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Decreto Energia, Pichetto annuncia misure su data center, rete elettrica e gas release

Il ministro Pichetto Fratin annuncia l’imminente decreto energia con misure per data center, saturazione rete elettrica e gas release per modernizzare il sistema energetico nazionale.

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha confermato l’imminente arrivo del decreto energia durante l’evento organizzato dal quotidiano La Verità all’hotel Gallia di Milano. Il provvedimento, che dovrebbe essere approvato “se non a giorni, a settimane”, rappresenta una svolta significativa per il settore energetico nazionale con misure specifiche destinate a rivoluzionare l’approccio alla gestione delle infrastrutture digitali, della rete elettrica e del mercato del gas.

Le dichiarazioni del ministro delineano un quadro articolato di interventi normativi che toccano alcuni dei nodi più critici del sistema energetico italiano. Pichetto Fratin ha specificato che sono già pronti “tutta una serie di articoli” che riguardano settori strategici per la transizione energetica del Paese, sottolineando come gli uffici ministeriali siano attualmente impegnati in confronti con organizzazioni di categoria, rappresentanti del settore e altri dicasteri per perfezionare i contenuti del provvedimento.

La regolamentazione dei data center costituisce uno degli elementi portanti del decreto, con l’introduzione di un procedimento unico per l’autorizzazione di queste infrastrutture strategiche. Il nuovo sistema prevede una distinzione di competenze basata sulla potenza degli impianti: le Regioni o Province delegate saranno competenti per i data center fino a trecento megawatt, mentre il Ministero dell’Ambiente manterrà la responsabilità autorizzativa per quelli di potenza superiore. Questa ripartizione mira a semplificare significativamente l’iter burocratico, riducendo i tempi del procedimento autorizzativo a un massimo di dieci mesi dalla verifica della completezza della documentazione necessaria.

Particolarmente rilevante appare l’accelerazione prevista per le valutazioni di impatto ambientale, con tempi dimezzati rispetto alle procedure ordinarie, una misura che dovrebbe favorire l’attrazione di investimenti nel settore della digitalizzazione senza compromettere i controlli ambientali. Il provvedimento riconosce inoltre i data center come infrastrutture di interesse strategico nazionale, classificandoli in diverse categorie in base alla funzione e alla potenza: hyperscale per quelli oltre i cento megawatt, medio-grandi tra i duemila e i novemila kilowatt, ed edge tra i quattrocento e i milleottocento kilowatt.

Il decreto affronta con decisione il problema della saturazione virtuale della rete elettrica, fenomeno che sta notevolmente rallentando l’ingresso nel mercato di nuovi impianti a fonte rinnovabile. La saturazione virtuale si manifesta attraverso l’elevato numero di richieste di connessione che tengono impegnata la capacità di rete senza che poi si concretizzino effettivamente nella realizzazione degli impianti. Secondo i dati più recenti, le richieste di connessione hanno raggiunto circa trecentotrentasei gigawatt di potenza rinnovabile, un ammontare che supera di gran lunga gli obiettivi di sviluppo realistici per il prossimo decennio.

Per risolvere questa criticità, il provvedimento introduce la decadenza automatica di tutte le soluzioni di connessione alla rete elettrica riferite a impianti non ancora autorizzati o che non abbiano ricevuto la validazione tecnica da parte di Terna. Questa misura, definita “tagliola” per evitare la congestione virtuale, dovrebbe liberare capacità di rete per progetti con maggiore probabilità di realizzazione, rendendo più efficiente l’intero sistema di pianificazione dello sviluppo delle rinnovabili.

Un’altra innovazione significativa riguarda l’introduzione di un portale digitale che consentirà a chiunque di consultare in tempo reale la disponibilità effettiva della rete in specifiche aree geografiche, aumentando la trasparenza del sistema e permettendo agli operatori di pianificare meglio i propri investimenti. L’Autorità per l’Energia definirà criteri trasparenti per l’accesso alle connessioni, mentre Terna avrà la responsabilità diretta delle nuove opere di potenziamento della rete.

Il gas release rappresenta un ulteriore pilastro del decreto, con modifiche sostanziali al meccanismo introdotto nel decreto Bollette del 2022. La principale novità consiste nell’eliminazione dell’obbligo di individuare il punto di cessione del gas prodotto esclusivamente attraverso il sistema gestito dal Gestore dei Mercati Energetici, aprendo la strada ad accordi di cessione bilaterali o all’utilizzo di altre piattaforme di mercato. Questa modifica mira a rendere il meccanismo più coerente con la sua natura finanziaria, eliminando vincoli che ne limitavano l’efficacia operativa.

L’evoluzione del gas release si inserisce in una strategia più ampia volta a ridurre la volatilità dei prezzi del mercato all’ingrosso del gas e ad allineare maggiormente il mercato italiano con quello europeo, in particolare con il benchmark olandese TTF. Il differenziale di prezzo tra il Punto di Scambio Virtuale italiano e il TTF olandese costa al sistema Italia circa un miliardo e trecento milioni di euro all’anno, rappresentando un significativo svantaggio competitivo per le imprese gasivore nazionali.

Il decreto prevede inoltre disposizioni specifiche per la cattura e stoccaggio della CO2, riconoscendo ufficialmente il valore strategico delle tecnologie CCS e CCUS per la decarbonizzazione dei settori industriali più difficili da elettrificare. Vengono stabiliti obblighi per garantire accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture, mentre l’Autorità per l’Energia si occuperà di definire tariffe regolamentate per il trasporto e lo stoccaggio, con l’obiettivo di stimolare nuovi investimenti in una filiera che sarà cruciale nei prossimi decenni.

Parallelo al decreto energia, il ministro ha già firmato il ventinove luglio 2025 l’Energy Release 2.0, meccanismo aggiornato dopo il parere positivo della Commissione Europea che fornisce energia a prezzo calmierato alle imprese a forte consumo energetico in cambio dell’impegno a realizzare impianti da fonti rinnovabili. Il nuovo sistema conferma il prezzo dell’energia a sessantacinque euro per megawattora per i volumi già assegnati dal GSE nel marzo 2025 e introduce una procedura competitiva per selezionare i soggetti incaricati di realizzare nuova capacità rinnovabile.

Il ministro ha inoltre fatto riferimento alla possibilità di includere nel decreto anche la questione delle aree idonee per lo sviluppo delle rinnovabili, un tema che potrebbe rappresentare un’ulteriore accelerazione per la transizione energetica del Paese. Durante le sue recenti dichiarazioni, Pichetto Fratin ha valutato di “attaccare le aree idonee” al decreto energia qualora si riuscisse a chiudere positivamente questa questione nei tempi previsti.

Un aspetto che emerge con chiarezza dalle dichiarazioni ministeriali riguarda l’approccio pragmatico alla sicurezza energetica nazionale. Pichetto Fratin ha infatti confermato l’intenzione di non smantellare le centrali a carbone di Brindisi e Civitavecchia entro il trentuno dicembre 2025, mantenendole come riserva per l’emergenza in un contesto internazionale caratterizzato dalla guerra in Europa e dall’instabilità nel Mediterraneo. Questa decisione riflette una valutazione realistica delle necessità di sicurezza del sistema energetico nazionale, bilanciando gli obiettivi di decarbonizzazione con le esigenze di continuità delle forniture.

Il quadro normativo delineato dal decreto energia si inserisce in una più ampia strategia di modernizzazione del sistema energetico nazionale, che deve confrontarsi con sfide multiple: l’accelerazione della transizione verso le rinnovabili, la necessità di attrarre investimenti nel settore digitale, la garanzia della sicurezza degli approvvigionamenti e la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali. L’approccio integrato del provvedimento, che tocca simultaneamente infrastrutture digitali, rete elettrica e mercato del gas, testimonia la consapevolezza della complessità di queste sfide e della necessità di soluzioni coordinate.

Le tempistiche annunciate dal ministro, con un decreto pronto “se non a giorni, a settimane”, indicano l’urgenza percepita dal governo nell’affrontare questi nodi strutturali del sistema energetico nazionale. Il confronto in corso con organizzazioni di categoria e altri ministeri rappresenta un elemento positivo per garantire che il provvedimento finale tenga conto delle esigenze concrete degli operatori del settore, bilanciando semplificazione normativa e tutela degli interessi pubblici.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!