Ottobre 2025 si prepara a offrire uno degli eventi astronomici più straordinari degli ultimi anni: la cometa C/2025 A6 (Lemmon) si avvicina alla Terra per regalare uno spettacolo celeste che non si ripeterà prima del prossimo millennio. Scoperta il 3 gennaio scorso dal Mount Lemmon Survey dell’Arizona
Il corpo celeste ha inizialmente ingannato gli astronomi, che l’avevano catalogata come un semplice asteroide di magnitudine 21,5, così debole da apparire insignificante. Le prime osservazioni mostravano infatti un oggetto dalla luminosità insufficiente persino per l’osservazione telescopica. Tuttavia, quando la cometa è riapparsa dopo la congiunzione solare del 2 luglio, le osservazioni di agosto hanno rivelato una crescita di luminosità drammatica e inaspettata, trasformando quello che sembrava un frammento roccioso in una promettente protagonista del cielo autunnale.
La cometa Lemmon rappresenta un autentico viaggiatore del tempo cosmico, un oggetto a lungo periodo con un’orbita di circa 1.350 anni che ci riporta indietro fino alla nascita del Sistema Solare. Si tratta di una cometa dinamicamente antica, già transitata vicino al Sole in passato, che trasporta con sé ghiacci e polveri primordiali risalenti alla formazione planetaria avvenuta oltre quattro miliardi di anni fa. La sua provenienza dalle remote regioni della Nube di Oort, quel guscio sferico di corpi ghiacciati situato agli estremi confini del nostro sistema planetario, la rende una testimone preziosa delle condizioni che caratterizzavano l’epoca della condensazione nebulare originaria.
Le previsioni attuali indicano che la cometa raggiungerà il massimo avvicinamento alla Terra il 21 ottobre, posizionandosi a una distanza di 0,60 unità astronomiche, equivalenti a circa 90 milioni di chilometri. In questa configurazione orbitale favorevole, Lemmon dovrebbe raggiungere una magnitudine compresa tra 3 e 4, rendendola visibile a occhio nudo anche da località con moderato inquinamento luminoso. Le stime più ottimistiche suggeriscono la possibilità di una luminosità ancora maggiore, mentre quelle più conservative prevedono comunque una magnitudine di 7-8, che garantirebbe l’osservabilità attraverso binocoli e piccoli telescopi.
L’evento astronomico si presenta particolarmente favorevole per gli osservatori dell’emisfero settentrionale. L’orbita retrograda della cometa, inclinata di 144 gradi rispetto al piano dell’eclittica, la porterà a transitare in direzione opposta rispetto al moto dei pianeti, raggiungendo il perielio a nord dell’eclittica stessa. Questa particolare geometria orbitale favorisce significativamente le latitudini superiori ai 48 gradi nord, dove la cometa diventerà circumpolare entro il 10 ottobre, rimanendo visibile per tutta la notte senza mai tramontare.
Le condizioni osservative si presenteranno eccezionali proprio nei giorni dal 20 al 23 ottobre, quando la coincidenza tra il massimo avvicinamento terrestre e la fase di Luna Nuova del 21 ottobre creerà le circostanze ideali per l’osservazione. L’assenza del chiarore lunare permetterà di apprezzare completamente la luminosità cometaria e, eventualmente, lo sviluppo della chioma e della coda. Durante questo periodo, la cometa sarà visibile a circa 42 gradi di separazione angolare dal Sole, posizionandosi in direzione ovest-nord-ovest nelle ore successive al tramonto solare.
Il percorso celeste di Lemmon attraverserà diverse costellazioni settentrionali, partendo dalla Lince, dove si trova attualmente, per proseguire verso Leone Minore, Orsa Maggiore, Cani da Caccia, Boote, Serpente ed Ercole. Questo tragitto la renderà facilmente localizzabile per gli astrofili muniti di carte stellari o applicazioni di astronomia mobile. La progressione attraverso queste costellazioni ben note faciliterà il puntamento telescopico e l’identificazione visuale anche per osservatori meno esperti.
Un aspetto particolarmente interessante riguarda l’evoluzione orbitale della cometa durante questo passaggio. Il 16 aprile scorso, Lemmon è transitata a 348,5 milioni di chilometri da Giove, subendo l’influenza gravitazionale del pianeta gigante. Questa interazione ha modificato i parametri orbitali, riducendo l’energia del moto e accorciando il periodo di rivoluzione di circa 200 anni, portandolo dagli originali 1.350 anni a circa 1.154 anni. Si tratta di un fenomeno dinamico tipico delle comete di lungo periodo, che vedono le loro orbite alterate dai campi gravitazionali dei pianeti giganti esterni.
Le osservazioni fotografiche condotte dagli astrofili durante il mese di settembre hanno già documentato lo sviluppo di una chioma verde smeraldo, caratteristica tipica delle comete ricche di carbonio diatomico e cianogeno. Questo particolare colore deriva dalla fluorescenza di questi composti chimici quando vengono eccitati dalla radiazione solare ultravioletta, creando un bagliore caratteristico che distingue molte comete dai semplici asteroidi. La presenza di questi elementi fornisce indizi preziosi sulla composizione chimica originaria del corpo celeste.
Il Mount Lemmon Survey, responsabile della scoperta, rappresenta una delle strutture di ricerca più prolifiche per l’individuazione di oggetti del Sistema Solare. Situato a 2.791 metri di altitudine nelle montagne Santa Catalina, a nord-est di Tucson, utilizza un telescopio Cassegrain da 1,52 metri con una camera da oltre 100 megapixel che copre un campo visivo di cinque gradi quadrati. Questo sistema tecnologico avanzato ha permesso la scoperta di oltre 50.000 pianeti minori numerati, posizionandosi tra i progetti di sorveglianza spaziale più efficaci al mondo.
La coincidenza temporale con lo sciame meteorico delle Orionidi, il cui picco è previsto proprio tra il 20 e il 23 ottobre, arricchirà ulteriormente lo spettacolo celeste. Le Orionidi, originate dai detriti della celebre cometa di Halley, produrranno fino a 20-30 meteore all’ora nella seconda metà della notte, quando la costellazione di Orione sarà alta nel cielo. Tuttavia, la diversa posizione dei due fenomeni astronomici nel firmamento limiterà le possibilità di osservazione simultanea, richiedendo strategie osservative differenziate per apprezzare entrambi gli eventi.
Gli esperti sottolineano l’imprevedibilità caratteristica delle comete, corpi celesti soggetti a variazioni di luminosità repentine e spesso inaspettate. La crescita di brillantezza di Lemmon ha già superato le previsioni iniziali, passando dalla magnitudine 16,5 alla magnitudine 9 in circa un mese, durante le osservazioni di agosto. Questa accelerazione nella produzione di gas e polveri, conseguente al progressivo riscaldamento solare, potrebbe continuare o subire fluttuazioni imprevedibili man mano che la cometa si avvicina al perielio dell’8 novembre.
Per l’osservazione ottimale, gli astronomi raccomandano di posizionarsi in località con orizzonte occidentale libero da ostacoli e inquinamento luminoso ridotto. Inizialmente, nelle prime settimane di ottobre, la cometa apparirà molto bassa sull’orizzonte dopo il tramonto, richiedendo condizioni osservative eccellenti. Progressivamente, la sua altezza aumenterà, facilitando l’individuazione e permettendo periodi di osservazione più prolungati. L’utilizzo di binocoli o piccoli telescopi amplifierà significativamente l’esperienza visuale, rivelando dettagli strutturali della chioma e, eventualmente, della coda cometaria.
La significatività scientifica di questo evento trascende l’aspetto puramente spettacolare. Le comete di lungo periodo come Lemmon conservano materiale primordiale praticamente inalterato dalla formazione del Sistema Solare, fungendo da capsule temporali che trasportano informazioni preziose sulle condizioni fisiche e chimiche della nebulosa protosolare originaria. L’analisi spettroscopica della chioma e della coda, condotta attraverso strumentazione professionale e amatoriale avanzata, contribuirà all’ampliamento delle conoscenze sulla composizione e l’evoluzione dei corpi cometari.
L’aspetto più straordinario riguarda la rarità temporale dell’evento: l’ultima volta che Lemmon ha attraversato le regioni interne del Sistema Solare risale a oltre un millennio fa, quando l’Europa medievale viveva ancora l’epoca delle cattedrali gotiche e delle crociate. Il prossimo ritorno è programmato per l’anno 3179, rendendo questa apparizione un’opportunità unica per multiple generazioni di osservatori terrestri. La rarità dell’evento sottolinea l’importanza di sfruttare al massimo le finestre osservative disponibili durante il mese di ottobre.
Per l’emisfero meridionale, le condizioni osservative si presenteranno meno favorevoli durante il periodo di massimo splendore, ma la cometa dovrebbe diventare visibile intorno a metà novembre, quando si sposterà verso configurazioni celesti più accessibili dalle latitudini australi. Gli osservatori sudamericani, sudafricani e australiani dovranno pazientare alcune settimane aggiuntive, ma potranno comunque beneficiare di un evento astronomico di portata eccezionale.
La cometa Lemmon rappresenta quindi un’occasione straordinaria per riunire professionisti e appassionati dell’astronomia attorno a un fenomeno che trascende i confini temporali umani, collegando l’osservazione contemporanea con la storia cosmica del nostro sistema planetario. L’appuntamento con questo antico viaggiatore dello spazio profondo promette di illuminare i cieli autunnali con uno spettacolo che rimarrà nella memoria collettiva come uno dei momenti astronomici più significativi del XXI secolo.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!