programma, incentrati sui temi della memoria storica e delle nuove sfide geopolitiche. Tuttavia, alcune sue dichiarazioni rivolte alla relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese e alle vittime del conflitto in Gaza hanno innescato un acceso dibattito nel consiglio di direzione del festival.
Nel corso di un intervento radiofonico, Tanica aveva definito Francesca Albanese “una compagna antisemita che sbaglia”, suscitando l’indignazione di molti partecipanti e sostenitori della causa umanitaria. Una serie di repliche e post sui social network hanno poi amplificato il caso, spingendo i coordinatori del festival ad intervenire per preservare lo spirito di unità e rispetto che da sempre caratterizza le Terre del Tagliamento.
I coordinatori del festival hanno dichiarato che “le parole di Tanica risultano irrispettose nei confronti di Francesca Albanese e delle vittime di Gaza, colpevolmente equiparate a un atto di propaganda antisemita. Tali affermazioni non possono trovare spazio in un contesto che si fonda sul dialogo e sulla solidarietà internazionale”.
L’annuncio dell’esclusione ha generato un acceso dibattito nella comunità culturale e tra gli artisti invitati. Diversi ospiti hanno espresso solidarietà verso la decisione dei coordinatori, sottolineando l’importanza di preservare un clima di rispetto reciproco, mentre altri hanno sollevato dubbi sul principio della libertà di espressione.
Anna Bianchi, curatrice di una mostra fotografica sul conflitto israelo-palestinese in programma durante il festival, ha osservato che “it is vital to ensure that our platform remains inclusive and respectful of all voices. Any statement that undermines the humanity of victims, regardless of their nationality or politics, cannot be tolerated.”
Da parte sua, il pubblico sui social network si è diviso: alcuni difendono il diritto di Tanica di esprimere posizioni critiche nei confronti dell’ONU e dei suoi rappresentanti, mentre altri condannano le sue parole come un atto di delegittimazione verso una figura istituzionale.
Francesca Albanese, nominata relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, è un’esperta di diritto internazionale e ha pubblicato numerosi studi sul tema della protezione dei civili nei conflitti armati. La sua nomina, avvenuta nel 2024, ha suscitato apprezzamenti per la competenza dimostrata negli anni di attività accademica, ma anche critiche da chi accusa l’ONU di avere un approccio sbilanciato verso lo Stato di Israele.
L’accusa di antisemitismo rivolta da Tanica si inserisce in questo contesto di tensione tra opinioni opposte: se da un lato vi sono coloro che considerano il suo lavoro cruciale per far emergere violazioni dei diritti umani, dall’altro esiste una frangia che giudica eccessivamente critica la sua analisi delle politiche israeliane.
Il festival Terre del Tagliamento, organizzato da un comitato di enti locali, associazioni culturali e volontari, si sviluppa ogni anno lungo le rive del fiume Tagliamento, proponendo concerti, incontri letterari, proiezioni cinematografiche e dibattiti su temi di attualità e sostenibilità ambientale. L’edizione 2025, in programma a ottobre, prevedeva la partecipazione di oltre cento ospiti, tra cui intellettuali, giornalisti e artisti.
Nel comunicato ufficiale si sottolinea che il festival si fonda sul dialogo critico e sul rispetto delle diversità culturali e politiche. Le parole di Tanica, secondo i coordinatori, avrebbero leso questi principi, creando un clima contrario allo spirito di comunità e cooperazione che da sempre contraddistingue l’iniziativa.
L’allontanamento di Rocco Tanica dal cast artistico del festival potrebbe aprire un confronto più ampio sui limiti della libertà di espressione nei contesti culturali pubblici. Alcuni osservatori ritengono che la decisione del comitato organizzerà un dibattito sull’equilibrio tra diritto a critica politica e rispetto delle vittime di conflitti internazionali.
Rocco Tanica non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali dopo l’esclusione. Fonti vicine all’artista riferiscono che potrebbe valutare un ricorso contro la decisione degli organizzatori o proporre un intervento alternativo su piattaforme private.
Intanto, la direzione del festival conferma che il cartellone sarà completato nei prossimi giorni e si auspica che i nuovi ospiti possano garantire un confronto sereno su questioni sociali e politiche di rilevanza globale.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!