Mentre gran parte dell’Italia vive un’autunno insolitamente mite, alle alte latitudini si sta delineando una delle strutture atmosferiche più influenti dell’intera stagione invernale: il Vortice Polare. Questo sistema ciclonico, che si sviluppa tra la troposfera e la stratosfera sopra il Polo Nord, è attualmente in fase di rafforzamento e potrebbe condizionare profondamente l’assetto meteorologico dell’emisfero settentrionale nei prossimi mesi, con possibili ripercussioni anche sull’Italia già a partire da dicembre.
Il Vortice Polare si forma in risposta alla progressiva perdita di irraggiamento solare che interessa l’area artica con l’avanzare dell’autunno. Il raffreddamento della superficie e degli strati atmosferici sovrastanti determina una forte caduta della pressione, specialmente in quota. Ciò crea un gradiente barico marcato tra la fascia polare e quella subtropicale, attivando una circolazione ciclonica di grande scala che abbraccia l’intero Artico e si sviluppa fino alla stratosfera, tra 10 e 50 km di altitudine.
La forza e la compattezza del Vortice Polare rappresentano una delle chiavi interpretative più rilevanti per la previsione del tempo invernale. Quando il vortice è ben strutturato e i venti zonali – quelli che scorrono da ovest verso est lungo il 60° parallelo – si mantengono intensi (con velocità che a 10 hPa possono superare i 60-70 m/s), l’aria gelida rimane intrappolata intorno al Polo, impedendo alle masse d’aria fredda di propagarsi verso sud. In questo scenario, l’Italia tende a sperimentare condizioni meteorologiche stabili, spesso dominate da alte pressioni e da temperature sopra la media stagionale.
Diverso il quadro quando si osserva un indebolimento o addirittura una frammentazione del vortice. In presenza di determinate configurazioni sinottiche – come blocchi anticiclonici persistenti tra Groenlandia e Canada o onde planetarie particolarmente pronunciate lungo il jet stream – la struttura del vortice può perdere coesione. Le cosiddette “forzanti d’onda verso l’alto”, in grado di disturbare la circolazione stratosferica, possono rallentare sensibilmente i venti zonali a 10 hPa, favorendo eventi di riscaldamento stratosferico (stratwarming) e rendendo instabile l’intero sistema.
Ed è proprio questo il punto di attenzione per i prossimi giorni. I modelli meteorologici a medio-lungo termine evidenziano un progressivo raffreddamento della colonna d’aria sull’Artico, con temperature in stratosfera in sensibile diminuzione già in questi primi giorni di novembre. Al tempo stesso, si osservano segnali di un possibile blocco anticiclonico in sviluppo tra l’Atlantico settentrionale e la Groenlandia, configurazione favorevole alla propagazione di onde troposferiche verso l’alto e quindi a un potenziale disturbo del Vortice Polare.
Se tale tendenza dovesse consolidarsi, l’intero impianto atmosferico potrebbe entrare in una fase di instabilità entro la fine del mese. Le conseguenze potrebbero manifestarsi sotto forma di irruzioni fredde dirette verso latitudini più basse, coinvolgendo parte dell’Europa centrale e forse anche l’Italia nel corso di dicembre. Si tratterebbe, almeno inizialmente, di ondate di gelo circoscritte, della durata di pochi giorni, ma comunque sufficienti a portare un netto cambio di scenario rispetto alla situazione attuale.
L’evoluzione del Vortice Polare resta dunque sotto stretta osservazione. Nei prossimi aggiornamenti sarà cruciale valutare l’intensità delle onde planetarie, il comportamento del jet stream e soprattutto la risposta della stratosfera. Una sua destabilizzazione potrebbe infatti aprire la strada a un inverno ben più dinamico anche sul Mediterraneo, in netto contrasto con il clima eccezionalmente mite delle ultime settimane.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
