Un semplice gesto apparentemente innocuo come stampare la ricevuta del bancomat al termine di un prelievo può trasformarsi in un pericoloso strumento nelle mani dei truffatori. La recente escalation di frodi bancarie legate al recupero delle ricevute abbandonate presso gli sportelli automatici ha portato alla luce un fenomeno criminale che sfrutta la disattenzione degli utenti per accedere illecitamente ai loro conti correnti.
Il problema alla radice di questa truffa risiede nella natura stessa delle informazioni contenute nelle ricevute bancarie. Oltre ai semplici dettagli della transazione, questi scontrini possono riportare dati estremamente sensibili quali il numero di conto corrente, il saldo disponibile e altre informazioni legate al profilo bancario del cliente. Quando finiscono nelle mani sbagliate, questi documenti diventano una miniera d’oro per chi intende mettere a segno frodi bancarie o truffe telefoniche particolarmente sofisticate.
La metodologia utilizzata dai criminali è tanto semplice quanto efficace. I truffatori raccolgono sistematicamente le ricevute abbandonate o gettate nei cestini vicino agli sportelli bancomat, per poi utilizzare le informazioni contenute per contattare direttamente le vittime. Fingendosi operatori dell’istituto di credito, questi malviventi si presentano con toni rassicuranti sostenendo di dover “bloccare un accesso sospetto” o “verificare un’anomalia” sul conto della vittima.
Grazie alle informazioni già in loro possesso grazie alla ricevuta, i truffatori riescono a instaurare un clima di fiducia con il cliente, che spesso non sospetta di trovarsi di fronte a un tentativo di frode. Durante la telefonata, vengono richiesti ulteriori dati sensibili come il codice cliente, le credenziali di home banking o i codici temporanei di autenticazione. Una volta ottenute queste informazioni cruciali, i criminali hanno accesso diretto al conto corrente e possono procedere al trasferimento illecito del denaro, bloccando successivamente l’accesso al legittimo proprietario.
I dati più recenti confermano la crescita preoccupante di questo fenomeno criminale. Secondo le statistiche elaborate dalla FABI, negli ultimi tre anni il denaro sottratto tramite truffe online e frodi informatiche ha raggiunto i 559,4 milioni di euro, con ben 181 milioni rubati solo nel 2024. Le frodi informatiche sono passate da 38,5 milioni di euro nel 2022 a 48,1 milioni nel 2024, registrando un incremento del 25 percento in soli tre anni.
Particolarmente significativo è l’aumento degli esposti ricevuti da Banca d’Italia relativi a strumenti e servizi di pagamento, cresciuti del 45 percento, e quelli riguardanti le truffe, aumentati del 32 percento nel 2024. Questo trend crescente è destinato ad amplificarsi ulteriormente a causa del sistematico aumento dell’utilizzo di strumenti digitali nella gestione bancaria quotidiana.
Il framework normativo europeo, rappresentato dalla Direttiva PSD2 (Payment Services Directive 2), stabilisce chiaramente che la responsabilità per le operazioni di pagamento non autorizzate ricade sull’istituto bancario, a meno che non venga provato un comportamento fraudolento del cliente. L’articolo 74 della PSD2 sancisce il diritto del cliente al rimborso immediato dell’importo contestato, principio recentemente ribadito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Questa normativa si innesta sul principio generale di diligenza qualificata, che impone agli istituti bancari un elevato standard di professionalità, particolarmente stringente in presenza di segnali di potenziale frode. Le banche sono tenute a implementare misure di sicurezza efficaci, incluso l’uso dell’autenticazione forte del cliente e il monitoraggio costante delle transazioni per rilevare attività anomale.
La tecnologia moderna offre numerose alternative più sicure rispetto alla stampa della ricevuta cartacea. I clienti possono controllare le transazioni direttamente sul display dello sportello ATM o utilizzare le applicazioni ufficiali delle banche per verificare saldo e movimenti in tempo reale. Questi strumenti digitali riducono significativamente il rischio che informazioni personali vengano intercettate da terzi malintenzionati.
Le principali banche italiane hanno sviluppato applicazioni mobili sempre più sofisticate che consentono non solo di consultare saldi e movimenti, ma anche di categorizzare automaticamente le spese, impostare livelli di guardia per il controllo delle uscite e ricevere notifiche in tempo reale per ogni operazione. Alcune applicazioni permettono inoltre di collegare conti di diverse banche, offrendo una vista complessiva della situazione finanziaria personale.
Per coloro che decidono comunque di stampare la ricevuta, è fondamentale adottare specifiche misure di sicurezza. La documentazione dovrebbe essere immediatamente riposta nel portafoglio e mai lasciata incustodita presso lo sportello. Quando non più necessaria, la ricevuta deve essere distrutta completamente, riducendola in piccoli frammenti che non permettano la ricostruzione delle informazioni contenute.
Gli esperti di sicurezza bancaria raccomandano di non condividere mai informazioni personali via telefono o messaggio, indipendentemente dalla credibilità apparente dell’interlocutore. In caso di dubbio su una comunicazione ricevuta, è sempre preferibile contattare direttamente il proprio istituto bancario attraverso i canali ufficiali per verificare l’autenticità della richiesta.
Oltre alle considerazioni di sicurezza, la scelta di non stampare le ricevute contribuisce positivamente anche dal punto di vista ambientale. La maggior parte degli scontrini viene prodotta utilizzando carta termica, un materiale che non può essere riciclato e deve essere smaltito nella raccolta indifferenziata. Gli istituti bancari stanno sempre più spesso inserendo nei loro sistemi ATM messaggi che invitano a “fare una scelta più ecologica” evitando la stampa della ricevuta.
Il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, istituito nel 2017, ha elaborato una strategia nazionale volta ad accrescere le competenze finanziarie di tutta la popolazione. Questa iniziativa si rivela particolarmente importante considerando i bassi livelli di alfabetizzazione finanziaria evidenziati da diverse indagini condotte in Italia.
Le organizzazioni sindacali del settore bancario hanno sviluppato guide specifiche come “Attenti al lupo online”, un vademecum completo contro gli inganni della rete che fornisce consigli pratici per riconoscere ed evitare le principali minacce online. Questi strumenti educativi diventano sempre più necessari in un contesto dove le truffe si fanno progressivamente più sofisticate grazie all’uso dell’intelligenza artificiale e di nuove tecniche di manipolazione psicologica.
La crescente digitalizzazione dei servizi finanziari richiede una parallela evoluzione delle competenze dei consumatori, che devono essere in grado di riconoscere e neutralizzare le minacce emergenti. La combinazione di strumenti tecnologici sicuri, pratiche comportamentali consapevoli e un adeguato livello di educazione finanziaria rappresenta l’unica strategia efficace per contrastare l’escalation delle frodi digitali nel settore bancario.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!