La Provincia autonoma di Bolzano si prepara a diventare la prima realtà italiana a introdurre una doppia tassazione sui cani, colpendo sia i proprietari residenti che i turisti che viaggiano con i propri animali domestici. Dal 2026, secondo il disegno di legge proposto dall’assessore provinciale Luis Walcher, i visitatori dovranno versare una tassa di soggiorno di 1,50 euro al giorno per ogni cane al seguito, mentre i residenti affronteranno un’imposta annuale di 100 euro per animale.
La decisione, annunciata dal quotidiano in lingua tedesca “Dolomiten”, rappresenta un cambiamento radicale nella strategia altoatesina per affrontare la problematica delle deiezioni canine sui marciapiedi e negli spazi pubblici. L’assessore al Turismo, Agricoltura e Foreste, attualmente in carica dal febbraio 2024, ha giustificato la misura con la necessità di responsabilizzare i proprietari di cani e trasferire i costi di pulizia dalle casse pubbliche a chi effettivamente usufruisce dei servizi legati alla presenza degli animali domestici nel territorio provinciale.
Il nuovo regime fiscale nasce dalle ceneri del fallimentare progetto di tracciamento genetico obbligatorio dei cani, introdotto nel 2023 per identificare i proprietari che non raccoglievano le deiezioni dei propri animali. L’iniziativa, che aveva suscitato clamore anche sulla stampa internazionale come esempio di “poo problem” all’italiana, si è rivelata impraticabile sia dal punto di vista tecnico che economico. Meno della metà dei circa 30.000 cani registrati in Alto Adige aveva aderito al programma, con soli 12.000 animali tracciati geneticamente, rendendo di fatto impossibile l’applicazione del sistema.
La proposta di Walcher prevede un periodo di transizione per i proprietari di cani già sottoposti al test del DNA, che godranno di un’esenzione biennale dalla nuova tassa annuale come forma di compensazione per le spese sostenute durante il progetto pilota. I fondi raccolti attraverso entrambe le imposte verranno destinati specificamente alla pulizia delle strade, alla manutenzione degli spazi pubblici e alla realizzazione di nuove aree dedicate ai cani, con l’obiettivo di migliorare la convivenza tra animali domestici e cittadinanza.
La tassa di soggiorno per i “turisti a quattro zampe” si aggiungerà a quella già in vigore per gli esseri umani, che varia dai 2 euro per le strutture di categoria inferiore ai 3 euro per gli hotel a quattro e cinque stelle. In un contesto dove il turismo pet-friendly è in costante crescita in Italia, con oltre 7 milioni di italiani che nel 2025 hanno scelto di viaggiare con i propri animali domestici secondo le statistiche di settore, la decisione altoatesina appare in controtendenza rispetto alle politiche di accoglienza inclusive adottate dalla maggior parte delle destinazioni turistiche nazionali.
Le reazioni degli operatori del settore e delle associazioni animaliste non si sono fatte attendere. Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), ha definito la misura come “un autogol della Provincia di Bolzano”, sottolineando come trasformare gli animali domestici in “bancomat fiscali” rappresenti una scelta miope che rischia di penalizzare le famiglie e scoraggiare il turismo responsabile. Secondo l’ENPA, la decisione invia un messaggio paradossale in una regione che basa gran parte della propria economia sull’ospitalità turistica, colpendo proprio quei visitatori che scelgono una vacanza inclusiva portando con sé i propri compagni a quattro zampe.
La presidente dell’associazione animalista ha inoltre evidenziato come, dopo il fallimento del progetto DNA, sarebbe stato più opportuno investire in educazione civica, controlli mirati e sensibilizzazione cittadina piuttosto che ricorrere nuovamente alla via della tassazione. L’argomento trova eco nelle preoccupazioni degli esperti di turismo, che temono un possibile effetto deterrente su un segmento di mercato in forte espansione e caratterizzato da una elevata propensione alla spesa per servizi specializzati.
Il quadro normativo mantiene comunque l’obbligo per i proprietari di rimuovere le deiezioni dei propri animali, con sanzioni che oscillano tra i 200 e i 600 euro per i trasgressori colti in flagrante. La combinazione tra tassazione e sistema sanzionatorio rappresenta un approccio duplice che mira a generare risorse per la pulizia urbana e, contestualmente, a mantenere un effetto dissuasivo sui comportamenti incivili.
Dal punto di vista procedurale, il disegno di legge dovrà completare l’iter di approvazione presso il Consiglio provinciale, dove potrebbero emergere modifiche o opposizioni da parte dei consiglieri delle diverse forze politiche rappresentate. L’assessore Walcher, già protagonista di alcune controversie durante il suo mandato di vicesindaco di Bolzano dal 2016 al 2023, si trova ora a difendere una proposta che potrebbe ridefinire gli standard dell’accoglienza turistica altoatesina in un settore strategico per l’economia locale.
La misura si inserisce in un momento particolarmente delicato per il turismo pet-friendly italiano, caratterizzato da una crescente domanda di servizi inclusivi e dall’evoluzione normativa che ha recentemente consentito agli animali di maggiori dimensioni di viaggiare in cabina sui voli commerciali. La decisione di Bolzano potrebbe influenzare le scelte di destinazione di migliaia di turisti che annualmente visitano l’Alto Adige, regione che ha sempre puntato sull’eccellenza dell’offerta turistica e sulla qualità dell’accoglienza come elementi distintivi della propria proposta di mercato.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!