Le principali organizzazioni sindacali italiane hanno indetto per venerdì 3 ottobre uno sciopero generale nazionale di 24 ore in risposta all’abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte delle forze navali israeliane, avvenuto nella serata del 1° ottobre in acque internazionali a circa 70 miglia nautiche dalla costa della Striscia di Gaza. L’operazione militare israeliana ha coinvolto oltre venti imbarcazioni della Marina militare di Tel Aviv che hanno circondato e abbordato 21 delle 44 navi della missione umanitaria diretta verso Gaza per portare aiuti alla popolazione palestinese.
Durante l’azione, condotta mediante l’utilizzo di idranti e operazioni di abbordaggio notturno, sono stati fermati oltre 200 attivisti provenienti da 37 paesi, tra cui 22 cittadini italiani. L’intercettazione è iniziata alle 19:25 ora italiana del 1° ottobre quando le forze israeliane hanno intimato l’alt alle imbarcazioni della Flotilla, avvertendo che stavano entrando in una zona di guerra e che il tentativo di forzare il blocco navale sarebbe stato considerato una violazione del diritto internazionale.
La prima nave ad essere abbordata è stata l’Alma, sulla quale viaggiava anche l’attivista svedese Greta Thunberg. Gli attivisti fermati, inclusi parlamentari italiani come Arturo Scotto del Partito Democratico, Benedetta Scuderi di Alleanza Verdi-Sinistra e Marco Croatti del Movimento 5 Stelle, sono stati trasferiti nel porto israeliano di Ashdod dove potranno scegliere tra l’espulsione volontaria immediata o la detenzione in attesa del rimpatrio forzato.
La Confederazione Generale Italiana del Lavoro, guidata da Maurizio Landini, ha definito l’aggressione contro le navi civili “un fatto di gravità estrema” e “un colpo inferto all’ordine costituzionale stesso che impedisce un’azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano ad una vera e propria operazione di genocidio”. Il sindacato ha accusato il governo italiano di aver “abbandonato lavoratrici e lavoratori italiani in acque libere internazionali, violando i principi costituzionali”.
L’Unione Sindacale di Base ha proclamato lo sciopero affermando che “Israele attacca il diritto internazionale” e che è arrivato “il momento di bloccare tutto”. Nel comunicato ufficiale, USB ha definito l’azione israeliana “un atto di pirateria” che viola apertamente le Convenzioni internazionali e la Carta delle Nazioni Unite, mettendo a rischio la vita di cittadini impegnati a garantire un canale umanitario permanente verso Gaza.
Lo sciopero generale coinvolgerà tutti i settori pubblici e privati per l’intera giornata di venerdì 3 ottobre, proclamato ai sensi dell’articolo 2, comma 7 della legge 146/90, che consente l’astensione dal lavoro senza preavviso in caso di “protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori” o “in difesa dell’ordine costituzionale”.
I settori maggiormente interessati dalle agitazioni includono il trasporto ferroviario, dove lo sciopero inizierà dalle 21 di giovedì 2 ottobre per concludersi alle 20:59 di venerdì 3 ottobre, coinvolgendo il Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord. Per il trasporto regionale saranno garantiti i servizi essenziali dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. Il personale delle autostrade inizierà l’astensione alle 22 del 2 ottobre, mentre i vigili del fuoco si asterranno per quattro ore a partire dal turno delle 9 del 3 ottobre.
La sanità, la scuola, il pubblico impiego e l’industria privata saranno ugualmente coinvolti nell’azione sindacale, con la garanzia delle prestazioni indispensabili come stabilito dalle regolamentazioni di settore. A Milano, bus, tram e metropolitana ATM non saranno interessati dallo sciopero e garantiranno il servizio regolare.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha preannunciato la valutazione di una possibile precettazione dello sciopero, sostenendo che “la motivazione addotta dai sindacati non rientra nei casi che giustificano il mancato preavviso” secondo l’orientamento della Commissione di Garanzia per gli scioperi. Salvini ha definito “irrispettosa la Flotilla, che in un momento decisivo per la diplomazia internazionale sceglie la provocazione” e “irresponsabili i sindacati di sinistra, che aizzano le piazze danneggiando gli italiani”.
Tuttavia, i sindacati hanno ribattuto che lo sciopero del 3 ottobre era già stato regolarmente proclamato da S.I. Cobas con i tempi previsti dalla legge, e che la Commissione di Garanzia si era già espressa sulle modalità dell’agitazione. L’USB ha diffuso un vademecum per i lavoratori, precisando che in caso di ordinanza di precettazione potrebbero essere previste sanzioni amministrative da 500 a 1000 euro per chi sciopera comunque, ma che il licenziamento è “tassativamente escluso”.
Le reazioni politiche all’abbordaggio della Flotilla e al conseguente sciopero hanno evidenziato una profonda spaccatura nel panorama italiano. Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle ha definito l’intervento israeliano “un blocco illegale e una violazione del diritto internazionale”, chiedendo al governo di garantire la massima incolumità degli italiani coinvolti.
La premier Giorgia Meloni, dal Consiglio Europeo di Copenaghen, ha definito “irresponsabile” l’operato della Flotilla, sostenendo che si tratta di “una iniziativa che ha dei margini di pericolosità” e specificando che le eventuali spese per il rimpatrio degli attivisti saranno a loro carico. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato che l’abbordaggio era “previsto” e che gli italiani fermati saranno probabilmente espulsi entro un paio di giorni.
Lo sciopero si inserisce in un contesto di mobilitazione nazionale che ha visto manifestazioni spontanee in diverse città italiane già dalla sera del 1° ottobre. La Confederazione Generale ha impegnato tutte le sue strutture a organizzare la partecipazione alla manifestazione nazionale del 4 ottobre convocata dalle associazioni palestinesi a Roma, oltre ai presidi permanenti sui territori.
La FIOM-CGIL ha annunciato la propria partecipazione allo sciopero generale, definendo l’aggressione israeliana “di una gravità estrema e senza precedenti” e chiedendo al governo italiano di “sanzionare il governo Netanyahu, bloccare gli accordi commerciali e militari con Israele e riconoscere formalmente lo Stato di Palestina”.
L’agitazione sindacale rappresenta una delle maggiori mobilitazioni degli ultimi anni sul tema del conflitto israelo-palestinese, configurandosi come una protesta che trascende i tradizionali confini delle rivendicazioni sindacali per investire questioni di diritto internazionale e politica estera, riflettendo il crescente coinvolgimento della società civile italiana nella questione palestinese. Durante la giornata di venerdì si prevedono significativi disagi nei trasporti pubblici e privati, con particolare impatto sulle linee ferroviarie nazionali e regionali, mentre i servizi pubblici essenziali manterranno le prestazioni minime garantite dalla normativa vigente.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!